Vittorio Sgarbi è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del Format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio. Diverse le tematiche affrontate dal critico d’arte, che ha commentato il caso legato alla chiusura del Colosseo senza usare mezzi termini: “E’ singolare, come nel caso dei Casamonica, che si parli ancora di questa cosa. Questo ovviamente è un modo per sputtanare l’Italia senza la logica della verità. Non era uno sciopero ma una assemblea, la cosa più ridicola era l’errore nell’indicazione dell’orario di chiusura, perché il Colosseo non è mai aperto fino alle 11 Pm. La chiusura era dalle 8.30 alle 11, due ore che non possono far pensare che l’Italia non funziona. Roma non è Palmira, il Colosseo non è l’unico monumento di Roma, se è chiuso per 2 ore il Colosseo un turista va a vedere altre cose. Questa è una polemica strumentale. Se un turista non può entrare al Colosseo fino alle 11 non gli capita nulla, lo Stato deve pagare quelli che chiama a custodire i propri musei. Anche la National Gallery certe volte chiusa per le proteste di chi ci lavora. E il fatto è talmente minimo che soltanto un turista idiota non approfitta di queste due ore per vedere un’altra cosa. Un turista che non va a vedere altro e che vuole vedere solo il Colosseo è un coglione, un cretino che non merita di vedere l’Anfiteatro Flavio“.
Cambiando argomento, Sgarbi ha parlato di immigrazione: “Meglio un Saddam che una finta primavera Araba. Il bombardamento degli americani sull’Iraq fu un errore. O noi decidiamo di non esportare alcuna democrazia oppure non possiamo pensare di esportarla attraverso una forma di violenza che restituisce una naturale democrazia. Il dramma della migrazione di oggi nasce nel momento in cui l’occidente parlava delle primavere arabe. Saddam era un dittatore ma il suo potere controllava le bande armate terroristiche che oggi operano al di fuori di ogni legge umana. In Iraq con Saddam non c’era la democrazia ma non esisteva l’Isis, era meglio. In Libia idem: c’era un difetto di democrazia ma c’era una garanzia di ordine“.
Da Sgarbi un commento su Grillo e Renzi, che ha di recente avuto modo di incontrare: “Grillo l’ho trovato molto moderato, Renzi sembrava più uno dell’opposizione che del Governo. Con Grillo potrei fare qualsiasi cosa per il suo temperamento e per il suo modo di fare ma non condivido quando dice che uno deve sottrarsi alla vita politica perché ha ricevuto una condanna. I giudici non sono la soluzione, sono una causa del problema. E’ assurdo dire che uno non può fare nulla perché è stato condannato a 6 mesi. Non si può dare ai giudici un potere del genere. Un movimento politico diretto con Grillo lo farei, l’unica soluzione oggi è distruggere tutto e ricominciare. Basta vedere quanto ha fatto il Movimento Cinque Stelle con la strada tra Catania e Palermo. L’esempio del fatto che le cose si possono fare, a meno che non ci siano dei deficienti che non sanno fare le cose. E’ ovvio che bisogna far saltare tutto e su questo io e Grillo siamo totalmente d’accordo. A Renzi, invece, ho detto che i musei devono essere aperti gratis come segno di civiltà. Per formare le persone a una visione che sia legata alla meraviglia di ciò che è l’Italia occorre che ci sia l’accesso gratuito ai musei, che devono diventare un servizio pubblico totale. Si può immaginare una tassa sui musei una tantum ma con entrata sempre gratuita. Come accade per le scuole. Questo renderebbe i musei patria di ognuno, come in effetti sono e devono essere“.
Infine, da Sgarbi, una provocazione: “All’Italia manca organizzazione. Ad esempio da tempo dico che la Sicilia per risolvere i problemi economici e della mafia dovrebbe essere governata da Israele. Spostare Israele da dov’è, un punto nevralgico del mondo che crea un sacco di problemi, e metterlo in Sicilia. Al posto di Crocetta ci vorrebbe Netanyahu , con una irruzione di cultura imprenditoriale, amministrazione e ordine dello Stato che viene da Israele e che sarebbe in grado di risolvere molti problemi, non solo in Sicilia“.
