Mentre tutti pensano al Quirinale e alla Grecia di Tsipras, dalle parti di piazza Paganica 13 la riflessione è in fase avanzata. Corre sul filo di contatti riservati e frenetici. Tanto avanzata che la decisione sembra prossima. Si sussurra addirittura che Giorgia Meloni abbia già delineato il percorso. Tutto molto sottotraccia, ovvio. Ma quel che è certo è che non bisogna consultare il mago Otelma per capire che un sommovimento è in atto. Fratelli d’Italia medita di sparigliare. Fottendosene delle perplessità e dei dubbi dei vari La Russa, Corsaro, Cirielli, Todaro e quant’altri, il gruppo dirigente romano, i “gabbiani” – zoccolo duro del movimento – s’appresterebbe ad una virata acrobatica: dentro o fuori è la realtà che le loro antenne percepiscono e dentro o fuori è appunto la scelta che si accingono a fare. Archiviata l’idea di ricostruire Alleanza Nazionale, idea che non ha prodotto lo sperato sostegno delle urne, e praticamente scaduto il diritto di utilizzare il simbolo di proprietà della Fondazione per le future elezioni, Fabio Rampelli, la Meloni e parentela si sono convinti che l’unica possibilità di svangarla (rientrare cioè in Parlamento alle politiche) è quella di dare sostanza all’ennesimo partito personale. Uno con nome e faccia. Cosicchè, dopo il Pd di Renzi, i 5Stelle di Grillo e la Lega di Salvini (con l’aggiunta della lista “Noi con Salvini”) ci accingiamo perciò a salutare la nascita del partito di Giorgia Meloni. Faccia ancora spendibile, almeno per i sondaggi che i “gabbiani” hanno avuto modo di leggere.
Ma bisogna fare in fretta. Non c’è tempo da perdere. Matteo Salvini sta addirittura organizzando una mega keremesse proprio nella Capitale per saggiare consistenza ed entusiasmo di quanti guardano a lui quale riorganizzatore del centrodestra. E il gruppo dirigente di FdI che negli ultimi mesi ha visto il costante restringersi dei propri margini di manovra e di agibilità politica teme adesso un esodo in massa anche nella Capitale verso la proposta del giovane e talentuoso leader lumbard. Ecco perciò l’idea. Giorgia Meloni è politica navigata. La ragazza della Garbatella, al netto di improbabili photoshop e acconciature alla Catherine Deneuve, sogna di diventare la Marine Le Pen nostrana.
Tant’è che s’è precipitata alla recente cena organizzata nella Capitale in onore della transalpina da Giulio Terzi. Creatura di casa Rampelli, vero ed unico capo, è stata protagonista di una ascesa vertiginosa. Nominata deputato nelle elezioni del 2006, fu insediata a sorpresa da Fini alla vicepresidenza della Camera in odio ai soliti colonnelli e fu nominata nel 2008 dal Berlusconi trionfante, ministro della Gioventù. Fatti che non le hanno impedito – poco dopo – di prendere le distanze prima dall’uno e poi dall’altro. Adesso pare sia arrivato il momento di mettere a frutto le sue due qualità: giovane e donna. Un passepartout che le ha consentito di bruciare le tappe e che oggi può tornarle ancora utile. Proprio per il nuovo soggetto politico. Magari abbandonando al proprio destino alcuni dei “brontosauri” che ancora la circondano. Del resto, è il ragionamento, se le rilevazioni danno alla Meloni il 15 per cento di gradimento e Fratelli d’Italia non riesce ad arrivare al tre, perche’ non provarci? Primum vivere…