SALARIO ACCESSORIO, PALOZZI(FI): “NECESSARIO INVERTIRE LA ROTTA”
“Reputo assolutamente preoccupante l’annuncio del Campidoglio in merito alla sospensione del salario accessorio per il mese di gennaio. Si tratta di una decisione molto grave, che rischia di avere pesanti ripercussioni sugli stipendi dei dipendenti capitolini e sui servizi, erogati alla città. Purtroppo sul salario accessorio, questione irrisolta lasciata in eredità dall’imbarazzante giunta Marino, non si registra ancora quella inversione di rotta, tanto auspicata e realmente tesa a salvaguardare le retribuzioni dei lavoratori comunali. Se non vogliono che Roma vada nel caos, il commissario Tronca e il Governo Renzi ascoltino le istanze dei sindacati e trovino soluzioni immediate e concrete sull’annosa vicenda contrattuale”. Così il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi.
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Lucio Malan, Senatore di Forza Italia, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Sul ritorno in campo di Berlusconi. “Anche per gli altri leader del centrodestra Berlusconi in campo è una buona notizia –ha affermato Malan-, perché può raccogliere quella percentuale di voti in grado di far vincere il centrodestra al primo turno. E’ meglio vincere insieme che perdere da soli, saranno d’accordo anche gli altri. Il leader è quello che raccoglie più consensi e con Berlusconi in campo Forza Italia recupererà. L’elettorato del centrodestra in generale va poco sulla fiducia, vota sulla base delle proposte concrete. Abbiamo perso dei voti perché Berlusconi si era un po’ fatto da parte dopo la sua esclusione dal Parlamento. Lui sperava di avere giustizia da subito, ma la Corte europea è un po’ lenta. Poi anche il patto del Nazareno ha influito perchè è stato visto dai nostri elettori come un’eccessiva accondiscendenza nei confronti del governo. Poi ha pesato anche il sostegno che abbiamo dato al governo Monti anche se dopo siamo stati decisivi per farlo cadere. In quel momento tutti gli esperti dicevano che se non avessimo dato il consenso al governo Monti ci sarebbe stato il default. Non avevamo scelta perché Napolitano ha dimostrato un doppiopesismo. Faceva le pulci ai nostri decreti, poi però a Monti, Letta e Renzi gli ha lasciato fare qualunque cosa. Ora che abbiamo molti più debiti e un pil inferiore al 2011 non siamo sull’orlo del default. E allora vuol dire che ci sono state iniziative per far fuori il governo Berlusconi e sostituirlo con un governo gradito a Napolitano e ad alcuni personaggi dell’Unione Europea che fanno gli interessi dei loro Paesi e non dell’Unione Europea. L’Italia dovrebbe fare gli interessi dell’Italia e non di altri. Quando qualcuno dell’UE faceva critiche al governo Berlusconi il Pd faceva passare l’Ue come fonte della verità assoluta. Adesso che criticano il governo del loro partito sono diventati brutti e cattivi. E’ vero che la flessibilità l’ha fatta Juncker e non Renzi. E poi questa flessibilità significa solo che ci autorizzano a fare più debiti. Da quando c’è il governo Renzi ogni italiano ha maggiore indebitamento per 2000 euro a testa. Fai più debiti, ma poi questi debiti te li ritrovi sul groppone. A Bruxelles sanno che il governo non interloquisce perché è arrogante”.
Sul Ddl Unioni Civili. “Da parte nostra ci sono margini di dialogo perché noi siamo a favore del riconoscimento di determinati diritti ai componenti delle coppie anche dello stesso sesso –ha spiegato Malan- Il problema è che per esempio abbiamo il sottosegretario Scalfarotto che dice che la loro posizione è già di mediazione. E’ il classico atteggiamento di questo governo che decide quel che vuole lui e poi a chi chiede una mediazione risponde che hanno già mediato per conto loro. E’ il solito imbroglio. Se vogliono continuare ad andare avanti con questa arroganza, violando la Costituzione perché il provvedimento non è passato in Commissione. Il problema è che questo testo prevede l’equiparazione del matrimonio gay a quello tradizionale e prevede le adozioni e quindi l’utero in affitto. I bambini non li porta la cicogna, ma nascono in un certo modo. E quel modo funziona solo se ci sono un uomo e una donna che li fanno. Se ci sono due uomini e due donne ci dev’essere qualche altro intervento, dunque quando questo ddl propone la legalizzazione dell’utero in affitto”.
