giovedì 21 Novembre 2024,

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Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

scritto da Redazione
Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

LA BARBUTA, PALOZZI (FI): “ALTRO ROGO TOSSICO, RISCHIO TENSIONE SOCIALE”
Un nuovo rogo, l’ennesimo di questa torrida estate, è scoppiato prima di pranzo al campo rom La Barbuta. Un vasto incendio, probabilmente doloso e probabilmente divampato facendo bruciare gli scarti di chissà quali traffici di rifiuti ingombranti. Siamo ormai di fronte ad una realtà insostenibile, che nuoce gravemente sulla vivibilità e sulla salute delle popolazioni residenti di Morena e Ciampino. E’ più che evidente che all’interno dell’insediamento attrezzato, a fronte di persone che scelgono di vivere civilmente, ce ne siano altre che non conoscono o fanno finta di non conoscere le regole di convivenza collettiva. E’ bene dunque, che queste ultime siano cacciate per prime dal La Barbuta, il tempo del falso buonismo è ormai andato a farsi benedire. Si svegli l’amministrazione capitolina prima che scoppi la tensione sociale e corri ai ripari per affrontare una questione sociale, quella dell’insediamento attrezzato ai confini con Ciampino, finora rimasta senza soluzione. Ai cittadini, ormai esausti, non posso che esprimere la mia piena solidarietà”. Così il consigliere regionale FI e vicepresidente della commissione Ambiente, Adriano Palozzi.


TRASPORTI, PALOZZI (FI): “PIANO AZIENDALE COTRAL IN COMMISSIONE MOBILITA’”
Purtroppo l’audizione odierna dei vertici Cotral spa in commissione Mobilità non ha assolutamente fugato i miei dubbi su una gestione dell’azienda, che continua a dimostrarsi allegra, inefficiente e discutibile. In Cotral spa sta succedendo tutto e il contrario di tutto e alle opposizioni non è assicurato il sacrosanto diritto di monitorare le politiche di una società, partecipata al 100 percento dalla Regione Lazio e quindi dai cittadini. L’azienda, ad esempio, nell’ultima assemblea dei soci ha ufficializzato la nuova governance, con il CdA passato da 5 a 3 membri: la presidente Colaceci, l’ad Giana e un dirigente regionale. Una scelta che, seppur legittima, risulta assolutamente lesiva nei confronti dei consiglieri regionali, di fatto esautorati delle loro funzioni di controllo. Del nuovo CdA, in cui ad oggi non figura nessuna espressione delle minoranze, inoltre siamo stati informati solo per vie traverse e senza preventiva comunicazione. Un fatto gravissimo. Così come risulta molto grave aver appreso solo oggi, e quasi casualmente, la notizia che mercoledì prossimo il CdA Cotral Spa sarà convocato per l’approvazione del nuovo piano industriale: su questo punto ho sollecitato l’assessore Civita e il presidente Panunzi, ottenendo positivo riscontro, affinché avessimo una copia del documento. E di questo non posso che ringraziarli: si tratta di un gesto di trasparenza e rispetto nei confronti di questa commissione. Un gesto che, al contempo, smentisce impietosamente la volontà accentratrice e autoritaria del duo Colaceci-Giana. Che, inoltre, ha fornito risposte lacunose e insufficienti su gare e consulenze, attivate dall’azienda regionale. Non è certamente questo il modo di governare una società come Cotral, serve una governance plurale e trasparente: se il CdA e il presidente Zingaretti lo capiscono, bene, altrimenti ci rivolgeremo ad altri sedi per avere opportuna chiarezza sulle dinamiche quantomeno poco chiare all’interno di Cotral”. Così il consigliere regionale FI e vicepresidente della commissione Mobilità, Adriano Palozzi.


