CAMUSSO (CGIL) A RADIO CUSANO CAMPUS: “LEGGE DI STABILITA’ BOCCIATA SU TUTTA LA LINEA. TASSA SULLA PRIMA CASA? RENZI COPIA BERLUSCONI. INNALZAMENTO DEL TETTO SUL CONTANTE? NORMA PER FAVORIRE EVASORI”.
Susanna Camusso, segretario generale della Cgil è intervenuta ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Bocciata su tutta la linea, da Susanna Camusso, la legge di stabilità presentata dal Premier, Matteo Renzi: “Renzi dice che prevede misure che sono battaglie storiche della sinistra? Capisco che siamo in una fase di grande propaganda, ma la verità è che questa è una legge di stabilità che dà di più a chi stava già meglio e molto poco a chi è in difficoltà. Noto che la grande questione che era stata posta dal mondo del lavoro, che era il tema delle pensioni, della flessibilità, di un processo di turn over che permettesse anche ai giovani di entrare a lavoro non è contemplata e anche le norme che ci sono sulla salvaguardia sull’opzione donna e sulle difficoltà sono tutte norme prefinanziate perché hanno restituito come abbiamo rivendicato il maltolto dai precedenti provvedimenti. Ci sono molti tagli, soprattutto sul servizio sanitario nazionale, non c’è previsione di risorse per il rinnovo dei contratti pubblici. Insomma, mi pare una legge di stabilità che dà risposte non sempre corrette al sistema delle imprese mentre non dà risposte al lavoro. La misura sulla povertà ci riserviamo di vederla ma non ci pare all’altezza dell’affrontare quanto è aumentata la povertà nel nostro Paese soprattutto per superare una norma esclusivamente monetaria per cominciare ad avviare i veri processi di inclusione“.
L’aumento del tetto sui contanti secondo la Camusso è un modo di strizzare l’occhio agli evasori: “Per me questo è un altro messaggio, come quello che era stato dato depenalizzando l’abuso di diritto e quindi favorendo l’elusione, a un mondo che non ha il problema di poter fare il singolo grande acquisto, ma che in realtà usa il contante perché evade. Un modo di strizzare l’occhio agli evasori? Sì, penso che in un Paese ad altissimo tasso di evasione si dovrebbe controllare la misura del contante e ci sarebbe bisogno di un grande investimento a favore della moneta elettronica e della tracciabilità di tutto. C’è un dato che dovrebbe far riflettere tutti: la seconda moneta usata nel nostro Paese è la banconota da 500 euro. Ma di cosa stiamo parlando?“.
Secondo Susanna Camusso se Renzi fosse stato espressione di un partito di centrodestra la piazza avrebbe reagito in modo differente: “E’ possibile immaginare che se Renzi non fosse arrivato da un partito storicamente di centrosinistra la piazza avrebbe reagito diversamente. Nello stesso tempo, però, credo che non ci si possa dimenticare che il Paese ha attraversato sette anni di crisi durissima, che ha determinato difficoltà, rancori e molta preoccupazione oltre a grande disoccupazione giovanile. L’Italia è un paese stremato, ripiegato su una ricerca che spesso è purtroppo individuale di soluzioni alle proprie difficoltà“.
Anche secondo Susanna Camusso Renzi tende a copiare Berlusconi: “Quando vedo ritornare esattamente la stessa discussione sulla tassazione della casa che Berlusconi fece nel 2009, l’idea che si stiano perpetrando le stesse politiche è legittima“.
C’è un legame tra Renzi e Confindustria, dice la leader della Cgil: “Credo che Renzi, lo vediamo nella precedente legge di stabilità e lo vediamo in questa, abbia scelto di delegare al sistema delle imprese il modello di sviluppo del Paese. Questo non può andare mai bene, bisognerebbe governare nell’interesse del bene pubblico, non ai fini del profitto e degli imprenditori. Qualcuno direbbe che questo è il Governo dei padroni? Per alcuni aspetti non andrebbe lontano dalla verità, anche se va detto che ad esempio sul tema legato ai migranti il Governo Renzi ha portato avanti delle scelte di carattere diverso. E’ indubbio che sul piano delle politiche economiche c’è una oggettiva delega al sistema delle imprese“.
