La stampa belga ne è certa. Salah Abdaslam, uno degli attentatori di Parigi, ha frequentato locali gay in passato. Molto probabilmente per prendere informazioni su come colpire luoghi, persone e comportamenti giudicati “blasfemi” dai fondamentalisti islamici.
E’ la stessa Vladimir Luxuria, raggiunta al telefono da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, conduttori del format ECG Regione su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , a dichiarare di essere stata a sua volta minacciata da alcuni integralisti: “Era marzo del 2015, di notte avevo scoperto che il mio sito era stato attaccato, era stato oscurato con la bandiera dell’Isis e con la musica che inneggiava a questi fanatici. Ho denunciato il tutto alla polizia postale, che ha fatto delle indagini e mi ha rassicurato dicendo che comunque l’oscuramento non arrivava dall’estero ma dall’Italia“.
Un aspetto che non sembra in realtà particolarmente rassicurante: “Dopo questa cosa non ho voluto cambiare la mia vita, per alcune notti non ho dormito, ma non ho voluto mettermi a pensare che forse per aver detto delle cose contro di loro ero stata messa nel mirino. Comunque, ogni volta che vedo quelle bandiere, mi ritorna sempre alla mente quella notte in cui invece di vedere il mio sito ho visto la bandiera di questi fanatici. La polizia mi ha detto di stare tranquilla, voglio sperare che stiano uno scherzo di infimo gusto, però comunque qualcuno si è preso la briga di volermi spaventare. Sono sicura che gli inquirenti abbiano fatto tutte le indagini del caso ma ogni volta che vedo quella bandiera mi vengono i brividi“.
Secondo Luxuria questa, comunque, non è una guerra di religione: “Nessuno può permettersi di uccidere in nome di Dio. Questi sono dei pazzi, fanatici, drogati, che nei territori che occupano bruciano le stecche di sigarette e poi riempiono di droga i terroristi per convincerli a farsi esplodere nel nome di Dio. La strage di Parigi è doppiamente blasfema, questa è gente che ha sputato sul corano e sono molto contenta che sabato a Roma ci sia la manifestazione della comunità islamica che vuole prendere le distanze da questi pazzi“.
Le comunità islamiche e i musulmani d’Italia scendono in piazza. Una manifestazione nazionale a Roma contro il terrorismo, per rispondere alla strage di Parigi e gridare insieme “Not in my name“. Si terrà domani dalle 15 in piazza Santi Apostoli. A lanciarla è stata l’Ucoii (Unione delle comunità islamiche Italiane). Il presidente dell’ Ucoii e imam di Firenze Izzedin Elzir è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ecg Regione”, condotta da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
“Questa manifestazione ha due significati –ha spiegato Elzir-. Innanzitutto è un messaggio interno alla comunità islamica per dire ‘Not in my name’ riguardo questi atti criminali che stanno spargendo sangue in tanti Paesi nel mondo. Le prime vittime di questi terroristi siamo noi musulmani, quindi dobbiamo condannare il terrorismo in maniera netta. Poi è un messaggio ai nostri concittadini: dobbiamo e possiamo vincere la paura e il terrorismo soltanto se siamo uniti. L’obiettivo dei terroristi è creare delle barriere tra i musulmani e i non musulmani. Alla manifestazione di domani abbiamo invitato tutta la realtà islamica ma non solo, abbiamo chiesto ai nostri concittadini di essere con noi. Per chi non riesce a venire a Roma abbiamo organizzato dei presidi locali in tutta Italia”.
Riguardo il titolo di Libero ‘Bastardi islamici’. “Mi dispiace –ha dichiarato Elzir- che qualche giornalista, o che così dichiara, sia così irresponsabile nel momento in cui tutti dovremmo essere più responsabili. Nel Paese dell’arte e del buon gusto, trovo questi titoli senza gusto. Noi siamo italiani di fede islamica e siamo orgogliosi di esserlo. I terroristi non rappresentano nessuno di noi. Se uno è mafioso, non è che possiamo dire siciliani bastardi. Bisogna usare un linguaggio giusto e non cadere nella trappola dei terroristi”.
“Ho conosciuto –ha affermato Elzir- degli islamici attratti dal fondamentalismo nella nostra comunità, ma il mio dovere come imam è quello di dialogare e confrontarmi con tutta la realtà nostra. In una maniera o nell’altra abbiamo fatto il nostro dovere, così come la magistratura fa il suo dovere. Dobbiamo essere tutti in sintonia e lavorare insieme. Se abbiamo l’obbligo di segnalarli alla magistratura? La collaborazione finora si è vista, dato che per fortuna non abbiamo avuto attentati”.
“Noi –ha spiegato Elzir- siamo italiani di fede islamica, non abbiamo bisogno di un partito islamico. I nostri confratelli che partecipano alla vita politica decidono di supportare il partito che vogliono. I politici che cavalcano la paura della gente tirando in ballo la religione sono imprenditori dell’odio e della paura. I nostri concittadini sono più intelligenti di loro, chiedo a loro di essere responsabili. A livello personale ho ottimi rapporti con Salvini, lo ho invitato ad essere responsabile in particolare in questi momenti difficili. Lo invito a partecipare alla manifestazione di domani per dire che tutti noi siamo uniti contro questo cancro dell’umanità che è il terrorismo”.