Domani alle 20 la presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi darà delle comunicazioni sull’inchiesta Mafia Capitale. Ma Franco Mirabelli, capogruppo del Pd in Antimafia, ha anticipato di voler chiedere alla Presidente di astenersi da tali comunicazioni poichè, secondo lui, sarebbe inusuale che una commissione parlamentare intervenisse prima delle determinazioni che il Governo deve assumere. L’On. Claudio Fava (Sel), vice presidente Commissione parlamentare Antimafia, ha risposto a Mirabelli ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Le dichiarazioni di Mirabelli sono state intempestive -ha affermato Fava-. La relazione che è stata messa a nostra disposizione dai commissari credo che debba essere discussa. Non dobbiamo aspettare il Governo, prima di esprimere un commento. La Commissione Antimafia non è la Domenica sportiva, non viviamo alla moviola le azioni. Noi stiamo dentro ai fatti in tempo reale e abbiamo il dovere istituzionale di esprimere la nostra valutazione. Poi il Governo può decidere in autonomia. E’ una catena di comando nella quale ciascuno si assume le sue responsabilità. Forse vogliono che la Commissione diventi un luogo di chiacchiera dove si parli di cose già fatta da altri. Se qualcuno non vuole la Commissione Antimafia, invece di stare lì a tagliargli le unghie ogni giorno, la sciolga. Si abbia il coraggio politico di dire ‘non la vogliamo’. Ma se nessuno si vuole prendere questa responsabilità, allora si permetta alla Commissione Antimafia di fare il proprio lavoro“.
Impresentabili. “L’aspetto che è stato più temuto -ha dichiarato Fava- è che quella lista venisse valutata dai cittadini per ciò che era, cioè l’elenco di alcuni candidati che non avrebbero dovuto essere candidati. Per questo gli elettori avrebbero potuto trarne le conseguenze decidendo chi votare e chi non votare. E’ questa la cosa che ha maggiormente preoccupato“.
Mafia Capitale. Il punto è capire cosa sia la Mafia -ha affermato Fava-. Il codice penale dice che c’è associazione mafiosa quando c’è un’organizzazione criminale che usa il vincolo associativo per creare obbedienza e subalternità, attraverso la forza intimidatoria Nella mafia romana questa forza intimidatoria è evidente. Non è detto che ci debba essere per forza violenza“.
Caso Crocetta. “Crocetta non va scaricato, il Pd non avrebbe dovuto candidarlo -ha dichiarato Fava-. E’ inadeguato, con o senza telefonata. Il Pd dovrebbe assumersi la responsabilità di una scelta e delle sue conseguenze politiche, ma non mi sembra che al momento abbia questo coraggio.


Paola Taverna, senatrice del Movimento Cinque Stelle, è intervenuta questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del programma ECG Regione, con Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Sulla frase del sindaco Marino rivolta ad una donna che lo contestava: “Al sindaco avrei risposto che è invidioso visto che lui non li ha due neuroni dato quello che ancora fa a Roma. Ormai bisogna avere un po’ di pietà per il sindaco Marino, bisogna capire che l’avversario è al tappeto e che quindi è inutile continuare a picchiarlo. Un sindaco che si rivolge così ad una cittadina che gli fa presente che Roma è sporca, è ormai una persona che ha deciso che la sua carriera da primo cittadino è finita. E’ qui a fare il burattino di Renzi. Quando ho letto la notizia ho pensato che il caldo fa male.
Sull’accordo Stato-Regioni per i tagli alla sanità: “Sono arrabbiatissima, ho tra le mani un patto di stabilità mascherato, 2,6 miliardi di tagli alla sanità . Forse è qui che Renzi troverà i soldi per tagliare l’Imu sulla prima casa. Ho sotto gli occhi una distruzione della sanità pubblica, se decidono che la prestazione o il ricovero è inappropriato sarà il cittadino a doverlo pagare, ma chi stabilirà se la prestazione o il ricovero sono inappropriati?
Sul taglio delle tasse sulla prima casa annunciato da Renzi:Sono contenta, ma deve mettere i conti sul tavolino. Se togli la tassa sulla prima casa, e tagli 2,6 miliardi sulla sanità, mi stai prendendo in giro. Renzi ci toglie i soldi da una parte e taglia i servizi dall’altra. Ci rendiamo conto che i servizi per noi sono soldi? Quando Renzi ha fatto l’annuncio, alla ragioneria di stato una trentina di persone saranno svenute a sentirlo. I soldi non ci sono. Sta spostando un debito di oggi al 2018. Come lo pagheremo? Spero che gli italiani non si facciano imbambolare. Sembra di vedere il remake di un film, con Renzi al posto di Berlsuconi. Stiamo andando nella direzione della Grecia e Roma ne è lo specchio. Si sono inventati che siamo una città commissariata, io voglio che la mia sia una città governata e non commissariata. Perché non ci fanno votare?
Sulla questione intercettazioni:Alfano ha chiesto le intercettazioni di Crocetta incriminate. Se qualche procura dovesse tirare fuori un’intercettazione che parla di un possibile desiderio di vedere la figlia di Borsellino fare la stessa fine del padre e il Ministro degli interni non ne era a conoscenza, la domanda è lecita: come funzionano le procure e il Ministero? Se l’intercettazione è vera il Ministro doveva saperlo. In caso di un attentato ce lo avrebbe detto l’Espresso? Noi lo contestavamo per il suo operato e se questa intercettazione verrà confermata Crocetta dovrebbe andarsi a vergognare nell’angolo più lontano e lasciare immediatamente la sua carica e come lui il Ministro Alfano perché non sapeva niente.
Sul rimpasto di giunta a Roma:I nomi li hanno fatti tutti, si metteranno in una stanzetta e sceglieranno i più asserviti per consentire il nuovo magna magna che sarà dietro al giubileo”.


