QUALITA’ VITA, PALOZZI (FI): “ROMA GIU’ GRAZIE AL CENTROSINISTRA”
“E’ davvero impietosa la classifica sulla qualità della vita, stilata anche quest’anno dal Sole 24 Ore. Roma precipita al 16esimo posto, perdendo ben quattro posti in un anno. E a pesare maggiormente sulle “prestazioni” capitoline sono, soprattutto, l’ordine pubblico e il decoro cittadino, due priorità amministrative, totalmente snobbate dall’ex giunta comunale del sindaco Marino e dal Partito Democratico, per tutta la precedente legislatura più impegnato nelle proprio beghe interne piuttosto che a lavorare per il bene della Capitale. E questi, purtroppo, sono i risultati: una città insicura e una periferia in preda a fumi tossici e microcriminalità diffusa. I cittadini romani ringraziano sentitamente”. Così il consigliere regionale FI e vicepresidente della commissione Ambiente, Adriano Palozzi.
Roma: Calabria (FI), ancora sconta danni Renzi-Marino
#Roma perde 4 posizioni in classifica #Sole24Ore su #QualitaDellaVita. E’ regalo Natale Renzi-Marino dopo amministrazione fallimentare Pd. Lo scrive, su Twitter, la deputata di Forza Italia Annagrazia Calabria, che prosegue: “Nonostante il Pd, dopo aver difeso per mesi l’indifendibile, stia ora facendo di tutto per far cadere nell’oblio l’esperienza Marino, ancora oggi i romani pagano le conseguenze dei danni fatti dall’ex sindaco e dalla sua giunta. Lo sciagurato biennio della sinistra a Roma ha portato in Città insicurezza e degrado. Sta a noi farla rialzare”, conclude.
Daniela Ciampa, 38 anni, era addetta alla mensa scolastica di Nichelino in forza alla ditta Euroristorazione. La stessa azienda l’ha licenziata per aver condiviso su Facebook un post che raccontava le lamentele dei genitori che avevano trovato insetti nei cibi dei loro figli. La signora Ciampa è intervenuta ai microfoni della trasmissione “Ecg Regione”, condotta da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
“Una sera –racconta la Signora Ciampa- apro facebook e vedo questo link dove c’erano foto di una polenta con uno scarafaggio dentro, in una mensa di una scuola di Nichelino. Io sono una mamma, ho un bambino che frequenta la scuola di Nichelino, mi sono allarmata e ho condiviso il link sul mio profilo scrivendo ‘Io una polenta con l’aggiunta di scarafaggio non la mangerei molto volentieri’. Dopo questo fatto, ricevo una lettera di richiamo dalla mia azienda dove scrivono che la mia condotta ha gli estremi di gravità idonei a ledere il rapporto fiduciario tra datore e dipendente. Quindi vengo sospesa per 5 giorni, ma retribuita. Per rispondere a questa lettera ho contattato un legale e dopo 10 giorni, tramite il mio avvocato, apprendo la notizia del mio licenziamento. La foto con lo scarafaggio nella polenta non proveniva dalla scuola dove lavoravo io. Era una foto trovata in un’altra scuola di Nichelino. Il mio non era certo un attacco diretto alla società, non ho citato l’azienda, mai nominata. Io da mamma allarmata ho solo pubblicato la foto”.
Giuseppe Civati, deputato ex Pd e ora leader di “Possibile”, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it), in merito alle elezioni politiche in Spagna.
“Renzi e la Boschi continuano a dire cose sbagliate -ha affermato Civati-. Se ci fosse l’Italicum in Spagna, Podemos e Ciudadanos non andrebbero al ballottaggio ma avrebbero ancora meno rappresentanza in parlamento rispetto a quella che hanno ora. Una dimostrazione del fatto che l’Italicum distrugge la rappresentanza”.
Le lezioni che arrivano dal voto spagnolo. “I partiti storici non si sono riformati –ha spiegato Civati-, hanno scelto di tenere un profilo consociativo e sono stati puniti. Sia il partito di Rajoy amico della Merkel, sia il partito di Sanchez, amico di Renzi, hanno perso tantissimi voti in favore di due movimenti:Podemos a sinistra e ciudadanos al centrodestra. Quando i partiti non cambiano producono un rifiuto un dissenso che spesso si traducono in termini elettorali. Podemos ha virato verso una prospettiva di governo, ha parlato di un patto di governo. Secondo me il patto quando è costituzionale non è un inciucio, è un compromesso tra le persone, sul futuro. Non è un proposta di governo o di dibattito che prevede la rinuncia ai propri valori. Podemos ha scelto di presentarsi col proprio simbolo in alcune regioni, in altre si è affidata a simboli che non erano propriamente suoi, una politica che si afferma anche perché riconosce di non bastare a se stessa. Una formula che allarga e coinvolge soggetti diversi è un esempio anche per la sinistra italiana”.
