domenica 24 Novembre 2024,

Cronaca

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Roma: No alla residenza agli occupanti abusivi degli immobili

scritto da Redazione
Roma: No alla residenza agli occupanti abusivi degli immobili
“Ribadiamo il nostro secco no alla concessione della residenza agli occupanti di immobili. L’amministrazione ha il dovere di aiutare chi è in difficoltà, ma non può dare maggiori diritti a chi trasgredisce le leggi rispetto a chi le osserva”. Lo dichiara in una nota il consigliere della Lega Fabrizio Santori, a proposito mozione approvata dalla maggioranza capitolina, finalizzata ad agevolare la residenza a chi occupa immobili. “Affrontare il problema in questo modo, in un delirio buonista cullato dal sonno della ragione, produce solo danni e moltiplicherà all’infinito il problema senza risolverlo”, insiste Santori. “Cercare di cancellare un preciso dettato in questo senso del decreto 47 del 2014, ‘rendere la residenza esigibile per tutte le persone’, come si esprime l’assessore Funari, è il tentativo becero di ottenere sempre qualcosa di più per chi non ha diritto a scapito di chi attende il suo turno nella graduatorie”, dice il rappresentante del Carroccio. “Invitiamo la maggioranza, cui offriamo tutta la nostra collaborazione, come sempre abbiamo fatto, ad agire in nome di tutti i romani risolvendo le questioni abitative e del lavoro con un percorso serio e rapido, che allontani dalla città chi non ha diritto a rimanere e elimini finalmente i problemi cominciando dall’inizio, e cioè da chi, lo ripetiamo, è regolarmente iscritto nelle graduatorie per una casa popolare. La povertà non è un businness, né un serbatoio di voti cui attingere mentre si traballa politicamente tirando avanti giorno per giorno facendo leva sulle difficoltà altrui. Una vergogna indicibile è farsi scudo di morti, di posti di lavoro persi, di attività distrutte, di perdite economiche enormi, di una crisi e di un dolore che non finiscono per cancellare i cittadini e pensare invece a chi non fa nulla, cresciuto e divenuto magari perfino nonno riempiendosi la bocca di ‘diritti’, nell’obbrobrio di un ragionamento che ha cancellato dal suo vocabolario almeno due parole chiave della politica e della convivenza civile e sociale: doveri e rispetto”, conclude Santori.

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