TPL, PALOZZI (FI): “PER I PENDOLARI E’ ODISSEA NELLO STRAZIO”
“E’ assolutamente imbarazzante quando accaduto stamattina nel settore del trasporto pubblico su ferro capitolino. Un numero ridotto di treni, banchine e convogli stracolmi, pesanti ritardi e disagi a go go. Il tutto in un contesto di piena estate e caldo torrido, che chiaramente ha mandato su tutte le furie i già bistrattati pendolari romani. Per farsi una idea dell’epopea vissuta dagli utenti, o meglio della ennesima “odissea nello strazio collettivo”, mi è bastato andare alle ore 12.23 sul sito istituzionale di Atac alla sezione “Tempo reale” per leggere: Metro A rallentata, Metro B rallentata, Roma-Lido forti ritardi. Se questo è il virtuoso modello tpl che Improta aveva in mente, allora l’assessore alla Mobilità farebbe bene a dimettersi seduta stante. Al contempo mi auguro che Atac sappia spiegarci in maniera precisa e concreta le cause dei disagi di queste ore”. Così il consigliere regionale FI e vicepresidente della commissione Mobilità, Adriano Palozzi.
Gianfranco Rotondi, presidente di Movimento Rivoluzione Cristiana, è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’università degli studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Andrea Di Ciancio e Roberto Arduini. Diverse le tematiche affrontate da Rotondi nel corso del suo intervento
Rotondi ha presentato il suo nuovo movimento: “Nasce online per una ragione elementare: i partiti di oggi se non vogliono rubare devono fare così, visto che non c’è più il finanziamento pubblico e quello privato arranca. La prima attenzione deve essere quella di non spendere, utilizzando internet si possono ridurre i costi. Il nostro movimento vuole essere antico e nuovo insieme, in grado di riproporre il tema dell’impegno politico dei cattolici. L’Italia è un grande Paese cattolico e i cattolici anche quando c’era la DC non sono mai stati obbligati all’unità. C’erano persino cattolici comunisti. Se un tempo l’unità non era obbligatoria, poi è parso addirittura che fosse vietata. Dopo i 20 anni io azzarderei un rilancio, perché questo schema non ha funzionato. La nostra è innanzitutto una proposta culturale. Vogliamo creare un nuovo tetto sotto il quale riparare i cattolici, quelli che hanno ricostruito questo Paese“.
Rotondi non lesina critica alla stampa: “Molti giornalisti di regime mi detestano. Sono cattolico e mi dichiaro da sempre democristiano, mentre molti giornalisti vengono dal 68 e poi si sono divisi in due filoni di opportunismi, ci sono quelli che sono rimasti a sinistra nel doppiopetto di chi ha fatto i soldi, e poi ci sono addirittura i sessantottini che sono andati a destra, si sono buttati con Berlusconi. Chi sono i sessantottini andati in Mediaset? Ce ne sono una collezione, ma i nomi non si fanno. Il giornalismo italiano è infestato dall’opportunismo. E’ stato di sinistra estrema, poi di sinistra moderata, poi forzista. Ora è stato renziano ma inizia a guardarsi intorno. Vedrete che poi se gira in un certo modo diventerà anche salviniano. Berlusconi? Entusiasta del nome Rivoluzione Cristiana. Mi ha fatto i migliori auguri“.
Su Renzi: “Chi dice che lui ha creato una nuova democrazia cristiana sbaglia. La prima cosa che bisogna fare, quando si ha la velleità di formare un partito di ispirazione cristiana, è dire le cose che si vogliono fare e confrontarsi con chi le condivide. In Europa e nel mondo i partiti di ispirazione cristiana non sono a sinistra. Nel mondo non esiste a sinistra un partito cattolico. Renzi è un cattolico che guida la sinistra, ma non può essere nè la nuova DC nè un partito di ispirazione cristiana“.
