La presentazione da parte del Sindaco Gualtieri dei componenti della nuova giunta comunale consente di poter dare un primo giudizio politico, tra quanto propagandisticamente annunciato in campagna elettorale, dalla coalizione che si è stretta attorno ai liberali del PD, e la realtà.
Come prima cosa dobbiamo evidenziare ciò che in quella giunta non c’è. Cioè le deleghe, importanti, che non sono state assegnate: attrazione investimenti, clima, partecipate, personale, Pnrr, relazioni internazionali, sicurezza e transizione digitale e università. Alcune di queste deleghe, come quella alle Partecipate, al Personale, al Pnrr, fondamentali per delineare la città di domani, l’attenzione dell’amministrazione ai servizi per i cittadini ed alla qualità del lavoro dei propri dipendenti.
Nulla sappiamo ancora di come come il sindaco Gualtieri intenderà gestire queste deleghe e già questa incertezza la dice lunga su possibili ulteriori pratiche spartitorie da manuale Cencelli o peggio sulla loro gestione diretta da parte del Sindaco, eliminando su questi temi qualsiasi confronto.
Venendo alla giunta vera e propria dobbiamo rilevare la formale correttezza di genere della sua composizione, cosa che è sempre un bene, che tuttavia non attenua la natura di giunta con una evidente preminenza politica di segno liberale\liberista.
Non è quindi un caso che i due importanti assessorati che devono guidare le scelte sulle attività economiche romane siano stati dati direttamente in appalto all’area padronale e confindustriale. Così come la scelta della vicesindaca e assessora al bilancio evidenzia una volontà commissariale su tutta la giunta che nasconde, nei tecnicismi delle necessità della correttezza degli atti amministrativi, la volontà di espellere il pubblico dai servizi forniti dal comune, per sostituirlo con strutture private orientate al proprio profitto e non alle necessità dei cittadini; come fece quando decretò la chiusura delle società partecipate non strumentali.
Proprio a questo assessorato dovranno sottostare gli importanti assessorati del decentramento, del lavoro, del sociale e delle politiche abitative in un’ottica, costruita da scelte politiche, di assenza di soldi, che non consentirà in questi campi azioni effettive, concrete e risolutive. Poichè le priorità continueranno ad essere quelle delle mani sulla città, dei profitti dei costruttori e dei padroni.
Non è, quindi, un caso che a fronte dei nomi di ferro degli assessorati economici e di bilancio, corrispondano quelli di coccio degli assessorati che si occupano del sociale, e intervengono sulle sofferenze di Roma, dei suoi cittadini\e, dei giovani, delle lavoratrici e lavoratori, piccoli\e commercianti, artigiani\e, Partite Iva che l’attraversano quotidianamente e generano quel benessere che in gran parte rientra nelle tasche dei padroni e non viene mai utilizzato per affrontare le immense disuguaglianze di cui soffre Roma.
Proprio su questi temi ci confronteremo con il Sindaco e la sua giunta, ricordando sempre le necessità di una città che in pochi mesi vivrà il dramma di altre 4000 sfratti che si aggiungeranno alle migliaia di persone già senza casa, mentre mantiene inutilizzati ed in progressivo degrado decine di immobili pubblici. Una città che si annuncia dei 15 minuti, ma che ad oggi, in molte delle sue periferie, usa quel tempo solo per arrivare in un punto di mobilità pubblica. Una città in cui, gran parte i servizi, sono realizzati con lavoro sfruttato e precario. Queste sono le priorità che Rifondazione Comunista ritiene impellenti affrontare, ma per l’amministrazione Gualtieri sembrano essere solo trappole per catturare il consenso dei lavoratori, mentre ristrutturano la città a beneficio di Lorsignori.
Partito della Rifondazione Comunista, federazione di Roma, Castelli, Litoranea
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