Il Prof. Michele Ahmed Antonio Karaboue, docente di Diritto dell’immigrazione all’Università Niccolò Cusano e volto noto dei talk show politici, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano” condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Riguardo la gestione dell’emergenza terrorismo da parte del Governo. “Penso –ha affermato Karaboue- che chi ha un incarico di governo non debba ragionare con la pancia, ma con la testa. Sarebbe troppo semplice oggi fare proclami, chiudere le frontiere, indirizzare l’opinione pubblica verso una psicosi collettiva solo per prendere quello 0,1% in più di consenso. Dobbiamo avere un approccio responsabile ed oggettivo”.
Sull’immigrazione. “Parlando con Alfano –ha spiegato Karaboue- abbiamo riflettuto sulle dinamiche che hanno portato ai fatti di Parigi. Non possiamo pensare che immigrati armati possano sperare di passare i controlli sulle coste dopo gli sbarchi. Non abbiamo mai visto un migrante sbarcare e fare un attentato”.
“Non credo che i terroristi che hanno fatto gli attentati a Parigi siano dei disperati sociali –ha affermato Karaboue- ma piuttosto persone con conflittualità interiori. Ad animare questi atti c’è la convinzione sbagliata di dover agire in nome e per conto di un Dio che non gli ha chiesto di fare questo. Qui c’è un fondamentalismo delle idee, perché la religione islamica non ha un punto di riferimento come il Papa che possa indirizzare i propri fedeli. Ognuno quindi interpreta a modo suo il Corano. I terroristi comunque non hanno nulla a che fare con qualcosa di religioso”.
Luca Frusone, Capogruppo in Commissione Difesa del Movimento 5 Stelle, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano” condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
La Camera ha approvato la norma del decreto missioni militari all’estero che permetterà al presidente del Consiglio dei ministri di disporre operazioni speciali all’estero affidate ai corpi militari speciali d’elite riconducibili alla catena di comando dei servizi segreti. “Questo emendamento è una misura emergenziale –ha affermato Frusone-. Si sono resi conto che l’Intelligence va potenziata e cercano di ovviare con uomini presi da altri comparti. E’ un provvedimento emergenziale, ma pensare che questa cosa possa essere fatta sempre ci lascia un po’ perplessi, perché è un accentramento di poteri che può essere pericoloso”.
“Sono più di 20 le missioni all’estero, con 5000 soldati –ha aggiunto Frusone-. La nostra linea è ridurre le nostre spese all’estero per aumentare le spese di sicurezza in Italia. Abbiamo in piedi la missione in Afghanistan. Quei soldi dovrebbero essere usati per migliorare l’Intelligence, ma ci hanno bocciato l’emendamento per la legge di stabilità. Per questo abbiamo votato contro il decreto missioni. Si parla di 1,2 miliardi ogni anno. Questi soldi dovrebbero essere usati soprattutto per l’Italia piuttosto che per le missioni all’estero”.
Su un’eventuale risoluzione militare in Siria. “Fino ad ora le bombe hanno portato altre bombe –ha affermato Frusone-. Dopo l’intervento della Francia su Raqqa, quasi tutti hanno pensato che la Francia non avesse fatto nulla fino a quel momento. Invece la Francia aveva fatto più di 250 operazioni in Siria. Non è facile decifrare le intenzioni del governo italiano. Renzi ha detto che l’Italia non è in guerra, speriamo che rimanga di questo avviso. Noi saremmo contrari ad un intervento in Siria. Come dicono molti analisti serve una risoluzione politica e non militare. Quello che c’è oggi in Siria è il risultato delle scelte scellerate fatte in Afghanistan, in Libia, in Iraq. Pensare di curare questa situazione con la stessa medicina che ha portato a questo scenario è piuttosto idiota”.
Red Ronnie è intervenuto su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it), nel corso di ECG Regione, il programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Red Ronnie ha svelato un retroscena: “In un certo senso si può dire che due giorni fa sono stato minacciato in diretta da un islamico. Tramite Twitter mi hanno scritto che ho parlato di ciò che avrei dovuto tacere, aggiungendo che Allah mi avrebbe dovuto fermare in qualità di peccatore. E’ accaduto mentre stavo parlando con Riccardo Noury di Amnesty International. Ho segnalato il tutto a Twitter che ha provveduto a rimuovere l’account dal quale sono arrivate queste minacce“.
Red Ronnie va oltre: “Io non ho paura. Oggi la più grande rivoluzione è quella di non avere paura. Anche l’Isis è una scusa. Una scusa che trovano per farci avere paura. La paura tiene la gente sottomessa, se non hai paura sei libero. Per incatenare le persone usano la paura e tutte le volte generano il terrore. Un tempo c’era la paura delle stragi del sabato sera, poi la paura dell’Aids, ora la paura dell’Isis. Ci nutrono di paura. I potenti vivono con il godimento di farci paura. L’occidente è il burattinaio. Crea queste cose ad arte perché ha bisogno di creare terrore, vendere armi e dominare sui luoghi dove c’è il petrolio. E’ l’occidente che si è inventato l’Isis“.
E’ stata colpita anche la musica durante gli attacchi di Parigi: “La musica è stata colpita tanto tempo fa ed è stata colpita in vari modi.Hanno destabilizzato totalmente la musica, oggi gli idoli non sono più i musicisti. I nuovi idoli tipo J Ax o Fedez? Non lo so, non li vedo a combattere battaglie sociali, se non quelli per la liberalizzazione della marijuana. Pensare che che la liberalizzazione della Marijuana sia una soluzione ai problemi della gioventù è come pensare che una pista ciclabile possa risolvere i problemi di una città“.