Scongiurati i due miliardi in più per i nuovi ticket, e con la garanzia che comunque non ci saranno altri “tagli lineari” non più sopportabili in sanità, è ripartito, dopo mesi di stand by, il dialogo tra governo e Regioni per arrivare alla sigla del nuovo Patto per la Salute. Una cornice entro cui riorganizzare e gestire il Servizio sanitario nazionale che, ecco una novità, non dovrebbe durare più solo tre ma cinque anni, per dare garanzie più a lungo termine e permettere una programmazione che abbia modo di dispiegare i suoi effetti nel tempo. La ‘prova generale ‘ per il nuovo Patto è stata ospitata dal ministro per gli Affari Regionali, Graziano Delrio, il primo a uscire soddisfatto dall’incontro informale, perché non solo si è registrata la volontà di tutti di ripartire con il Patto, ma anche con il percorso del federalismo fiscale, con la ripresa della discussione sui costi standard. “Nei prossimi giorni – ha assicurato il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani – si entrerà nel vivo, con la discussione del decreto che ci è stato annunciato che individuerà le cinque Regioni tra cui i governatori sceglieranno le tre che faranno da benchmark per standardizzare i costi in sanità. Forte della assicurazione che la mannaia dei nuovi ticket non si abbatterà più sulle Regioni, condizione “sostanziale” senza la quale le Regioni non si sarebbero sedute al tavolo, Errani ha spiegato che “abbiamo avuto la garanzia che il fondo sanitario 2014 partirà con 2 miliardi in più. Dopodiché Lea, Patto costi standard sono gli argomenti sui quali siamo pronti a discutere“, e attraverso i quali “si procederà per realizzare un salto di qualità, assicurando un adeguato finanziamento al sistema“.
Il prossimo appuntamento, quello ufficiale, come ha annunciato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ci sarà già la prossima settimana, il 24 luglio. Si dovrebbe incominciare a delineare almeno i ‘capitoli ‘ di cui sarà composto il nuovo Patto, nel quale tra le altre cose potrebbero essere riscritte le regole per i piani di rientro e anche armonizzate la riforma della medicina territoriale con la riorganizzazione della rete ospedaliera. Di sicuro il ministro preme per fare in fretta, perché il sistema ha bisogno di essere messo in sicurezza non tanto per l’oggi, quanto per il futuro. “Abbiamo registrato una grande disponibilità da parte delle Regioni – ha sottolineato Lorenzin al termine del primo incontro – a riprendere un percorso interrotto“. Ora “ci deve essere insieme alle Regioni un lavoro per rendere efficiente il sistema e anche con la riapertura del percorso dei costi standard speriamo di attuare tutte quelle misure che gli italiani aspettano per un servizio sanitario di qualità“.