Roma: sit-in FI Giovani sotto Campidoglio, ‘Marino dimettiti’
Un sit-in per chiedere che vengano confermate le dimissioni del Sindaco di Roma. E’ l’iniziativa dei giovani di Forza Italia che sono riuniti dal primo pomeriggio sotto il Campidoglio con una richiesta chiara: ‘Marino dimettiti’. “La storia delle dimissioni di Marino sta diventando una presa in giro nei confronti dei romani e della Capitale d’Italia”, spiega la deputata e leader di Forza Italia Giovani, Annagrazia Calabria. “Una tragicommedia imbarazzante – prosegue -, in cui il Sindaco si diverte a tenere sulle spine il suo partito, infischiandosene di Roma, mentre il Pd non riesce a risolvere questa situazione assurda. Roma non può essere ostaggio della sinistra”, conclude.
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CARCERI, PALOZZI(FI): “SERVONO INTERVENTI MIRATI E URGENTI”
“Il sistema penitenziario della nostra regione ancora tra sovraffollamento dei detenuti e carenza di personale. E’ una realtà assolutamente allarmante, quella ricordata quest’oggi dal sindacato. Le nostre carceri, purtroppo, continuano a vivere in condizioni funzionali e strutturali davvero intollerabili ed è palese la necessità di interventi mirati e urgenti, nonché l’investimento delle opportune risorse finanziarie. Sollecito, dunque, le istituzioni preposte ad intervenire immediatamente nella convinzione maturata che una buona accoglienza del detenuto e il suo “benessere” durante il periodo di detenzione dipenda pure dalle migliori condizioni di lavoro di chi è deputato alla loro sorveglianza e assistenza”. Così il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi.
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Non è stato trovato un colpevole per la morte di Andrea Pesciarelli, il caporedattore del Tg5 deceduto a Roma l’8 ottobre 2011, dopo essere finito contro un albero mentre stava percorrendo a bordo del suo scooter il Lungotevere delle Armi. Il caso, archiviato dalla Procura di Roma, è stata approfondito dall’Avvocato Roberto Ruggiero, legale di Pesciarelli, ai microfoni della trasmissione “Legge o giustizia” condotta da Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
“Quella tipologia d’incidente –ha spiegato Ruggiero-, lasciava presupporre che Pesciarelli fosse stato spinto sul marciapiede da una macchina o da qualcosa che avrebbe provocato lo sbandamento della moto. Si evidenzia chiaramente che quella notte una 29enne romana, che è stata indagata per omicidio colposo e omissione di soccorso, ferma la sua macchina e dice di averlo visto cadere. Nessuno ha chiamato l’ambulanza, è arrivata per caso sul posto, perché rientrava da un precedente soccorso. Nella confusione del tutto, a un certo punto di questa ragazza si perde traccia. Questa ragazza, a suo dire, prende e si allontana. Per quale motivo è scomparsa per tre/quattro giorni? E perché solo dopo la grande battaglia di tutti i colleghi di Pesciarelli e il grande impegno delle forze dell’ordine, si è presentata dicendo che era là? Andare via e tornare solo per la paura di essere anticipata non è un comportamento corretto. Non c’è stata una prova che accertasse che ci sia stato un contatto tra la sua macchina e il motorino di Pesciarelli. L’accertamento però rimane incompiuto perché la strusciata ha più possibilità di lasciare una presenza se avviene tra due veicoli che marciano in direzione opposta. Quando due veicoli invece viaggiano nella stessa direzione, se non c’è impatto ma solo contatto, il contatto non lascia la strusciata. L’archiviazione del caso me l’aspettavo. Se non c’è la prova di un contatto, si rimane nel campo delle ipotesi. C’era una telecamera sul luogo dell’incidente, ma era fuori uso. I vigili hanno fatto tutto il possibile”.
Emergono ulteriori particolari sulla vita di Fabrizio Ventre, uno dei due ragazzi rimasti uccisi dopo un conflitto a fuoco l’altro ieri notte nel popolare quartiere di Ponte di Nona, periferia est di Roma.
Una cittadina di Via Berta Von Suttner, intercettata da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio di Radio Cusano Campus (emittente dell’Università Niccolò Cusano), dichiara: “Fabrizio era un bravo ragazzo, un ragazzo normale. Quando si è sposata mia figlia lui ha cantato insieme al padre la serenata organizzata da mio genero. Ha cantato al matrimonio di mia figlia, in zona lo conoscevano molti perché cantava serenate. Aveva la passione per la musica“.
