La celebrazione eucaristica dedicata alla festa del Sacro cuore di Gesù, nella Basilica di San Vitale e Compagni Martiri in Fovea di via Nazionale 194 in Roma, la conferenza di presentazione della Fondazione Antonio Emanuele Augurusa. La Fondazione è intitolata ad un dodicenne di straordinarie sensibilità solidali e altruistiche, che nel 1998 vide spezzare la propria esistenza in un assolato pomeriggio estivo in un campetto di calcio della periferia calabrese, arrangiato, come in tante altre aree dimenticate dei troppi “sud del mondo”, senza alcun rispetto delle regole basilari di sicurezza. Dall’ennesima vittima innocente di una tragedia, prevedibile ed evitabile, in una delle troppe strutture trascurate destinate ai più piccoli, nascono le direttrici della nascente fondazione Augurusa: educazione e inclusione sociale, nel più ampio spettro della cooperazione umanitaria finalizzata a ragioni di equità e pari opportunità.
Seguendo il motto “Charitas omnia vincit”, la Fondazione intende orientare la propria missione ed azione allo sviluppo umano integrale, ispirato e concepito dalla Populorum Progressio di Papa Paolo VI, come “la promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo, nella realizzazione dello sviluppo integrale dei popoli”. Declinando in quest’ottica le peculiari propensioni che Antonio, sempre particolarmente sensibile a condizioni di emarginazione e povertà incrociate nella sua infanzia, coltivò nei confronti dello sport, per amore del quale rimase vittima, dell’ambiente, rispetto al quale manifestò sempre un’innata vocazione alla cura e per il quale è necessario un costante impegno educativo e culturale, e dell’arte, ambito in cui rivelò subito un’evidente passione.
Per raggiungere i suoi scopi, la Fondazione propone un modello operativo fondato sulla “restituzione generativa”, adoperandosi come attivo promotore e soggetto di intermediazione affinché progetti di responsabilità sociale d’impresa, donazioni materiali, prestazioni professionali e donazioni economico-finanziarie possano convergere nella realizzazione concreta di opere ad alto impatto sociale volte a prevenire tragedie che ancora troppo spesso rivelano condizioni di inaccettabile disagio sociale nel mondo. Affinché chi più ha ricevuto, possa restituire di più a chi, senza colpe, non ha mai avuto, mettendo in circolo e rendendo generativi i propri “talenti”. Sono già molteplici le realtà del mondo accademico, imprenditoriale e istituzionale che hanno deciso di sposare “il modello rigenerativo” proposto dalla Fondazione. Tra queste, società impegnate nello sviluppo di modelli di business più sostenibili ed inclusivi.
Al termine della Santa Messa, presieduta dal cardinale Luis Antonio Tagle, Prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, con mons. Patrick Descourtieux, Capo Ufficio della Congregazione per la Dottrina della Fede, mons. Isidoro Iacovici, rettore e parroco della comunità Rumena di Italia, e Don Elio Lops, parroco della Basilica di San Vitale, sede istituzionale scelta dalla Fondazione, avranno luogo le relazioni previste dal programma. A prendere la parola, saranno il promotore e presidente della Fondazione, Francesco Augurusa, e il consigliere Renato Loiero, Presidente del Board of Trustees, l’ingegnere Francesco Saverio Emmanuele Profiti, componente del Board of Trustees, che daranno conto della visione e delle prospettive operative della Fondazione rispetto all’Agenda 2030. Seguiranno gli interventi dell’archeologa Enza Zappone e di Maurizio Misasi, Presidente della Fondazione Riccardo Misasi – Ereditare la terra, in merito al ruolo storico della Basilica, e infine di Paolo Fusaro, Direttore generale Mieci Spa, e di Emanuele Miceli, amministratore delegato SIM Ingegneria, i quali illustreranno il progetto di riqualificazione e valorizzazione dell’antica navata laterale della basilica, che sarà intitolata proprio ad Antonio Emanuele Augurusa, ed è attualmente allo studio con una partnership tra la Fondazione e Mieci.
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