Lorenzo Lentini, avvocato del governatore della Campania Vincenzo De Luca, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Legge o giustizia” su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano, per parlare della decisione dei Giudici di Napoli che hanno accolto il ricorso dell’esponente del PD. Lentini ha parlato della Legge Severino e delle sua applicazioni. Ha poi commentato anche le parole di Renato Brunetta, di Forza Italia, il quale, nei giorni scorsi, aveva detto che la Severino era stata applicata solo a Silvio Berlusconi. “Sono cose diverse – commenta l’avvocato Lentini – per il presidente Berlusconi la condanna è definitiva, a differenza di quella di De Luca. Per il governatore stiamo parlando di una condanna in primo grado, per reati non paragonabili a quelli di Berlusconi. Per quest’ultimo è stata applicata la decadenza dopo una sentenza passata in giudicato. A De Luca è stata applicata la sospensione, non su un reato grave ma su un abuso d’ufficio. Non si possono paragonare le due cose dal punto di vista giuridico perché sono incommensurabilmente diverse. Capisco l’opportunità politica ma De Luca e Berlusconi non si possono mettere a confronto”.
Celeste Costantino, deputata di Sinistra Ecologia e Libertà, è intervenuta questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del programma ECG Regione, con Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Sul tema immigrazione e sugli scontri a Casale San Nicola: “La mia è una riflessione che parte da lontano, dalla domanda posta da Portelli sul Manifesto sul perché queste numerose contestazioni sono state capeggiate da Casapound e da organizzazioni di centro-destra di chiaro stampo fascista. Perché non c’è la sinistra nelle strade in cui i cittadini si scagliano contro i migranti? Le due cose sono collegate, questo razzismo di ritorno fa parte di una crisi profonda che la sinistra ha attraversato in questi anni ed è anche frutto della crisi economica e di una regressione culturale e sociale. E’ un’epoca complicata su questo tema.”
Secondo la deputata Celeste Costantino, bisogna avere i l coraggio di essere impopolari. “Tutte le forze politiche fanno a gara nel dire che alcune manifestazioni che si sono condotte a Roma non sono razziste. C’è la gara a dire ‘io non sono razzista’ ma poi dicono spesso una frase che è invece assolutamente di stampo razzista. Sicuramente c’è grande disagio e povertà, ma bisogna aggiungere che ci sono persone che stanno scappando dalla guerra che hanno visto i loro cari morire in mare e tutto questo non si può derubricare dicendo ‘prima gli italiani’. La politica tutta, da destra a sinistra, ha avuto un atteggiamento troppo lieve su alcune affermazioni. Pur di non mettersi contro il popolo ha evitato di dire come stanno le cose. La frase “prima gli Italiani” viene usata spesso per soffiare sul fuoco e a volte c’è una risposta istintiva, dettata anche dall’ignoranza. Nel momento in cui si ascolta una frase del genere bisogna avere gli strumenti e la capacità per rispondere che elementi come la solidarietà creano un popolo civile e invece l’idea secondo cui bisogna far soccombere il più debole pensando che questo sia a favore degli italiani è una menzogna che va svelata. Questo non può essere materia di propaganda elettorale.”
Celeste Costantino non ha timore di risultare impopolare: “Ognuno di noi ha delle responsabilità, io sento quella di non vedere un paese sempre più incattivito. Neanche le parole di papa Francesco riescono ad avere breccia tra la popolazione cattolica. Tutto questo sistema è basato su falsità. La politica deve raccontare la verità. Poi dobbiamo confrontarci con gli aspetti culturali segnati da anni di abbandono nel tessuto sociale delle metropoli. Chi ha questa responsabilità deve trovare gli strumenti per raccontare la verità e tornare ad un equilibrio sociale. Io abito a Torpignattara, qui l’80% della popolazione è migrante. Il problema, nel quartiere, non sono gli immigrati ma la spazzatura che non viene raccolta, i trasporti, lo spaccio di stupefacenti. Chi sta sotto casa mia distrutto dall’eroina sono ragazzi del quartiere, siamo tornati agli anni 80 con una diffusione dell’eroina che a Roma fa paura.”
Sull’ipotesi di ricevere una chiamata da Marino per fare il vicesindaco di Roma: “Non potrei fare il vicesindaco perché ho assunto un altro ruolo per la mia comunità politica e con l’elettorato. Penso sia giusto che chi si è assunto la responsabilità di un ruolo debba portarlo avanti fino in fondo. “
LA BARBUTA, PALOZZI (FI): “PUCCI LA RELAZIONE LA CONSEGNI ALL’INDIFFERENTE MARINO”
“Oltre ai soliti roghi tossici, è assolutamente grave quanto accaduto ieri al campo rom La Barbuta, dove un volontario della protezione civile è rimasto ferito a causa della fitta sassaiola, che sarebbe stata perpetrata da alcuni residenti dell’insediamento. Nell’esprimere la totale vicinanza al volontario, non posso che condannare il vile e becero gesto, concretizzatosi ieri sera. Purtroppo lo avevo anticipato e sono stato facile profeta: la tensione sociale intorno al villaggio della solidarietà monta giorno dopo giorno. E l’indifferente sindaco Marino questo fatica a capirlo. Per tale ragione il fido assessore Pucci, che si è detto pronto a consegnare una relazione al Prefetto sui fatti de La Barbuta, ne facesse una copia pure per il primo cittadino, che continua a non comprendere l’inaudita gravità di una questione sociale potenzialmente esplosiva”. Così il consigliere regionale FI e vicepresidente della commissione Ambiente, Adriano Palozzi.
