Nelle città metropolitane è prodotto il 34,7% del Pil, vivono 20 milioni di persone, ci sono i più grandi centri di ricerca, hub trasportistici e culturali e in esse si produce il 75% dell’innovazione e della creatività. Per questo i sindaci delle istituende città metropolitane hanno rilanciato oggi un appello per chiedere al Parlamento la rapida approvazione del Ddl cosiddetto Delrio, dal nome del ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie che lo ha proposto, che svuota di poteri le Province, istituisce le città metropolitane e promuove l’unione dei piccoli Comuni.
“Entro la fine del mese dovrebbe essere approvato, dal Senato, il ddl; la settimana successiva il testo ritornerà alla Camera, e all’inizio di marzo spero si arrivi all’approvazione definitiva”, ha detto lo stesso ministro Per gli Affari regionali, intervenuto oggi alla conferenza stampa promossa dall’Associazione nazionale dei comuni italiani. “Questo appello è significativo – ha aggiunto Delrio – c’è urgenza di dare vita a trasformazioni annunciate da tempo. Le novità, quando sono intelligenti, portano benefici al tessuto economico dei territori. Io dico basta alla logica dei poteri competitivi, sì ai poteri cooperativi, per facilitare la vita complicata di famiglie e imprese“.
Un sì corale al provvedimento è arrivato, nel corso della conferenza stampa, dai sindacati, da Confindustria, da Legambiente, oltre che dai sindaci. “Ci sono leggi che aprono al cambiamento. Quella sulla istituzione delle città metropolitane è una di queste“, ha spiegato il sindaco di Bologna, Virginio Merola. Dal primo cittadino di Palermo, Leoluca Orlando, è arrivata una proposta forte: “Dove ci sarà l’istituzione della città metropolitane, le Regioni mantengano la potestà legislativa ma si astengano da prerogative amministrative, solo così eviteremo di dar vita ad un altro ‘mostro istituzionale’“. “Le nostre città sono profondamente cambiate nei loro confini e nelle loro funzioni. Se non saremo capaci di rispondere a questi cambiamenti perderemo credibilità ed, insieme ad essa, la competitività dei nostri territori“, ha messo in guardia il sindaco di Catania, Enzo Bianco. “Non vogliamo essere sindaci senza portafoglio. Per questo vogliamo essere autonomi, evitare le lentezze burocratiche ed essere direttamente destinatari delle risorse che spettano alle città“, ha affermato il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris.
Per tutti, il ddl, nel passaggio parlamentare, ha subito diversi peggioramenti, “primo fra tutti la proliferazione delle città metropolitane, che passerebbero da 10 a 18-20… mentre in tutta Europa sono una decina“, come ha sottolineato il vicepresidente di Confindustria, Gaetano Maccaferri. Ed “è troppo lungo il periodo transitorio“, ha osservato il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni.
Ma la riforma, hanno sostenuto tutti, e dunque l’istituzione delle città metropolitane, veicolo per la ripresa del Paese, non sono più rinviabili.