Quello di ieri sera è stato un incontro importante perché con i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, in servizio e in quiescenza, abbiamo ragionato su argomenti fondamentali per la civile convivenza.
Con una malavita sempre più arrogante e debordante e l’impennata di reati in massima parte predatori, il cittadino è sempre più lasciato solo in difesa della sua persona e di quella dei suoi familiari.
In quest’avvilente panorama non sfugge agli stessi cittadini l’impossibilità fisiologica di tutte le Forze dell’Ordine di svolgere un servizio di controllo ottimale del territorio tale da frenare lo tsunami malavitoso.
Il perché delle mancanze degli operatori di polizia sono note e vanno dalla carenze di appropriati investimenti in mezzi, tecnologie e retribuzioni, ma soprattutto sono completamente ignorati da una classe politica miope e incapace di realizzare appieno quanto sta accadendo nelle nostre città.
Delle difficoltà in cui versano gli operatori di polizia in buona sostanza, non interessa a nessuno o quasi, tanto è vero che soltanto nel programma elettorale di Fratelli d’Italia vi sono richiami forti a sostegno degli uomini e donne della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, dei Carabinieri, delle Polizie Locali e dei Vigili del Fuoco.
Eppure per trovare i fondi necessari per ridare dignità al settore basterebbe dilazionare, ad esempio, l’acquisto dei caccia F35 per risparmiare miliardi di euro.
Cinque, infine, sono i punti chiave legati ai temi della sicurezza inseriti nel programma di Fratelli d’Italia: 1. Considerare prioritaria la voce sicurezza nei programma di ogni governo, come precondizione di esercizio di ogni libertà garantita dalla Costituzione; 2. Destinare al comparto sicurezza e difesa ogni risparmio proveniente da tagli sugli armamenti o da altre voci, aumentando la retribuzione dei servitori dello Stato; 3. Destinare parte delle risorse recuperate per incrementare le pattuglie miste “militari -forze dell’ordine”, presenti in alcune città ma richieste in tutta Italia; 4. Garantire la certezza della pena ai condannati dopo aver loro assicurato il massimo del garantismo con i 3 gradi di giudizio; 5. Impegnarsi, infine, nella costruzione di nuove carceri, dove sia rispettata la dignità umana dei detenuti e della polizia penitenziaria che vi lavora, e prevedere pene alternative al carcere, escludendo però ogni ipotesi di amnistia.
Ritengo il problema sicurezza un tema che non può continuare ad essere sottostimato, ed è per questo il mio impegno non potrà che essere massimo all’interno delle sedi istituzionali deputate.
On. Gina Cetrone
Consigliere regionale Fratelli d’Italia