“Legge bavaglio? Soldi dello Stato non possono essere usati per sputtanare le persone. Stop ai giornalisti tangentari e a chi utilizza intercettazioni per lotta politca. Riforma del processo penale contiene tutto e il contrario di tutto, la delega in bianco al Governo non mi piace”. Lo ha detto il deputato di Fratelli d’Italia Edmondo Cirielli, ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
“Noi come Fratelli d’Italia –ha affermato Cirielli- siamo convinti che lo strumento investigativo delle intercettazioni sia insostituibile e anzi bisognerebbe potenziarlo. Quello che spaventa e indigna è l’utilizzo non giudiziario delle intercettazioni. Se io commetto un reato e finisce nelle intercettazioni è giusto che queste prove vengano rese pubbliche. Ma se con i soldi dello Stato, per scoprire un reato si viene a sapere che due persone sono amanti, non va bene. Voglio che qualche giornalista , a cominciare dal Direttore di Repubblica, mi spieghi per quale motivo queste intercettazioni debbano essere rese pubbliche se non costituiscono reato. Se queste cose vengono a conoscenza dell’opinione pubblica in maniera casuale è un conto, se invece la privacy viene violata con i soldi dello Stato è un altro conto. Con i soldi dello Stato non si possono ottenere notizie personali che non costituiscono reato. Lo Stato non ha diritto di sputtanare le persone anche se hanno un ruolo importante, deve perseguirle se commettono reati. Sarebbe sbagliatissimo se, per comprimere questo abuso delle notizie non rilevanti, si finisse con provvedimenti che colpiscono lo strumento d’indagine. Credo che la cosa più logica sia di punire, non con il carcere, ma economicamente e professionalmente, i giornalisti che pubblicano notizie riservate che non hanno valore giudiziario. In America fanno il giornalismo d’inchiesta su comportamenti politicamente scorretti. Se invece si danno mazzette ai funzionari per carpire notizie, non fai il giornalista d’inchiesta, ma fai il tangentaro”.
Intercettazioni strumento di lotta politica. “L’intercettazione non giuridicamente rilevante –ha spiegato Cirielli- può diventare uno strumento formidabile per la lotta politica. Perché c’è chi ha mezzi finanziari per corrompere e fare fuori l’avversario di turno. In Italia poi i giornali sono in mano a grossi colossi finanziari. Un industriale, editore di un giornale, può dire: ‘quel ministro lo dimettiamo perché non c’è simpatico e diamo i soldi all’avvocato che ha in mano le carte per sputtanarlo’. Entriamo in un aspetto patologico della democrazia con la scusa del diritto all’informazione”.
Riforma del processo penale. “Sulle intercettazioni –ha dichiarato Cirielli-, Renzi si fa dare una delega dal parlamento che diventerà una pistola puntata contro i giornalisti piuttosto che contro la legislatura. E’ una delega in bianco, io sono contrario. Poi nel complesso, tutta la riforma del processo penale contiene cose positive: si aumentano pene per furto e rapine; ma anche negative: si allargano le maglie del sistema carcerario, a favore anche di criminali incalliti e plurirecidivi. Il carcere deve rieducare le persone, ma questo non significa rimetterli in libertà se sono recidivi. E’ una norma che contiene tutto e il contrario di tutto e delega troppo al governo. Il parlamento, soprattutto in maniera penale, non va privato delle sue competenze”.
La manifestazione Atreju 2015 a Roma. “E’ una cosa bella –ha affermato Cirielli-, organizzata da un’associazione che sta intorno a Giorgia Meloni ancor prima che diventasse leader. Rimane un forum d’idee dove da sempre esponenti della sinistra hanno un’accoglienza principesca e la fanno da padrone dal punto di vista culturale. Ci piace molto il confronto perché ci arricchisce. Noi sul piano socio-economico non siamo un partito conservatore, siamo la destra sociale. Vogliamo che ci sia uno stato aperto, democratico e progressista dal punto di vista dei valori sociali. Il tema di quest’anno sarà l’identità e sovranità, che possono coesistere con un mondo di pace, cultura e integrazione, dove ognuno porta la propria identità”.
Vladimir Luxuria è intervenuta questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Luxuria è tornata su Miss Italia, Alice Sabatini, e la sua gaffe legata alla Seconda Guerra Mondiale: “Quando l’ho sentita dare quella risposta mi sono venuti i brividi. Sembrava quasi invocare la guerra, quando tante persone sanno che cosa ha significato e sanno ancora cosa significhi scappare dalle guerre. Mi ha fatto tenerezza per come si stava incartando. Ho sentito il gelo e ho cercato un po’ di sdrammatizzare davanti a questa ragazza che era andata un po’ in difficoltà per una domanda non proprio facile. E’ una ragazza di 18 anni, il concorso non serve a trovare nuovi geni della scienza, si parla di un concorso di bellezza, con ragazze che sono anche molto emozionate. Davanti a una domanda difficile può capitare di fare figure di melma, come è capitata ad Alice. Almeno stavolta invece della Miss che si augura la pace nel mondo, abbiamo avuto una che voleva rivivere la guerra“.
Su Ferrero: “Mi sta cercando, mi ha mandato un sms proprio ora, mi ha chiamato, forse vuole parlarmi. E’ un ciclone, quando uno lo invita in tv sa bene a cosa va incontro. Da prendere a giuste dosi“.