Sul problema delle municipalizzate che sembra riguardare in particolar modo Roma: “Su Atac la prima cosa da fare è sapere che il servizio pubblico locale è per prima cosa un servizio ai cittadini. E’ troppo facile, troppo scontato, dire che il privato sarebbe belle e che il pubblico è deficitario. Basterebbe fare riferimento ad alcune inchieste che sono in corso per capire che la realtà non è così. Anche le municipalizzate però devono essere aziende in grado di funzionare concretamente, con dirigenti professionali e non portati dalla politica e con un bilancio esplicito. Ci sarebbe bisogno di investire, qualificare e rendere efficace il conflitto. Il mio timore è che alla fine in questa polemica tra politici e super manager possano rimetterci i lavoratori. Questo è un rischio che stiamo già correndo, basta pensare all’idea che il Governo ogni tanto agita di diventare lui l’attore delle politiche contrattuali invece di lasciarle alle parti sociali. Non ci si può affidare alla rincorsa del profitto, bisogna valorizzare il sistema lavoro“.
Un’ultima battuta sulla collocazione politica di Renzi: “Può essere collocato a destra? A parte alcune cose, come quella legata al tema rifugiati, dal punto di vista delle politiche economiche è in continuità con i governi precedenti, con l’idea dell’austerità, dei vincoli, con l’idea che non esistono investimenti e traini pubblici nelle scelte di politica economica espansiva“.
L’On. Giuseppe Civati, fondatore del movimento politico Possibile, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
“Più che ad Antonio La Trippa, Renzi fa pensare a Silvio La Trippa –ha esordito Civati-. Nel Pd lo contestano perché questa manovra è un disastro, Renzi lo sa. Ha finito la birra, è in difficoltà. Sta stravolgendo il programma del Pd soprattutto sull’abolizione della tassa sulla prima casa per i proprietari castelli e sull’aumento tetto contante. Io abitavo ad Arcore, potevo aderire direttamente a Forza Italia. Ho lanciato un concorso: individua la prossima manovra di Berlusconi che farà Renzi”.
“Renzi ha trasformato il Pd da un partito di centrosinistra ad un partito trasformista modello Verdini –ha proseguito Civati- Alfano è contentissimo di questa manovra. Renzi supera il centro verso destra, imbarcando tutti quelli che trova. Le larghe intese non sono più una costrizione, a Renzi piace governare con certe forze politiche. Il problema è gigantesco, lo rivelano anche i sondaggi. E’ impossibile fare opposizione dall’interno se non c’è una dialettica. Al primo che rompe le scatole, Renzi mette la fiducia e poi gliela votano. Se io fossi un elettore del Pd non lo voterei”.
“Fiducia nel M5s? E’ parziale –ha spiegato Civati-, perché non ho visto un programma di governo alternativo a quello di Renzi. Sull’abolizione della tassa sulla prima casa i 5 stelli sono d’accordo con Berlusconi e Renzi. Tra Renzi e i 5 stelle io voterei Civati”.
“Caso Marino? Non è un problema di scontrini –ha affermato Civati-. Si perde di vista il fatto che non ci sono più le condizioni politiche per andare avanti a Roma. Roma è stata commissariata da Renzi, in un modo che non si era mai visto prima. E’ giusto che si torni alle elezioni e decidano i cittadini”.
Andrea Augello (NCD) è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
“Non mi sorprendono le dichiarazioni di Cicchitto sul fatto di far confluire Ncd nel Pd –ha dichiarato Augello-. E’ un dibattito interno al nostro partito che si era già palesato in estate. Ncd ha concluso la sua stagione di partner di un governo d’emergenza. Da questo momento in poi il Ncd deve decidere cosa fare, Cicchitto vorrebbe confluire nel Pd mentre io sono per salutare tutti e fare altre scelte. E’ già strano che un partito che si chiama nuovo centrodestra confluisca in un partito di centrosinistra. Viviamo in una stagione di transizione quindi è evidente che un uomo come Cicchitto che viene dal partito socialista può confondere Renzi con Blair e riconciliarsi con la sua giovinezza. Proprio perché c’è stato un governo di unità nazionale, ha espresso scelte vicine al centrodestra. Per me non è negoziabile il fatto che non ci si possa alleare organicamente col Pd. Si vede anche dalla legge sulle unioni civili. Se nessuno smentisce Cicchitto, mi sembra chiaro che siamo arrivati al punto che ognuno deve fare le sue scelte. Io non avrei detto che Renzi ha ucciso i comunisti, mi sembra abbastanza ridicola come dichiarazione. Per alcune cose è vero che Renzi ha fatto quello che Berlusconi non è riuscito a realizzare (come il Jobs Act), per altre invece no”.
