Zingaretti, dopo essersi rifatto al quadro delineato dall’assessore Mauro Buschini nella seduta dello scorso 18 giugno, si è concentrato su tre temi: pianificazione, autorizzazioni degli impianti e trasporti transfrontalieri. Quanto al primo argomento ha richiamato la delibera di Giunta dello scorso aprile. “In questa delibera si determina un fabbisogno regionale per i prossimi anni. E questo documento è la base del nuovo Piano dei rifiuti”. La sfida, per tutti, è il rispetto dei fabbisogni. Un obiettivo strategico che la Regione sosterrà attraverso la raccolta differenziata con uno stanziamento 140 milioni di euro nel biennio 2014-2016 e 104 milioni di euro in quello 2016-2018. Per il 30 settembre 2016 la Regione conta di avere dalle province e dalla Città metropolitana i programmi e le relazioni sulla localizzazione degli impianti da parte di tutta la struttura regionale. “Sulla base della definizione di questi criteri di localizzazione – ha detto Zingaretti – si procederà, quindi, all’aggiornamento del piano”.
Il presidente ha poi illustrato la stato delle autorizzazioni degli impianti. Tritovagliatori: Rocca Cencia di Colari, autorizzato dalla Provincia, che non ha ancora Aia e tariffa di accesso e quello mobile di Ama, autorizzato dalla Regione, che sta per entrare in funzione. Quattro invece gli impianti TMB: Ama Rocca Cencia (234 mila tonnellate annue autorizzate), Ama Salario (234 mila tonnellate), TMB 1 (187 mila) e TMB 2 (280 mila) della società Govi. Per tutti sono in corso procedure di riesame. Quanto all’impianto di compostaggio Ama di Rocca Cencia a maggio 2015 è stata presentata la richiesta di autorizzazione. È stata convocata già una seconda sessione, conclusiva, della conferenza servizi per il prossimo settembre. In tutto sono in lavorazione negli uffici regionali 80 pratiche di Via nel campo dei rifiuti.
Quanto ai trasporti transfrontalieri l’Ama ha notificato alla Regione una richiesta di autorizzazione, per i casi di emergenza e straordinarietà. Si tratta di quattro trasporti di rifiuto indifferenziato verso la Germania. Da lunedì scorso la Regione ha chiesto a tutti gli impianti del Lazio e a quello autorizzato in Abruzzo, quanto Ama conferisce ogni giorno e la eventuale capacità residua, come richiesto dal ministro dell’Ambiente Galletti. Ribadito, in conclusione, da Zingaretti che non è necessario un nuovo termovalorizzatore. Chiarito la volontà di collaborare con la Giunta capitolina (un primo incontro tra assessori all’Ambiente è avvenuto alcune settimane fa). Infine ha evidenziato come gli obiettivi del piano saranno legati alle scelte strategiche di Roma Capitale.
Il dibattito in aula, seguito alle comunicazioni di Zingaretti, è stato caratterizzato da numerosi interventi critici dai banchi delle opposizioni. Antonello Aurigemma (FI) ha evidenziato la distanza tra il piano sostenuto dal governo nazionale e le decisioni della Regione. Con la delibera 199 – secondo il capogruppo di Forza Italia – da un lato si nega che servano nuovi termovalorizzatori, dall’altro si intima ai presidenti delle Province di ampliare le discariche esistenti. Esattamente l’opposto delle direttive dell’Ue. Aurigemma ha parlato di “politica pilatesca” che scarica responsabilità sulla nuova amministrazione di Roma, insediata da un mese.
Francesco Storace (La Destra) ha chiesto un cronoprogramma per uscire dall’emergenza: “Non si può aspettare settembre”. Domandato quali sono le iniziative assunte e quali controlli sull’operato di Roma. La giustizia amministrativa, ha evidenziato Storace, ha chiesto di aggiornare la pianificazione. “E voi avete scodellato la delibera n. 199.Risultato: c’è la potenzialità per aumentare in maniera esponenziale il volume delle discariche di Manlio Cerroni”.
Da parte di Pietro Sbardella (Gruppo Misto) è stato quindi agitato lo spettro di un commissariamento sul fronte della gestione delle politiche di smaltimento dei rifiuti. Il consigliere si è detto preoccupato, tra l’altro, del fatto che i diversi soggetti coinvolti – tra cui ministro, Regione, Comune, Fortini e Acea – affermino cose diverse. Secondo Olimpia Tarzia (Lista Storace) Roma sta diventando invivibile e non individuare una soluzione concreta significa continuare a negare l’emergenza. Chiesto di rompere gli indugi e varare una programmazione a lungo termine. Per Fabrizio Santori (FdI) manca la chiusura del ciclo dei rifiuti e il sistema adottato è fragilissimo e costoso. Ritenuto vergognoso che i cittadini paghino un costo così alto senza avere un servizio decente.
Il Movimento cinque stelle, pur apprezzando l’offerta di piena collaborazione di Zingaretti ha criticato la mancata bonifica di siti altamente inquinati e inquinanti. Davide Barillari ha denunciato l’aumento dei tumori e che la bonifica di Malagrotta e della Valle del Sacco restano tuttora un miraggio. Mentre per Silvana Denicolò, favorevole al porta a porta spinto, per risolvere il problema di Roma serve la collaborazione di tutti. Nel 2009 fu presentata una proposta di legge di iniziativa popolare – mai presa in considerazione – che poteva servire da base.
Dai banchi della maggioranza, critiche all’operato del Movimento sono arrivate da Fabio Bellini (Pd), che ha contestato i metodi finora utilizzati dall’assessore capitolino Muraro e la nomina del nuovo amministratore delegato Ama. Bellini ha ricordato che si tratta di una persona che si occupa di fallimenti. “Cosa ci va a fare all’Ama?”, ha chiesto manifestando preoccupazione per il destino della società. Gino De Paolis (Si- Sel) ha infine ricordato come l’ex sindaco di Roma Alemanno intendeva portare tutta la produzione di rifiuti di Roma ad Allumiere, senza alcun trattamento. Deve essere chiaro che non si può trovare una soluzione che salvi la Capitale a scapito dei territori circostanti.
L’assessore all’ambiente Mauro Buschini, al termine della discussione, ha ribadito che la delibera 199 sul fabbisogno è il presupposto per avviare la fase di aggiornamento del piano. La stessa delibera 199, una volta esaurita la procedura di valutazione ambientale strategica (Vas), avrà un percorso in commissione e in aula. Buschini ha evidenziato che non tutto il Lazio è in emergenza e ci sono province che chiudono il ciclo e stanno dando anche una mano a Roma. Non si autorizza, nel fabbisogno, l’ampliamento delle discariche esistenti. La Regione, ha ricordato Buschini, ha scritto alle province e a Roma capitale chiedendo le aree per nuovi impianti. Per realizzarli servono almeno tre anni. E quindi per le volumetrie necessarie in questi tre anni, laddove è ambientalmente sostenibile, si possono usare gli impianti esistenti. L’intenzione è continuare a investire sulla differenziata. Ma un impianto di smaltimento servirà sempre, anche quando sarà raggiunto il 65 per cento di differenziata. Quindi l’assessore ha ripercorso varie questioni tra le quali Tmb (sufficienti ma da innovare), termovalorizzatore, trasferimento all’estero dei rifiuti, impianto di compostaggio per Rocca Cencia, tariffe e tritovagliatore di Colari. Da concordare con Roma, secondo Buschini, gli investimenti e gli impianti necessari. In questo quadro anche alla Capitale, secondo l’assessore all’Ambiente regionale, serve un impianto di smaltimento, la cosiddetta discarica di sicurezza.