Su Papa Francesco, considerato da molti un pontefice comunista: “Ma no, è una antica leggenda che cattolicesimo e comunismo fossero limitrofi. La realtà è che cattolicesimo e comunismo sono talmente opposti che danno ricette opposte alla soluzione dello stesso problema, ovvero i bisogni degli ultimi. Mentre il cattolicesimo rinvia l’uguaglianza all’altro mondo, perché su questo mondo siamo diversi, il comunismo prevede un’ipotesi in cui deve essere lo Stato a rendere tutti uguali e per realizzarla non può che essere violento, soffocando le libertà con la violenza. Papa Francesco masticherà foglie di coca in Bolivia? Bergoglio ha il merito di aver riavvicinato la gente alla Chiesa. Ha dato una scossa“.
“Guadagno 40 euro al giorno, se arrivano i vigili o mi fanno la multa o mi dicono di andare via. Ho una multa presa pochi giorni fa di 700 euro, ma non la pagherò mai. Ho avuto anche clienti vip, tipo Magalli o Rosolino. Alcuni mi lasciano addirittura le chiavi della macchina, così se arrivano i vigili la sposto“.
Roma, Piazzale Clodio, venerdì 4 luglio. Ore 13.30. Nel centralissimo quartiere Prati, a Viale Mazzini, a neanche cento metri dal tribunale della Capitale, tutti quelli che passano sembrano avere lui come unico punto di riferimento. Il lui in questione è un parcheggiatore abusivo egiziano, di 51 anni, che dirige il traffico come fosse un vigile urbano e gode di una fiducia tale da parte degli avvocati e degli impiegati che lavorano in zona che molti gli lasciano addirittura le chiavi della macchina: “Così, se arrivano i vigili, me la sposti” gli dicono come se fosse la cosa più normale del mondo.
Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, erano andati a Piazzale Clodio per vedere in che condizioni versa il quartiere Prati, uno dei più “nobili” della capitale. Il primo ad aver incontrato è lui. Il parcheggiatore abusivo punto di riferimento per avvocati e impiegati della zona. Che ha accettato senza problemi di fare due chiacchiere: “Sono egiziano, ho 51 anni. Sono in Italia da 20 anni, ho i documenti in regola e tutto in ordine. Da dieci anni mi sono preso questa piazzola vicino a Piazzale Clodio. I miei clienti sono avvocati che vanno in tribunale, impiegati di qualche ufficio in zona e qualche volta capitano anche dei vip, visto che qua vicino c’è la rai“.
Sul rapporto che ha con i vigili, il parcheggiatore abusivo è categorico: “Quando vengono o mi dicono di andare via o mi fanno una multa.Se non faccio in tempo a spostare le macchine parcheggiate qui sopra fanno la multa anche alle macchine. L’ultima multa che ho preso io è di 700 euro, ma tanto non l’ho pagata“.
Il parcheggiatore abusivo ammette che alcuni tra i suoi colleghi spesso usano metodi coercitivi: “I parcheggiatori abusivi sono violenti? Non tutti. Io no, anche se so che qualcuno ricorre anche a mezzi non piacevoli. Qualcuno riga le macchine, buca le gomme, alcuni si portano dietro un coltello o un paio di forbici. Io mai. Non sono mai stato un violento“.
Come è arrivato a prendersi una piazza così ambita come quella tra Viale Mazzini e Piazzale Clodio? “Prima di me c’era uno che veniva solo ogni tanto, così un mio amico mi ha detto di prendermi questo posto e ormai sono dieci anni che lo gestisco io. In un giorno guadagno circa 40 euro, dietro di me non c’è il racket, quello che guadagno è tutto mio. Ormai qui mi conoscono tutti, alcuni clienti mi lasciano addirittura le chiavi della macchina, così se arrivano i vigili che fanno le multe io gliela posto. Se qualcuno però vuole parcheggiarsi qua senza darmi soldi non c’è problema. So che qualche parcheggiatore abusivo fa ritorsioni, buca le gomme o riga gli sportelli, ma io non le faccio queste cose. Se domani uno venisse ad occupare il mio posto? No. Non può. Ci sono io, sono arrivato prima, nessuno può venire a lavorare in zona mia. Tra di noi non funziona così, ci sono delle regole“.
Infine una rivendicazione prima dei saluti: “Ogni tanto ho avuto anche qualche cliente famoso, tipo Giancarlo Magalli che lavorava qui vicino o Massimiliano Rosolino, che spesso passa con Natalia (Titova). La crisi? Si sente anche in questo settore, prima guadagnavo di più“.