Gian Ettore Gassani, Presidente Nazionale e fondatore dell’AMI (Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani per la tutela delle Persone, dei Minorenni e della Famiglia), è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Legge o giustizia”, condotta da Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
“Siamo un paese bigotto, siamo i talebani dell’Europa –ha affermato Gassani-. Ogni volta che si sposta un po’ l’asticella dai nostri standard, andiamo nel panico. Non capisco queste polemiche sul fatto di riconoscere diritti alle coppie omosessuali. I nostri cugini spagnoli che sono ancora più cattolici di noi hanno consentito le nozze gay, noi italiani invece siamo ingessati sul pensare che esiste una sola famiglia, quella sposata, tutto il resto è abusivo. Ognuno ha diritto di concepire la famiglia come crede, ci sono dei diritti che devono essere riconosciuti dopo anni di vita insieme, per un banale principio di solidarietà. Non vogliamo creare un doppione del matrimonio, ma non credo giusto che un convivente dopo 20 anni possa essere messo fuori la porta perché non esistono regole in merito. Siamo un Paese talmente bigotto in cui persino Papa Francesco viene contestato perché ha aperto alla comunione per i divorziati”.
Susanna Camusso, segretario generale della Cgil è intervenuta ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Bocciata su tutta la linea da Susanna Camusso la legge di stabilità presentata dal Premier Matteo Renzi: “Renzi dice che prevede misure che sono battaglie storiche della sinistra? Capisco che siamo in una fase di grande propaganda, ma la verità è che questa è una legge di stabilità che dà di più a chi stava già meglio e molto poco a chi è in difficoltà. Noto che la grande questione che era stata posta dal mondo del lavoro, che era il tema delle pensioni, della flessibilità, di un processo di turn over che permettesse anche ai giovani di entrare a lavoro non è contemplata e anche le norme che ci sono sulla salvaguardia sull’opzione donna e sulle difficoltà sono tutte norme prefinanziate perché hanno restituito come abbiamo rivendicato il maltolto dai precedenti provvedimenti. Ci sono molti tagli, soprattutto sul servizio sanitario nazionale, non c’è previsione di risorse per il rinnovo dei contratti pubblici. Insomma, mi pare una legge di stabilità che dà risposte non sempre corrette al sistema delle imprese mentre non dà risposte al lavoro. La misura sulla povertà ci riserviamo di vederla ma non ci pare all’altezza dell’affrontare quanto è aumentata la povertà nel nostro Paese soprattutto per superare una norma esclusivamente monetaria per cominciare ad avviare i veri processi di inclusione“.
L’aumento del tetto sui contanti secondo la Camusso è un modo di strizzare l’occhio agli evasori: “Per me questo è un altro messaggio, come quello che era stato dato depenalizzando l’abuso di diritto e quindi favorendo l’elusione, a un mondo che non ha il problema di poter fare il singolo grande acquisto, ma che in realtà usa il contante perché evade. Un modo di strizzare l’occhio agli evasori? Sì, penso che in un Paese ad altissimo tasso di evasione si dovrebbe controllare la misura del contante e ci sarebbe bisogno di un grande investimento a favore della moneta elettronica e della tracciabilità di tutto. C’è un dato che dovrebbe far riflettere tutti: la seconda moneta usata nel nostro Paese è la banconota da 500 euro. Ma di cosa stiamo parlando?“.
Secondo Susanna Camusso se Renzi fosse stato espressione di un partito di centrodestra la piazza avrebbe reagito in modo differente: “E’ possibile immaginare che se Renzi non fosse arrivato da un partito storicamente di centrosinistra la piazza avrebbe reagito diversamente. Nello stesso tempo, però, credo che non ci si possa dimenticare che il Paese ha attraversato sette anni di crisi durissima, che ha determinato difficoltà, rancori e molta preoccupazione oltre a grande disoccupazione giovanile. L’Italia è un paese stremato, ripiegato su una ricerca che spesso è purtroppo individuale di soluzioni alle proprie difficoltà“.