A Ponte di Nona i giornalisti non sono visti di buon occhio. “Nella nostra via e nella nostra zona si vive malissimo, siamo dimenticati da tutti. C’era un laghetto, c’erano due parchi, nel tempo hanno distrutto tutto i politici. I giornalisti non ci piacciono, scrivono un sacco di bugie. Qui non c’è nessuna criminalità. I giornalisti stravolgono la realtà. Hanno scritto un sacco di inesattezze su questa storia. Ieri a Ponte di Nona non è stato aggredito nessuno, anzi, c’erano anche i carabinieri. Abbiamo solo chiesto rispetto per il dolore di chi si trova a piangere dei ragazzi morti“.
Gianni Alemanno è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it), nel corso del programma ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Alemanno ha commentato l’attualità capitolina: “Dopo tante storie Marino una uscita strana la farà, penso che ritirerà le dimissioni per andare in aula e poi magari le riconfermerà lì. E’ difficile che lui esca confermando le dimissioni e basta a meno che non lo chiami Renzi per promettergli qualcosa. Lui sta facendo un doppio gioco, da una parte si dà un tono davanti ai cittadini romani, dall’altro bussa alla porta di Renzi per chiedere una buona uscita”.
Alemanno sull’Unione del Centro Destra: “Su Marino anche un centro destra unito non avrebbe potuto fare molto. Fino a quando la maggioranza rimane compatta è impossibile mandare via un sindaco. L’opposizione conta quando si spacca la maggioranza e per questo adesso diventa determinante. Noi saremo tutti compatti nel votare la sfiducia a Marino, per questo Marino non ha alcuna possibilità di farcela. Anche se riuscisse a convincere SEL e un pezzo del PD a votare per lui sarà sempre in minoranza. Poi il problema dell’unità del centro destra si proporrà sulla candidatura. Non possiamo rischiare che la destra vada con due candidati diversi alle elezioni, per questo servono le primarie, anche con Marchini”.
Alemanno è poi tornato sulla querelle che lo ha visto protagonista negli ultimi giorni con Giorgia Meloni: “Per me è un episodio chiuso. Quando si sta in televisione e ci sono le domande difficili è facile sbandare. Io do un consiglio a tutti quelli che fanno parte del centro destra e hanno sostenuto la mia giunta. Se si vuole essere credibili per il futuro bisogna spiegare bene cosa è successo nei miei cinque anni di governo. Sicuramente abbiamo commesso degli errori, altrimenti non avremmo perso le elezioni, ma abbiamo fatto anche tante buone cose che vanno rivendicate. La mia amministrazione dal punto di vista politico è largamente difendibile”.
In chiusura, da Alemanno, un commento sul film Suburra: “L’ho visto domenica scorsa. Il film è triste, pesante. Molto cupo e molto angosciante. Manca il bene. Nel romanzo almeno c’era un colonnello dei carabinieri che combatte contro i criminali. Nel film invece è tutto negativo, per questo non mi è piaciuto, si dà di Roma una immagine solo negativa in cui si mette di tutto, dal Papa a Berlusconi. Roma non è questo, Roma è ben altro, ci sono tanti personaggi negativi ma anche molti personaggi positivi”.
Il primo trapianto di testa su un uomo è stato annunciato qualche giorno fa da Sergio Canavero, neurochirurgo all’ospedale Molinette di Torino. Il professore, che afferma di aver messo a punto una tecnica rivoluzionaria per questo intervento che ha dello sbalorditivo, eseguirà l’operazione in Cina all’Università Medica di Harbin, a dicembre 2017.
Canavero è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Genetica oggi” condotta da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
“Mi identifico nella figura di Victor Frankenstein –ha affermato Canavero-. Io sono per la vita, pur non essendo cattolico. La scienza e la vita sono collegate, la medicina significa anche dare la vita. Confermo che se non ci saranno problemi, il trapianto avverrà a dicembre 2017”.
“La stragrandissima maggioranza di quello che si pubblica oggi è assolutamente irrilevante dal punto di vista scientifico –ha spiegato Canavero-. E’ fallito il modello della sperimentazione animale. Il 95% di tutti gli studi animali fatti, non ha portato da nessuna parte. Abbiamo seguito tutti gli articoli di ordine biomedico pubblicati sulle principali riviste scientifiche negli ultimi 20 anni, nessun articolo ha portato a qualcosa. Il problema è che se venisse bloccato questo tipo di ricerca, di conseguenza verrebbero licenziati tanti professori dalle università, verrebbero licenziati quelli che pubblicano articoli sulle riviste, ecc… Insomma è tutto un sistema vizioso. Ci sono anche la case farmaceutiche che hanno seguito un modello sbagliato che è quello della ricerca sull’animale a tutti i costi e hanno fallito. Il trapianto di testa o di corpo è il culmine delle prove che la medicina occidentale ha fallito. Guardando i malati che morivano, mi sono guardato dentro e ho detto: basta menzogne, bisogna riconoscere che abbiamo fallito e fare qualcosa di concreto”.