La ragazza continua a sostenere la sua tesi, che anzi nel corso dell’incidente probatorio ha cercato anche di modificare, mentre il mio assistito conferma la sua tesi originaria, dal primo momento ha detto che c’è stato con la ragazza un rapporto consensuale“.
L’avvocato Gaetano Parise, legale di Giuseppe Franco, il marinaio accusato dello stupro di una quindicenne a Prati, è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, durante il format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Il legale del presunto stupratore ha spiegato quale sarà la linea difensiva di Franco, ribadendo che sulla quindicenne non c’è stata violenza ed elencando dei dettagli che, a suo dire, lo dimostrerebbero: “La ragazza ha cambiato versione nel corso dell’incidente probatorio. Ha riferito di ulteriori violenze subite di cui non faceva cenno nella prima denuncia. Ci sono delle questioni che risultano poco attendibili con la versione della violenza. Il fatto che il presunto stupratore abbia deciso di riaccompagnare la ragazzina dalle amiche. Il fatto che il presunto stupratore abbia suggerito alla ragazzina una scusa da riferire alle amiche. Il fatto che il presunto stupratore l’abbia aiutata a rivestirsi e a pulirsi. La ragazza ha provato anche a dire che Franco l’avrebbe minacciata di morte, cosa che prima non aveva detto, e che ha tentato di strangolarla, cosa che prima non aveva riferito, anche se nel certificato medico emesso dopo qualche ora non c’è traccia di alcuna violenza“.
Vittima e stupratore hanno camminato insieme mano nella mano: “Lo conferma anche la ragazza, non può negarlo, anche le amiche hanno visto che lei e Franco tornavano insieme al luogo dell’appuntamento. A dire della ragazza, lo ha fatto per evitare reazioni violente. E c’è qualcosa che ancora non quadra anche sulla vicenda legata al numero del cellulare. Il mio assistente dice che la ragazza gli ha fornito un numero di telefono per incontrarsi il giorno dopo. Lei dice che gli ha dato il numero della madre e non il suo. Nell’immediatezza della denuncia ha detto di averlo fatto perché non ricordava il proprio numero. Poi ha cambiato versione e ha riferito di aver dato il numero della madre per cercare protezione. Noi ora faremo ricorso al tribunale del riesame. Se non accadrà qualcosa di rilevante appare comunque difficile per la difesa poter modificare a breve la situazione attuale. Ci sono delle ulteriori indagini in corso sia dal punto di vista medico sanitario che per quanto riguarda le utenze cellulari. Lui sicuramente si è avvicinato con la scusa di essere un militare e poi ha chiesto alla ragazza di seguirlo. Secondo la difesa lei sapeva dove stesse andando.“.
Secondo l’avvocato la ragazza si è inventata tutto: “La ragazza ha dato questa versione dei fatti quando è tornata dalle amiche e ha visto la mamma dell’amica di cui l’era ospite che aveva fatto un casino, aveva chiamato i carabinieri, era giustamente preoccupata per il suo ritardo. Il mio assistito lì per lì non aveva capito la loro reazione. Praticamente noi riteniamo che la ragazza si sia inventata una scusa per non essere sgridata. Hanno consumato un rapporto, lui l’ha aiutata a vestirsi e a pulirsi,sono tornati mano nella mano dalle amiche, solo quando la ragazza vede la madre di una delle sue amiche molto preoccupata racconta di essere stata violentata. L’unico motivo plausibile secondo la difesa era quello di inventarsi una scusa“.
L’avvocato sugli esami clinici: “Non viene evidenziato alcun tipo di violenza. Per scrupolo hanno fatto fare una serie di ulteriori indagini con tampone e cose ma nel certificato medico si parla di assenza di lesioni traumatiche che riguardano gli organi genitali e anali. In ospedale hanno riscontrato solamente un arrossamento all’occhio: lei dice di essere stata colpita con violenza e di essere stata scaraventata a terra, ma dopo due ore questi segni si sarebbero dovuti vedere. Noi crediamo che l’occhio fosse rosso perché la ragazza, poi, ha pianto tanto“.
Secondo l’avvocato di Franco, non sarebbe un problema l’età della ragazza, quindicenne:La ragazza stessa ammette che il mio assistito ha sì e no visto il documento. Questo è un aspetto squisitamente giuridico, per legge quando la minore ha più di quattordici anni ed è consenziente, non è un reato. Non gli possono contestare una violenza sessuale, gli potranno contestare altre cose, che per noi hanno poca importanza, come il fatto che non fosse un poliziotto. Se la ragazza che ha compiuto 14 anni è consenziente non c’è alcuna violenza. Il mio assistito nell’immediatezza del fatto era convinto di poter dimostrare che c’era stato un rapporto consensuale. Ora col passare dei giorni inizia ad essere preoccupato. Io sono sicuro che purtroppo questa grandissima esposizione mediatica abbia inciso nella valutazione. Mi rifiuto di credere che i magistrati si facciano condizionare dai media, ma rispetto al clamore che c’è stato è chiaro che un giudice ci va con i piedi di piombo. Dopo aver dipinto il mio assistito come un mostro, immagino la presa di posizione dei media se poi il mio assistito fosse stato mandato a casa. E’ indubbio che quando c’è una forte pressione mediatica possono accadere cose del genere“.

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