“IRREVERSIBILE” E’ SOLO IL TERMINE DEL MANDATO DEL MINISTRO PADRONI GRIFFI allorquando la parola tornerà, come è giusto che sia, al corpo elettorale e ad un Parlamento nuovamente rappresentativo di quelle istanze localiste avversate dal Ministro. Nessuna riottosità ad un processo necessario, purchè frutto di un percorso rispettoso delle regole che il Paese democratico si è dato, che non tollera prese di posizioni a salvaguardia di un egocentrismo cieco innanzi alle esigenze dei territori e della gente, dei rappresentanti del popolo, dei loro mandati, della storia e della dignità di chi ha operato responsabilmente. Non è questa la riforma istituzionale di cui il Paese ha bisogno: questo è solo l’ennesimo succedaneo, inadeguato e capace di produrre solo ulteriore inefficienza e fonti di spreco. Le nuove circoscrizioni che nasceranno dalle ceneri dell’accorpamento avranno dimensioni ingestibili da parte di una governance lontana dalla gente: nel Lazio genererà una maxi provincia da 1.053.859 abitanti, distribuiti su 124 comuni, insistenti su 5.495 km/q, pari alla regione Liguria, capace di generare un Pil annuo pari a 24.317 milioni di euro il che equivale a dire una produzione superiore a quella della regione Umbria (21.623) quasi pari a quella della regione Abruzzo (28.371); quasi quattro volte superiore a quella della regione Basilicata (6.479). Leciti pertanto appaiono i motivi di preoccupazione per l’assetto della nostra Regione e contenute nella manovra di riordino della quale il Ministro va fiero, ma che si rivela anche aggi, al varo del decreto che ne detterà i tempi, decisamente idonea a ridisegnare un assetto istituzionale capace di raccogliere le istanze del territorio e dare la giusta opportunità di crescita tanto alla Capitale, quanto alle realtà provinciali da rivisitarsi certamente in ragione del perseguimento di una maggiore razionalizzazione di spesa e competenze, ma guardando alla capacità di rispondere in modo organico alla loro rappresentatività territoriale e peculiarità storica, coniugando sviluppo sostenibile e sintesi territoriale. Il rigore, il contenimento delle spese, la razionalizzazione delle risorse sono i “temi dell’emergenza” che non può annichilire la portata del dibattito politico su riforme istituzionali serie e necessarie ad invertire la rotta. Serve una nuova fase istituzionale che rafforzi identità ed unità, consolidandone i punti di forza anche attraverso la distribuzione dei poteri in una nuova articolazione territoriale ed istituzionale in modo da rendere più efficiente ed efficace l’azione amministrativa dei livelli istituzionali e sostenere al meglio i processi di rientro da una crisi che si paventa all’orizzonte inarrestabile. Il Ministro ha svolto i “compiti a casa”, cancellando le Giunte, fissando termini di scadenza come fossimo prodotti deperibili ancora una volta abdicando al delicato ruolo affidatogli: servire il Paese. Quanto mai inopportuno compiacersi di questo risultato!
Armando Cusani