Elsa Fornero, già Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con delega alle pari opportunità, nel governo Monti, è intervenuta questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , durante il format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Elsa Fornero è tornata sul suo operato da ministro all’interno del Governo Monti: “Il nostro Governo fu chiamato ad operare in condizioni di emergenza e chi si ricorda l’autunno del 2011 può sicuramente avere un’immagine viva della situazione in cui il Paese si trovava. Ora alcuni parlano di complotti, ma all’epoca il Governo Monti ebbe una grandissima maggioranza in Parlamento, anche dal PDL. Questa fiducia al Governo Monti fu data per fare delle cose che prima erano state promesse dallo stesso Governo. Cose che il Governo precedente aveva promesso per ottenere degli aiuti dalla BCE ma che non riusciva a fare. Tra queste cose ce n’erano due che furono chieste a me: la riforma delle pensioni, che approvammo in meno di 20 giorni, e la riforma del mercato del lavoro. Questo io feci e poi in futuro la storia giudicherà. Oggi forse non siamo più nell’emergenza, non abbiamo superato tutti i nostri problemi, ma non siamo più nell’emergenza“.
Elsa Fornero avverte poca riconoscenza attorno a sé e confessa di aver sofferto molto: “In politica non ci si deve aspettare riconoscenza. Io non ho sofferto la mancanza di riconoscenza ma ho sofferto molto gli attacchi subiti e forse se vogliamo anche la solitudine. Molte volte avrei voluto l’occasione per parlare direttamente con le persone, ma il cinismo della politica ha fatto sì che quelle riforme fossero applicate e subito dopo disconosciute, così da consentire alla politica di ritrovare la propria legittimazione dando ai tecnici che erano stati al governo la responsabilità di mali che invece derivavano da un ventennio di crescita assente, stentata o addirittura negativa“.
Elsa Fornero ha parlato dell’attuale legge di stabilità: “E’ onesto dire che sostanzialmente il Governo per il momento ha ingaggiato una discussione con l’Europa. Ha deciso di scambiare la flessibilità pensionistica a favore della flessibilità nei conti. Noi vogliamo andare in Europa e chiedere di avere un maggiore disavanzo, perché abbiamo fatto le riforme, siamo stati bravi e più di altri dobbiamo affrontare la questione rifugiati, problema grossissimo su cui l’Europa ha anche un pizzico di cattiva coscienza. Se il Governo avesse chiesto all’Europa di fare anche una controriforma delle pensioni, l’Europa avrebbe avuto molta più difficoltà, perché quello sui conti è un baluardo“.
Elsa Fornero è tornata a parlare dei giovani: “Mentre una volta era relativamente facile farsi un piano di vita di lungo termine, perché si poteva contare su un lavoro stabile e su una crescita salariale magari modesta ma continua, oggi quel mondo lì non è più a disposizione dei ragazzi. Il primo problema di oggi per i giovani è il lavoro: per chi ha un lavoro non esisterà il problema delle pensioni. Ce lo avranno, invece, quei ragazzi che non riescono ad accedere al mondo del lavoro. Per i giovani bisognerebbe creare un lavoro meno precario e poi dare dei sostegni adeguati a quei giovani che non ce l’avranno fatta. Qualcosa come reddito minimo oppure una qualche assicurazione di pensione minima. Non a tutti indiscriminatamente però. I giovani hanno sicuramente motivi di sconforto ma proprio perché sono giovani devono sempre reagire. La dedizione all’apprendimento di un mestiere è importante ad esempio. Noi abbiamo svilito le scuole professionali. Saper fare bene un mestiere non è meno dignitoso di un lavoro intellettuale magari cercato o acquisito attraverso una laurea un po’ scontata“.
Sul reddito di cittadinanza Elsa Fornero sposa la battaglia del Movimento Cinque Stelle: “Ho sostenuto il reddito di cittadinanza anche da Ministro. Dobbiamo passare da una logica che tende a dare molte garanzie indistinte a tutti, all’interno delle quali si nascondono molti privilegi, perché la trasparenza è poca, e arrivare a una garanzia di reddito di cittadinanza, che sia ovviamente ben costruita, perché siamo anche un Paese dove il tentativo di abusare delle casse pubbliche è sempre dietro l’angolo. Questa misura andrebbe fatta bene per aiutare le persone in difficoltà“.
