Ascoltati oggi in ottava commissione alla Pisana i rappresentanti degli allevatori e quelli delle associazioni che si occupano del biologico. Nel primo caso sono state esposte ai consiglieri regionali presenti le difficoltà che affliggono da tempol’Associazione regionale allevatori del Lazio (Ara). La seconda audizione ha avuto per tema la regolamentazione delle attività commerciali in materia di prodotti biologici ed ecologici, con un occhio in particolare sul nuovo testo unico del commercio regionale.
IL CASO ARA
Sul primo tema, Cofederdia e Uila Uil hanno ricostruito i termini della situazione, che vede l’Ara (l’Associazione regionale allevatori) del Lazio in credito di una parte dei fondi dovuti per il 2015 per circa 800 mila euro. Somma che avrebbe dovuto essere erogata attraverso la Regione, poiché la parte di competenza statale dell’iter si è già conclusa. Inoltre, per il 2016, sempre secondo i rappresentanti, non si hanno certezze sull’importo dei fondi, che giungono all’associazione da tre versanti, Stato, Regione e soci. Tutto ciò, unito alla notizia che si è diffusa di una procedura di liquidazione volontaria dell’ente aveva portato le associazioni sindacali a chiedere un confronto con l’assessore regionale, ma senza esito. I lavoratori interessati sono 41 e già ad oggi lamentano il mancato percepimento di due mensilità di stipendio. L’ente svolge anche funzioni per conto della Regione, ad esempio sulla qualità del latte.
Il peggio è che, come ha aggiunto la Flai Cgil, non più di due anni fa si era proceduto a liquidare le associazioni provinciali e a creare quella regionale per garantire gli stipendi dei lavoratori. Fai Cisl, infine, ha ricordato che il precedente assessore aveva anche prefigurato un assorbimento da parte della Regione dell’Ara, ipotesi che l’ente aveva però respinto, preferendo continuare a esistere in quanto tale, sebbene a prezzo di sacrifici economici da parte dei dipendenti.
I consiglieri regionali che hanno ascoltato le parole dei rappresentanti degli allevatori hanno sollecitato il presidente della commissione ad attivarsi presso la giunta per chiedere lo stato dell’iter per la corresponsione dei fondi che risultano a tutt’oggi non pervenuti e a cercare tutti insieme una via per disegnare un futuro migliore per questo settore. L’anomalia – è stato osservato – è quella di una società che non è regionale ma svolge una parte di controlli di interesse generale e la garanzia del posto di lavoro resta comunque il primo obiettivo.
COMMERCIO DI PRODOTTI BIOLOGICI ED ECOLOGICI
A seguire, si è tenuta l’audizione sulla regolamentazione delle attività commerciali in materia di prodotti biologici ed ecologici. Confartigianato Imprese Roma e Lazio si è chiesta dove si andrà a collocare nel testo unico del commercio – all’esame proprio della ottava commissione del Consiglio regionale del Lazio – il tema del biologico, che rappresenta ormai una fetta interessante del mercato, con la sua esigenza preminente di controlli, tesi a prevenire le truffe che possono danneggiare il comparto. Sulla responsabilità per queste ultime, è stato fatto rilevare che esse partono molto spesso dai produttori, ma anche la distribuzione a volte non è esente da colpe. Il controllo del consumatore è molto importante ma non può esaurire tale funzione, così si rendono necessarie altre forme di controllo.
I rappresentanti di Eco-Bio Confesercenti hanno precisato che la gran parte del biologico viene veicolata dalla grande distribuzione e che l’attuale normativa prevede una certificazione di tutta la filiera, che tiene fuori i soli dettaglianti che rivendono il prodotto confezionato. Ciò che è necessario è quindi soprattutto un controllo del dettagliante che vende il prodotto biologico sfuso. Ancora più grave, è stato aggiunto, il problema del controllo della somministrazione del biologico, che ad oggi non è prevista. Problema aggravato dal fatto che la maggior parte dei ristoranti che somministrano il biologico non somministrano solo biologico (a differenza dei negozi, che in molti casi sono specializzati).
Confartigianato ha voluto puntualizzare, a questo punto, la gravità del problema dei costi della certificazione sui piccoli esercenti. Da parte dei commissari è stata prospettata la possibilità di utilizzare ai fini dei controlli anche strutture già esistenti, come quelle operanti nel settore della lotta alla criminalità, visto che i sodalizi criminali hanno spesso interessi nel settore agroalimentare, e si è chiesto l’ausilio delle associazioni intervenute ai fini dell’elaborazione della normativa.
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La commissioneIstruzione e diritto allo studiodella Pisana ha respinto a maggioranza, con un solo voto contrario, la proposta di legge“Interventi per garantire la libertà di scelta educativa della famiglia”, presentata dalla consigliera Olimpia Tarzia e sottoscritta da diversi consiglieri di opposizione.
Il provvedimento interveniva sulla normativa regionale in materia di diritto allo studio (legge 29 del 1992) e, con un unico articolo, prevedeva l’introduzione di “buoni scuola” in favore delle famiglie del Lazio per la copertura, totale o parziale, delle spese effettivamente sostenute per l’iscrizione e la frequenza di istituzioni scolastiche paritarie. Il voto finale è giunto al termine di un prolungato dibattito.
Inoltre, la proposta di legge, presentata in Commissione nell’aprile scorso, era stata oggetto di un lungo ciclo di audizioni con: Forum delle associazioni familiari del Lazio, Federazione istituti di attività educative (Fidae), Associazione genitori (Age) – sezione Lazio, Associazione genitori scuole cattoliche (Agesc), Associazione Comitato articolo 26, Movimento italiano genitori (Moige), Fratelli delle scuole cristiane, Federazione italiana scuole materne – Lazio, Ufficio scolastico regionale, rappresentanti dei sindacati Cisl e Cgil.
Associazionismo comuni e comunità montane, martedì il parere
Questa mattina, inprima commissione, competente in materia di enti locali, è stato illustrato dall’assessore proponente Fabio Refrigeri loschema di delibera di giunta sui “Contributi a sostegno dell’associazionismo comunale. Criteri e modalità di assegnazione delle risorse statali trasferite nell’annualità 2016 attribuite alle Regioni in base all’intesa n. 936/CU del 1 marzo 2006. Esercizio finanziario 2018”.
La delibera è in linea con la governance della Regione Lazio che promuove i soggetti intermedi e l’associazionismo per la gestione di alcuni servizi essenziali dei comuni. La legge tende a uniformare e mettere ordine su criteri, priorità e obbligatorietà dei servizi e dell’ associazionismo, spesso sovrapposti tra comunità montane e associazioni di comuni. La delibera è approdata in commissione per l’acquisizione del parere di competenza, che sarà votato martedì prossimo alle 12,30.