Anche secondo Susanna Camusso Renzi tende a copiare Berlusconi: “Quando vedo ritornare esattamente la stessa discussione sulla tassazione della casa che Berlusconi fece nel 2009, l’idea che si stiano perpetrando le stesse politiche è legittima“.
C’è un legame tra Renzi e Confindustria, dice la leader della Cgil: “Credo che Renzi, lo vediamo nella precedente legge di stabilità e lo vediamo in questa, abbia scelto di delegare al sistema delle imprese il modello di sviluppo del Paese. Questo non può andare mai bene, bisognerebbe governare nell’interesse del bene pubblico, non ai fini del profitto e degli imprenditori. Qualcuno direbbe che questo è il Governo dei padroni? Per alcuni aspetti non andrebbe lontano dalla verità, anche se va detto che ad esempio sul tema legato ai migranti il Governo Renzi ha portato avanti delle scelte di carattere diverso. E’ indubbio che sul piano delle politiche economiche c’è una oggettiva delega al sistema delle imprese“.
Sul problema delle municipalizzate che sembra riguardare in particolar modo Roma: “Su Atac la prima cosa da fare è sapere che il servizio pubblico locale è per prima cosa un servizio ai cittadini. E’ troppo facile, troppo scontato, dire che il privato sarebbe belle e che il pubblico è deficitario. Basterebbe fare riferimento ad alcune inchieste che sono in corso per capire che la realtà non è così. Anche le municipalizzate però devono essere aziende in grado di funzionare concretamente, con dirigenti professionali e non portati dalla politica e con un bilancio esplicito. Ci sarebbe bisogno di investire, qualificare e rendere efficace il conflitto. Il mio timore è che alla fine in questa polemica tra politici e super manager possano rimetterci i lavoratori. Questo è un rischio che stiamo già correndo, basta pensare all’idea che il Governo ogni tanto agita di diventare lui l’attore delle politiche contrattuali invece di lasciarle alle parti sociali. Non ci si può affidare alla rincorsa del profitto, bisogna valorizzare il sistema lavoro“.
Un’ultima battuta sulla collocazione politica di Renzi: “Può essere collocato a destra? A parte alcune cose, come quella legata al tema rifugiati, dal punto di vista delle politiche economiche è in continuità con i governi precedenti, con l’idea dell’austerità, dei vincoli, con l’idea che non esistono investimenti e traini pubblici nelle scelte di politica economica espansiva“.
L’ex assessore all’urbanistica nella giunta Veltroni, Roberto Morassut, oggi deputato del Partito Democratico, è intervenuto alla trasmissione “La Storia Oscura”, condotta da Fabio Camillacci su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
“Per risollevare Roma sotto tutti i punti di vista –ha spiegato Morassut- è fondamentale avviare la trasformazione della Capitale da Comune a Regione; cioè il territorio di Roma dev’essere sottoposto all’autorità di una istituzione più forte, più semplice, più compatta, con maggiori risorse, degna di una grande Capitale; una Capitale che ormai è totalmente globalizzata, ha una grande periferia, un territorio enorme e quindi non può essere più governata con gli strumenti di un tradizionale Comune. Se non si affronta questo punto, senza questa radicale e fondamentale riforma, chiunque verrà chiamato a governare Roma avrà sempre problemi. Questo perchè Roma al tempo delle giunte di Rutelli prima e Veltroni poi è molto cresciuta, è cresciuta improvvisamente e in maniera esponenziale; quindi, avrebbe avuto bisogno in quel momento di un’evoluzione del sistema istituzionale che riconoscesse alla Capitale questa crescita e le desse strumenti per poterla consolidare. Cioè serviva all’epoca trasformare il vecchio comune in una struttura speciale di Capitale come accade in tutte le altre Nazioni europee. Berlino, Parigi, Londra ad esempio hanno un loro statuto speciale con fondi, risorse, autonomia. Ecco, questo passaggio che sarebbe stato fondamentale purtroppo non si fece: si parlò tanto di “Città Metropolitana” ma poi la riforma è arrivata tardi e male, soltanto nei mesi scorsi. Nel frattempo, però a Roma le cose sono cambiate radicalmente, è arrivata la crisi, si sono ridotte le risorse pubbliche disponibili, la politica è precipitata in un pozzo di degrado, corruzione, disgregazione”.