Elsa Fornero sul Jobs Act::“E’ continuo rispetto alla nostra riforma. Anche lì, ricordo che molta parte di quella sinistra che poi non solo ha digerito ma addirittura approvato il jobs act, aveva sostenuto delle ipotesi di referendum contro la nostra modifica dell’articolo 18, che era tutto sommato ragionevole. Insomma, direi che il Jobs Act prende la nostra riforma del 2012 e la porta avanti. La cosa importante del Jobs Act era la riduzione del costo del lavoro, la detassazione del lavoro nella componente fiscale e questo è importante perché nel nostro Paese il lavoro in rapporto alla produttività costa più che altrove. A me dispiace una cosa: avevamo fatto molti sforzi per l’apprendistato, che vissuto in un periodo di globalizzazione può essere un grande ponte tra la scuola e il mondo del lavoro. Bisogna puntarci per migliorare il rapporto dei giovani con il lavoro“.
Sull’innalzamento del tetto del contante: “E’ una norma che favorisce gli evasori? Dipende dai controlli anche se al primo impatto è difficile sostenere il contrario. Il segnale è pericoloso, non è consono ad un Paese che dice di essere serio nella lotta all’evasione. Io in questo periodo sono negli Stati Uniti e il contante si usa pochissimo. Anche al supermercato si usa la carta di credito. In questo noi siamo indietro e questo messaggio del Governo è pericoloso”.
Elsa Fornero si commuove quando conferma di ricevere ancora minacce: “Ne ricevo ancora. Me ne è arrivata una molto stravagante e molto brutta non più tardi di quindici giorni fa. Minacce di morte, ma questo mi diceva: ‘stai tranquilla, so sparare, non rischi la vita, però…’. Io indubbiamente ne ho sofferto. Vorrei provare a spiegare a tutti che quello che l’ho fatto l’ho fatto cercando di aiutare il mio Paese senza nessun interesse personale. Ricevo anche delle lettere carine, prima di tutto dai giovani. Ci sono molte e-mail scritte da ragazzi che vivono in Italia che si sono resi conto che la mia riforma era indirizzata a loro. Noi pensavamo al Paese. Non mi interessava far felice Berlusconi o Bersani, la Camusso o altri. Noi guardavamo ai giovani, pensavamo a medio lungo termine. Molti ragazzi lo hanno capito e questo è importante“.
TRASPORTI, PALOZZI (FI): “SENZA METREBUS COTRAL E’ MORTA”
“Uscire dal sistema Metrebus è l’ultima pazzia della coppia Giana-Colaceci per dare il colpo di grazia alla Cotral Spa e a tutto il sistema di trasporto capitolino e regionale. Dire addio alla bigliettazione integrata, infatti, si traduce in un vero e proprio suicidio, le cui conseguenze ricadrebbero sui cittadini, già vessati da una mobilità degna del terzo mondo. E vorrebbe dire morte certa per Cotral Spa, visti e considerati gli incassi che l’azienda attualmente detiene dalla partecipazione al sistema integrato. Importi che aumenteranno sensibilmente con l’avvento dell’imminente Giubileo straordinario. Dunque, l’ad Giana e la presidente Colaceci sono fuori dal mondo se pensano che si possa uscire dal sistema Metrebus. Non bastasse una gestione allegra ed inefficiente della azienda dei trasporti su gomma, ancora una volta gli imbarazzanti vertici di Cotral spa dimostrano tutta la loro incompetenza. Sono dei veri e propri dilettanti allo sbaraglio“. Così il consigliere regionale FI e vicepresidente della commissione Mobilità, Adriano Palozzi.
Nell’ambito della sesta edizione del Festival della Diplomazia “Diplomacy”, si è tenuto all’Università Niccolò Cusano l’incontro dal titolo “Migranti, Rifugiati, Profughi: quale denominatore comune?”. Uno dei protagonisti del convegno è stato il Dott. Laszlo Galantai, Consigliere Affari Politici Ambasciata Ungheria in Italia, intervenuto ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo” su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
“Le critiche al muro antimigranti ci hanno colpito perché si tratta di critiche ipocrite –ha affermato Galantai-. La protezione delle frontiere non è solo un obbligo degli stati membri ma anche un obbligo europeo. L’Ungheria ha un confine esterno all’Unione Europea che deve proteggere e controllare. L’Ungheria non è stato il primo Paese a costruire una recinzione, lo hanno fatto anche Francia e Gran Bretagna. Criticare l’Ungheria per questo è ipocrita. L’ungheria ha solo deciso di chiudere la frontiera verde quindi di impedire il flusso incontrollato dei migranti attraverso i confini ungherese. Questa chiusura non ha riguardato il flusso regolare ai valichi di frontiera, che restano invariati. Lo scopo della barriera sul confine verde non è stato quello di respingere i migranti ma di canalizzare il loro flusso verso i valichi di frontiera dove i profughi possono presentare le loro richieste d’asilo. La strategia europea non sembra esserci. Ci sono state molte discussioni, molti vertici. L’accoglienza illimitata di milioni di immigrati in Europa non è una politica sostenibile. Ora forse, dopo una prima reazione emozionale, ci si sta muovendo nella giusta direzione”.