“Se dovesse accadere che il successore di Giorgio Napolitano, venisse eletto grazie al voto determinante dei 148 parlamentari eletti grazie al porcellum dichiarato incostituzionale dalla Suprema Corte, allora avremo fatto carta straccia delle regole della democrazia italiana“. Così, lo riferisce una nota, nell’odierno editoriale pubblicato da Il Giornale d’Italia, Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra e vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio.
“Renzi – scrive ancora Storace – punta al massimo risultato con il minimo sforzo, per avere al Colle non un Presidente autorevole ma uno scendiletto. Quando Napolitano venne rieletto al secondo mandato, ricevette 738 voti, essendo indicato a larghissima maggioranza. Oggi, auspichiamo che non ci si accontenti dei numeri bassi del quarto scrutinio (sarebbero sufficienti 505 voti) ma proponiamo di alzare l’asticella a 653 consensi, in modo da rendere ininfluente il premio di maggioranza… Altrimenti sarebbe come far entrare 148 maialini in fila al Colle. Ancor più paradossale – prosegue Storace – è che, invece di fermarsi e attendere un parere del nuovo Capo dello Stato, il Parlamento vada avanti nella discussione su temi di delicatissimo impatto istituzionale e costituzionale come la legge elettorale e la riforma costituzionale. In realtà, il premier ha il terrore di imbattersi in uno statista, anche proveniente da sinistra ma capace di farsi votare da destra. Nessuno, però, può permettersi di ipotecare sette anni, quasi due legislature, con i soliti giochini: occorrono regole chiare sulla Costituzione, sull’euro, sulla crisi del lavoro, sulla libertà di critica civile e politica anche nei confronti del Capo dello Stato. Faremmo il tifo per un Presidente così“.