«Erosione e frane che stanno colpendo la provincia di Latina sono la risultanza di una politica inadeguata per contrastare il rischio idrogeologico a cui i nostri territori sono soggetti da sempre. Quanto accaduto in Sardegna deve essere uno sprone per uscire dalla fase, che troppo spesso ci contraddistingue, di arginamento dell’emergenza per entrare in quella della prevenzione. In questi giorni le piogge torrenziali hanno riaperto questa ferita nella nostra provincia che deve essere rimarginata una volta per tutte. A giugno ho chiesto al presidente Zingaretti chiarimenti sullo stato d’attuazione dell’Accordo di programma quadro di luglio 2010 tra il Ministero dell’Ambiente e la Regione Lazio. L’accordo rendeva disponibili 120 milioni di euro individuando, anche, gli interventi urgenti necessari a fronteggiare i gravi rischi di frana e di esondazione sul territorio regionale. Stiamo parlando di 71 interventi complessivi di cui ben 59 relativi ad “alto rischio” frane”. Nonostante questo nulla si è mosso. Dal monitoraggio effettuato dall’Ispra risulta che nel 2011 i lavori finanziati risultavano conclusi solo nel 48% dei casi. Le zone a maggior rischio sono le aree balneari e costiere su cui in questi giorni si sono verificati, come nel caso del lungomare di Latina, eventi che hanno messo e continuano a mettere a rischio la vita dei cittadini. E’ necessario passare all’azione e che la Regione coinvolga l’Agenzia Regionale Difesa del Suolo (ARDIS) e l’Autorità dei Bacini Regionali (ABR), insieme ai tecnici e le tante professionalità presenti nei comuni, nei Parchi regionali e nei Consorzi di Bonifica, per accelerare le azioni tecniche e amministrative per avviare le opere di riduzione del rischio idrogeologico e mettere in sicurezza il territorio regionale. Non posso che condividere l’appello alla prevenzione dell’ordine dei geologi del Lazio che, per voce del presidente Troncarelli, spiega ancora una volta i contenuti dell’analisi dei Piani di Assetto Idrogeologico elaborati dalle Autorità di bacino che evidenziano come i nostri territori siano a costante rischio: la provincia più a rischio è Frosinone seguita da Roma, Viterbo, Latina e Rieti». Continuare in questo atteggiamento di inerzia contribuisce a far lievitare i costi senza produrre quella sicurezza che i cittadini hanno il diritto di vedere realizzata in tempi brevissimi. Il presidente Zingaretti mettere a disposizione dei territori tutti gli strumenti che consentano di monitorare il fenomeno del rischio idrogeologico, di contenerne gli effetti attraverso la manutenzione dei corsi d’acqua, opere di ripascimento e relativa manutenzione nelle aree costiere, informazione dei cittadini sullo stato del territorio in cui vivono. Come Regione dobbiamo archiviare l’emergenza ed affrontare con serietà e responsabilità politica ed istituzionale l’ordinaria gestione di un fenomeno che se continua ad essere minimizzato e trascurato può mettere in ginocchio il Lazio e le sue province». Lo dichiara il consigliere regionale del Pdl, Giuseppe Simeone.