Negli ultimi tempi, i prezzi al consumo dei generi alimentari sono aumentati in maniera rilevante. C’è però un distacco molto forte tra i dati emersi dalle rilevazioni dell’Istat, che pongono questo dato attorno all’8% e i nostri studi che si attestano ad una percentuale oscillante tra il 45% e il 105% per i prodotti agroalimentari che pesano fortemente sul potere d’acquisto delle famiglie. Quindi, per questo aspetto, è fondamentale che, il principale istituto di statistica, verifichi i dati emersi. Solo conoscendoli esattamente si possono mettere in campo gli strumenti e le misure corrette per contrastare i rincari.
Far fronte agli aumenti presuppone una tipologia di spesa “intelligente”, comprando prodotti che non si deperiscano in pochi giorni e quelli necessari per andare avanti. Così facendo si limiterebbero gli sprechi che vanno a incidere fortemente sul potere d’acquisto delle famiglie. Le istituzioni però, devono intervenire sulle speculazioni in atto nella filiera produttiva in questa fase. Attualmente, sia le materie prime agroalimentari che i costi energetici sono in netta diminuzione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando ci furono dei grandi incrementi, che però tuttora persistono. Non bisogna congelare gli aumenti, ma abbattere le speculazioni in atto che incidono fortemente sul benessere economico delle famiglie.
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