SANITA’, PALOZZI (FI): “ZINGARETTI CHIARISCA SU OSPEDALE SAN CAMILLO”
“Reputo assolutamente preoccupante l’allarme mediatico, lanciato quest’oggi da Assotutela in merito alla situazione sanitaria del San Camillo. Nella sua carrellata delle criticità all’interno dello storico nosocomio capitolino, il presidente Maritato menziona il caso della neurochirurgia, lo smantellamento della cardiochirurgia, la precarietà del pronto soccorso e la fatiscenza di alcune strumentazioni tecnologiche. E’ il caso che il presidente Zingaretti faccia immediata chiarezza, confermando o smentendo le carenze sanitarie elencate dalla Assotutela, e lavori con impegno per il rilancio di uno degli ospedali simbolo della nostra Regione. In caso di reiterato silenzio del governatore del Lazio, sarà mia cura procedere con una puntuale interrogazione”. Così il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi.
“Sto raccogliendo le firme per far riconoscere rom e sinti come una minoranza linguistica. La lingua rom andrebbe insegnata nelle scuole un’ora a settimana. Bisogna dare un lavoro ai rom: differenziare l’immondizia andrebbe bene. Salvini? Un bambino coglione che non trova soluzioni“.
Antun Blazevic, mediatore culturale, scrittore e attore rom, è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Andrea Di Ciancio e Roberto Arduini.
Antun Blazevic vuole proporre una legge popolare per il riconoscimento della minoranza linguista rom: “Ci sono tante strutture che fino a ieri facevano progetti milionari per gestire i campi rom e favorire l’integrazione dei rom nella società civile e poi alla fine nessuna di queste associazioni ha aderito alla mia iniziativa. Sto raccogliendo le firme per riconoscere una minoranza linguistica di rom e sinti e questo sarebbe importante per l’uguaglianza, visto che una cosa del genere esiste in molte altre parti d’Europa. Anzi praticamente ovunque meno che in Italia. Forse a qualcuno non conviene che i rom inizino a camminare con le proprie gambe e a pensare con la propria testa? I rom hanno il diritto di introdurre dentro le scuole un’ora settimanale di insegnamento di lingua rom. Tantissimi bambini e ragazzini rom hanno perso la lingua madre e la lingua originale di provenienza. Insegnarla nelle scuole può essere un’idea, da qualcosa dobbiamo pur partire“.
Blazevic è un fiume in piena: “A noi rom non è riconosciuto assolutamente nulla e questo non è giusto. Che cosa costerebbe far conoscere alla gente anche la lingua rom? Così se un rom ti manda a quel paese nella sua lingua, tu lo capisci. Inserire l’insegnamento della lingua rom nelle scuole aiuterebbe anche a sconfiggere i pregiudizi“.
Particolarmente critico, Blazevic, su Salvini: “Salvini è un ragazzo che non è sano di mente, ha bisogno di essere guidato, per dire certe idiozie vuol dire essere proprio un coglione. E’ la mia opinione e sono responsabile di quello che dico. Salvini è un bambino, dice quello che la gente vuole sentirsi dire, ma poi nello specifico se gli chiedi qual è la soluzione per gli immigrati e per i rom lui non ce l’ha. La ruspa? Non è una soluzione. Se distruggi un campo rom, poi dove li mandi 30.000 ragazzi che sono nati in Italia ma non sono iscritti all’anagrafe?”
Blazevic punta il dito anche contro il terzo settore: “Al mondo civile fa comodo che i rom non vengano integrati e sapete perché? Perché se i rom si integrassero, 5000 persone che lavorano nelle associazioni resterebbero senza lavoro. L’assistenzialismo è il primo nemico dei rom. E certe associazioni fanno solo assistenzialismo“.
Blazevic vuole che ai rom venga data la possibilità di lavorare: “I rom ripuliscono la città, fanno raccolta differenziata per pochi soldi, agevoliamo questa iniziativa. Potrebbero fare la raccolta dei rifiuti porta a porta. Sono più che sicuro che se un rom andasse in un condominio e chiedesse a ogni condomino 40 euro all’anno per differenziare l’immondizia, avrebbe di che vivere. Quello della differenziazione dell’immondizia è uno dei lavori che potrebbero essere destinati ai rom“.