“Secondo il New York Times il biglietto istituito di recente per visitare il Pantheon è una nuova gallina dalle uova d’oro per le casse pubbliche italiane. Il nobile foglio, che nella sua lingua recita ‘sacred cash cow’, e del resto a quale altro animale avrebbe potuto pensare un popolo di gloriosi cow-boys, non poteva non schiantarsi sul solito, trito luogo comune su Roma, dimenticando però che le ricchezze storiche e artistiche della città, come del resto del Paese, sono talmente tante che non si capisce perché non si dovrebbe trarne vantaggio a favore di tutta la comunità”. Lo dichiara in una nota il consigliere capitolino e capogruppo della Lega in Campidoglio Fabrizio Santori, commentando su Facebook un corsivo del New York Times sull’istituzione dell’ingresso a pagamento al Pantheon. “Purtroppo, il decoro ai minimi storici, i pochi mezzi pubblici, immondizia, favelas, scarsi controlli e caos, rendono discutibile la richiesta di pagare un biglietto, e naturale la perplessità sull’istituzione di spazi a numero chiuso per le visite per ovviare alla poca sorveglianza e all’incapacità di far rispettare le leggi, come ipotizzato per la fontana di Trevi dopo gli ultimi bagni dei cafoni globali, italiani, e stranieri. Da evitare anche situazioni estreme come quelle che si sono verificate al Circo Massimo, al centro delle polemiche dopo l’ultimo concerto. Un bene storico e archeologico e anche bella cornice per gli eventi dei nostri giorni: ma con misura, decoro e rispetto di quel patrimonio che tutto il mondo ci invidia e deve essere protetto”, conclude Santori.
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