“Il piano di Hermanin e di Mario Di Carlo, sotto l’egida di Manlio Cerroni, consisteva quindi – prosegue l’informativa – nel mantenere aperto l’originario procedimento amministrativo rivisitando il progetto originario, cassato dalla valutazione negativa, attraverso l’inserimento di alcune modifiche progettuali“. Una presenza, quella di Hermanin nell’organizzazione, che, per gli investigatori “non appariva marginale né di poco conto“. “Egli – prosegue l’informativa – aveva anche contribuito ad agevolare il percorso di revisione della valutazione ambientale negativa, favorendo il suo stravolgimento per farla trasformare in positiva. Aveva partecipato a riunioni informali nel corso della quali erano state definite le strategie da porre in essere per quella finalità“. E l’allontanamento, poco tempo dopo, dell’architetto D’Amato dal suo ruolo di responsabile dell’Area V.I.A della Regione Lazio “sembra essere – prosegue l’informativa – chiaramente ascrivibile, secondo una chiave di lettura interpretativa derivante anche dalle intercettazioni, all’influenza operata da Mario Di Carlo in seguito agli accadimenti, anche se questa ipotesi non poteva essere suffragata da elementi oggettivamente inequivocabili“.