“Bravo Marino e adesso falli ballare!” Velina Rossa prende posizione sulla crisi al Campidoglio invitando il sindaco Ignazio Marino a portare fino in fondo la sua iniziativa politica nei confronti del partito democratico stesso. “L’annuncio delle dimissioni del sindaco di Roma è stato diffuso negli ambienti di Montecitorio fin dalla mattina. Si è trattato di una notizia quasi studiata a tavolino per mettere Marino di fronte al fatto compiuto. Dobbiamo sottolineare questa circostanza – scrive Velina Rossa – anche perché è stata seguita da una dichiarazione di Esposito ed altri che loro non si erano dimessi, cosa che è avvenuta soltanto dopo alcune ore. Dalle prime notizie trapelate sembra che il sindaco Marino non voglia uscire come la vittima di tutta la bagarre. Anzi, secondo alcune indiscrezioni sembra deciso a trascinare in questa vicenda tutto il Partito democratico romano, che non è immune dalla gestione nell’epoca Marino e anche in parte in quella di Alemanno. La posizione del sindaco è inappuntabile? A nostro avviso in questo momento non è del tutto campata in aria. Lui vuole che le responsabilità addossate alla sua persona siano più correttamente distribuite con assessori e partiti di maggioranza“.
Velina Rossa aggiunge: “Non prendiamoci in giro: qui non si tratta solo del conto al ristorante. La crisi doveva essere aperta subito dopo l’emergere dello scandalo chiamato Mafia Capitale. E noi, come Velina rossa, lo abbiamo detto da subito e fin da allora. Ricordiamo come dagli ambienti del Pd le nostre parole di allora sono state prese con sarcasmo, al punto da essere definiti come i nuovi guastafeste. Accanto a noi c’erano giornali importanti come Repubblica, lo stesso Corriere della Sera e la stampa dell’opposizione. Se c’è in questa vicenda una responsabilità diretta o indiretta è quella del ministro degli Interni che di fronte a tutte le relazioni che mettevano in evidenza i guasti della giunta non ha creduto opportuno di sciogliere l’amministrazione, quando invece lo stesso ministro non perde tempo a commissariare i piccoli comuni per l’acquisto di qualche carta bollata in più“.
Laurito sottolinea che in questa vicenda “non si può trascurare la relazione di Cantone, il quale avrebbe avuto il dovere di chiedere lo scioglimento sia al ministro dell’Interno che al presidente del consiglio. Su tutto questo non ha pesato tanto l’arrivo del Giubileo, quanto la paura di perdere Roma. Non bastano le analisi di Orfini per mettere il coperchio sulle malefatte. Per tutto questo, noi ora diciamo: “bravo Marino, adesso falli ballare, che se le meritano”. Il Pd si trova oggi in un momento difficilissimo e lo si vede guardando al dibattito sulle riforme e a quello sulle unioni civili. Una senatrice pur di essere la prima di fronte al ‘principe’, propone l’immediata discussione di una legge poco meditata e divisiva. L’iniziativa cade in un momento rischioso, come dimostra la vasta discussione condotta in seno al Sinodo della Chiesa. Si poteva almeno attendere il 24 ottobre, giorno della chiusura del Sinodo. Dove vivono queste parlamentari? Nelle immagini patinate che le riprendono all’uscita dal palazzo con tacchi e gonne alla moda?“