La Provincia di Latina, per non dire le provincie del Lazio, ancora una volta è stata soffocata dalla bramosia romana. La richiesta della definizione delle aree Zls nel Lazio è nata dalla necessità di rafforzare la resilienza delle zone cuscinetto di Latina e Frosinone, particolarmente a disagio per la concorrenza della Campania, agevolata dal vero provvedimento incentivante riservato al sud del Paese, qual è la Zes. Leggo una incredibile lista di comuni scelti con criteri incomprensibili, e comunque non omogenei, che determineranno disparità finanche tra aziende dello stesso territorio, magari divise da una strada come a Latina, dove nel medesimo distretto industriale insisteranno aziende di serie A e di serie B appartenenti alla stessa categoria come nel Farmaceutico, nell’Agro alimentare e nel Metalmeccanico.
Perché? Basta guardare l’elenco. Saltano all’occhio gli interventi puntuali frutto dell’applicazione pedissequa del manuale Cencelli, devastante se applicato all’economia e non alla politica.
La sorpresa, molto negativa è la presenza di Roma nella lista dei comuni incentivati. La Capitale ha già una serie di status che la rendono agevolata: la legge del 1990 e quella del 2016, riservata a Roma Capitale e all’area Metropolitana di Roma. Era necessario inserirla nella Zls togliendo letteralmente l’ossigeno a territori in gravissima difficoltà che avrebbero avuto solo la Zls come incentivo?
Roma si appresta a vivere il Giubileo, Roma già integralmente un cantiere aperto per i prossimi 20 anni! Una città che vive di servizi, pubblico impiego e turismo necessitava della Zls?
La ritengo una scelta vergognosa e invito i sindaci appartenenti al Consorzio Industriale del Lazio, tutti i sindaci, a richiedere l’immediata rettifica del provvedimento. Roma, ad oggi, è oggetto del più grande investimento pubblico tra le capitali di tutta Europa, quindi del mondo al netto del mondo arabo. Togliere spazio a piccoli territori che vivono un momento di grave sofferenza è un errore da sanare immediatamente.
Mi chiedo dove sia la classe dirigente di questi territori e dove abbiano sepolto la libertà di giudizio.
Mi chiedo dove siano gli autorevoli esponenti del Consorzio Industriale, fatto letteralmente a pezzi dal provvedimento. Dove sono gli esponenti del mondo sindacale e della rappresentanza in genere?
Amo Roma, la mia Capitale, e ritengo che sarebbe più forte se intorno non rimanesse il degrado economico e sociale.
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