“Tsipras, l’esperienza portoghese, e ora questo risultato in Spagna possono contribuire ad un cambiamento di percezione politica anche rispetto all’Unione Europea –ha aggiunto Civati-. Quel dissenso in Italia ha trovato rappresentanza nel M5S. Ai tempi avevo cercato di dire al Pd che allearsi con Berlusconi per mantenere il potere sarebbe stata una situazione che prima o poi gli sarebbe scappata di mano. Il Pd si dichiara ancora di sinistra anche se stanno scappando tutti. Sinistra italiana deve decidere se mollare il Pd. Perché a Milano stiamo ancora discutendo di primarie con dentro Pisapia. Dobbiamo essere un soggetto autonomo, plurale. C’è chi vuole fare un partito del 900 che parte dal gruppo parlamentare, a me non piace”.
“M5S evita riferimenti alla sinistra? Loro hanno bisogno di tenere insieme anche gli elettori di destra, loro sono trasversali –ha detto Civati-. Il problema però rimane: il m5s che linea economica ha? Sull’immigrazione come la pensa? Queste contraddizioni alla fine potrebbero emergere”.
Un’ultima battuta Civati la dedica a Renzi che ha sottolineato come l’austerità abbia fatto perdere consenso al governo Rajoy. “Renzi prende distanze da Rajoy che sta facendo quello che dice la Merkel. Ma è esattamente quello che fa Renzi, allora vuol dire che lo sa anche lui che è sbagliato fare così“, ha affermato Civati.
Giovanna Marchese Bellaroto, Presidente CNA Commercio Roma e AssoCommercio RomaNord, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Secondo i commercianti capitolini, il provvedimento deciso dal commissario Tronca sulle targhe alterne, a 48-72 ore dalla vigilia di Natale, è “l’ultima mannaia che si abbatte sui consumi“. Lo conferma la Presidente Bellaroto. “Roma si è classificata al 4° posto nella graduatoria delle città più inquinate -ha spiegato Bellaroto-. I sindaci delle città che ci precedono in questa lista, non hanno preso provvedimenti di questo tipo a dicembre. Alcuni dei provvedimenti di assistenza a quello delle targhe alterne, ci siamo permessi di sottoporli a Tronca. Una fonte di questo inquinamento sono le emissioni del riscaldamento. Tronca ci ha ascoltato su questo, ma non ha ascoltato il nostro grido di dolore. Qui non si parla solo di centro storico, ma di tutta la città inserita nella fascia verde. E’ il grido di dolore di una città che sta perdendo un’economia importante, che non ritorna nell’arco dell’anno, se non il prossimo Natale. Quello che si spende per i regali natalizi non si spende nel resto dell’anno. Quelli che come me oggi stanno dentro i negozi sono quei pochi che, rispetto ai tanti che hanno già chiuso, stanno ancora lavorando. Se il commissario avesse ritenuto così fondamentale questo provvedimento delle targhe alterne, avrebbe dovuto creare una mobilità alternativa con delle navette tra i quartieri satelliti del centro. L’impianto della mobilità a Roma invece è stato rivisto sopprimendo diverse linee. La gente oggi aspetta anche tre quarti d’ora un autobus. I quartieri non baciati dalle metropolitane hanno una limitazione fortissima negli spostamenti. Quello che si è perso come fatturato si è perso, non si recupera. Le persone sono state spinte a spostarsi verso l’esterno ai centri commerciali. Stare dentro la fascia verde è un grosso danno. Abbiamo monitorato i nostri negozi da settembre. Da settembre è cambiato l’umore dei clienti e dei negozianti perché si era finalmente fermato un segno meno. Nel mese di dicembre si fa il 40-50-60% del fatturato di tutto un anno. Si è dovuto comprare per avere un assortimento e quello che è invenduto lo dobbiamo pagare, non lo possiamo restituire. Se non supportiamo quella positività con politiche di supporto agli acquisti dentro la città, non possiamo pensare che dicembre vada meglio dell’anno scorso. Quest’anno abbiamo già perso 100 milioni di euro solo a Roma. Stanno ammazzando l’economia della nostra città, questo è il dato che dovrebbe preoccupare tutti”.