Antonio Di Pietro è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Mafia Capitale. “Il Comune si è costituito parte civile, ma rimarrà col cerino in mano –ha affermato Di Pietro- perché quando il Tribunale condannerà gli imputati al risarcimento di qualche milione di euro, di certo quei milioni di euro non ce l’avranno più in tasca. Ci credo poco che il danno sarà effettivamente risarcito”.
Magistrati in politica. “Mettere un magistrato in ogni città per vincere la corruzione sarebbe un vino artefatto. Ogni cittadino ha diritto costituzionale di poter mettersi a disposizione anche sul piano amministrativo e politico però se fa l’arbitro non può più fare il giocatore. Che il magistrato si mette a fare politica va bene, ma prima deve dimettersi da magistrato. E una volta che si sono messi a fare politica non devono tornare indietro. Credo che una persona sola può solo fare da parafulmine, non va da nessuna parte. Anche io avevo fatto un partito per i valori e sono rimasto cornuto e mazziato perché in quel partito c’erano individui che non avrebbero dovuto essere lì”.
Chef Rubio è intervenuto su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Chef Rubio è tornato sulla sua proposta, tra la provocazione e la realtà. Tappare le buche di Roma con i supplì. Chef Rubio sindaco di Roma, invoca il web: “Potessi comandare il web saremmo in una situazione migliore. Me la gioco con Zoro? Lo batto a mani basse, sono tranquillo, non lo temo. Tappare le buche con i supplì? Ridendo e scherzando si è puntato l’accento su una problematica seria, che fa vittime e tanti danni La storia dei supplì era una provocazione, ma aggiungo: perché non diamo un ticket con dieci carbonare a chi paga l’abbonamento mensile della metro invece di fare il portoghese? Ci sono tante proposte di questo tipo in cantiere, ma bisogna stare attenti a comune comunicarle, visto che andranno a toccare temi molto delicati, come la chiesa. E’ pronta una lista, welcome to favelas, se dovessero prendermi sul serio ne sentiremo delle belle e questa parte scherzosa della mia vita che mi vede in politica dovrebbe far riflettere. Se per scherzo uno come me che non c’entra niente con la politica arriva con una battuta ad avere un consenso del genere significa che la situazione è veramente disperata. Se qualcuno dovesse chiamarmi sul serio per candidarmi? Mi sentirei imbarazzo, perché sarei superiore a tutti gli altri. Penserei a fare una lista mia piuttosto che andare con qualcuno dei soliti noti“.
Chef Rubio è un fiume in piena: “Noi italiani notiamo i fatti, li denunciamo ma poi non risolviamo il problema. Non dobbiamo rassegnarci. Bisogna sporcarsi le mani, bisogna darsi da fare. Bisogna scendere in piazza e fare la rivoluzione. Se vanno in piazza in venti se li bevono, se ci vanno in centomila invece non saprebbero chi prendere, la situazione sarebbe più a favore del popolo. Purtroppo, però, ci piace stare dietro alle tastiere. A fare i rivoluzionari su Facebook siamo dei fenomeni“.
Chef Rubio su Roma: “Ci sono tante realtà che andrebbero sponsorizzate e spinte per far capire che la gente non è solo stufa ma anche propositiva. Mi vengono in mente i Poeti del Trullo, il Muro del Canto. Gassman e #romasonoio? Le cose dimostrative sono belle ma se non hanno continuità si perdono. Appoggio certe idee ma non le condivido appieno. Certe cose andrebbero fatte tutti i giorni“.
Sui suoi progetti: “Unti e Bisunti sta andando benissimo. Ho molti progetti, cercheremo di portare avanti tante iniziative votate al sociale. Sto prendendo lezioni per fare video per non udenti, se ne avrò la possibilità mi piacerebbe parlare della dignità del sistema carcerario, che qui a Roma è una cosa impossibile. Mi piacerebbe dar vita ad iniziative all’interno delle carceri, con i detenuti“.