“Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. Eppure le donne sono la colonna vertebrale delle società”.
Rita Levi Montalcini con queste parole rappresenta una grande verità: le donne reggono questo mondo, ma troppo spesso ancora faticano ad affermarsi, ad essere davvero loro stesse. Sono costrette a scegliere tra carriera e famiglia, a fare sacrifici, a soffocare sacrosante ambizioni.
Celebrare la “Giornata Internazionale della Donna” significa lavorare, in ogni aspetto, per far sì che le pari opportunità non siano uno slogan, ma una realtà. La strada è ancora lunga. A partire dal diritto al lavoro. Gli ultimi dati Istat relativi a Roma e Lazio denunciano un quadro preoccupante: prima della pandemia, nel 2019, i tassi di occupazione femminile si attestavano al 57,3%. Oggi i dati parziali 2022 parlano di un decremento di almeno il 2,2%.
Nel Lazio, al momento, il 40% delle donne non cerca più lavoro e nella fascia 24-35 anni una donna su due è inattiva. Quelle che riescono a entrare nel mondo del lavoro sono più precarie e guadagnano meno. Delle persone che vivono nella nostra Regione in povertà, pur lavorando, la maggior parte sono donne.
Questa deriva si deve arginare partendo dal welfare, da politiche reali di inclusione sociale e attenzione alla tutela della maternità. La mia sfida verso le pari opportunità non è di circostanza, ma ha radici antiche. Nelle organizzazioni che ho avuto l’onore di guidare le donne ricoprono posizioni apicali e si è lavorato molto per raggiungere un concreto ed effettivo “gender balance”.
L’aria generale, per fortuna, sta cambiando. Per la prima volta l’Italia ha una premier donna, un capo dell’opposizione donna, una presidente della Corte di Cassazione donna. Al vertice di tre tra le più importanti istituzioni UE, pure, vi sono rappresentanti al femminile. La parità e l’uguaglianza sostanziale nel nostro Paese devono partire da questi dati incoraggianti.
Oggi, nel mio nuovo ruolo istituzionale mi impegno a costruire, come ribadito più volte, una Regione realmente inclusiva per le donne.
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