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Riccardo Nuti, deputato del Movimento 5 Stelle, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it), in merito al caso infiltrazioni camorristiche nel Comune di Quarto.
Rosa Capuozzo parla di un M5S che si tira indietro nella lotta alla mafia. “Se tutti i soggetti politici si tirassero indietro come lei dice che fa il M5S, la mafia sarebbe già stata sconfitta –ha affermato Nuti-. Nessuno può dirci che non combattiamo la mafia. La mafia ha cercato di infiltrarsi nel M5S e ha ricevuto zero. Tutte le intercettazioni dimostrano l’assoluta buona fede e l’assoluta lotta del M5S alla criminalità organizzata. Questo tentativo dei partiti di farci apparire come loro è ridicola”.
Capuozzo dice di aver informato Fico delle pressioni subite dal consigliere De Robbio. “Lei –ha dichiarato Nuti- vuole far credere che ci ha riferito le minacce da lei ricevute, invece ci ha riferito di un comportamento sbagliato di un consigliere che voleva mettere bocca sullo stadio e voleva fare le nomine. E noi infatti lo abbiamo buttato fuori prima che fosse indagato. Noi vogliamo che pubblichino tutte le intercettazioni, così sarà evidente che non eravamo assolutamente a conoscenza di minacce. Noi abbiamo buttato fuori il consigliere prima che fosse indagato perché aveva atteggiamenti non consoni. Poi è emerso dalle intercettazioni che la camorra si stava infiltrando e abbiamo chiesto al sindaco di dimettersi. Lei non si è dimessa. Poi sono uscite intercettazioni in cui lei parlava di minacce con alcuni suoi consiglieri. Lei non ha denunciato queste minacce e quindi ha commesso un reato. Per questo l’abbiamo espulsa. Mi sembra un comportamento logico e lineare. Se poi vogliono dire che dobbiamo tenerci i voti della camorra e dobbiamo conservare una poltrona a discapito della faccia non siamo d’accordo. Perché per noi la legalità viene prima di tutto. De Robbio era un ufficiale della capitaneria di porto pluripremiato. Non abbiamo candidato il primo che passava per strada. Detto ciò, è chiaro che dobbiamo cercare sempre di migliorare, ma non esiste un sistema che possa portare a zero infiltrati. Si può cercare di mettere tanti controlli, ma i veri elementi per buttare fuori questi soggetti è che quando si manifestano certe situazioni bisogna buttarli fuori”.
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TRASPORTI, PALOZZI (FI): “ODISSEA PER PENDOLARI. ROMA ALLO SBANDO”
“Disagi sulla Metro B per un inconveniente tecnico, problemi sulla Roma-Lido per un guasto, e rallentamenti sulle ferrovie regionali alle porte di Roma. Ancora una mattinata di passione per i pendolari di Roma e del Lazio, protagonisti loro malgrado dell’ennesima odissea quotidiana e vittime di un sistema di trasporto pubblico, assolutamente fallimentare. Un ulteriore schiaffo all’immagine di una città proiettata al Giubileo e che tenta faticosamente di rialzarsi dagli sfasci amministrativi, lasciati in eredità dalla giunta di centrosinistra. Un contesto di mobilità allarmante, che grava sui viaggiatori che hanno “la colpa” di prendere i mezzi pubblici per recarsi sui luoghi di lavoro o a scuola. Inefficienze che fanno impietosamente il paio con i disservizi del trasporto su gomma, gestito dalla Cotral Spa, la cui gestione scadente sta causando vivaci proteste su tutto il territorio regionale. Problemi e criticità che si consumano nel silenzio assordante del presidente Zingaretti”. Così il consigliere regionale FI e vicepresidente della commissione Trasporti, Adriano Palozzi.
Antonio Di Pietro è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it), nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Di Pietro ha commentato i dubbi di costituzionalità sul ddl Cirinnà: “Sui diritti civili ognuno deve essere libero di fare e di pensare come crede. E’ importante la famiglia, è importante avere un padre e una madre, ma quando uno non ha nessuno ciò che conta è avere qualcuno che gli voglia bene. Bagnasco dice che sono altri i problemi del Paese? Mah, di problemi il Paese ne ha tanti, ma tra questi c’è anche quello legato a bambini che non hanno punti di riferimento e che devono essere cresciuti da qualcuno che gli voglia bene“.
Sul caso Quarto e sul Movimento Cinque Stelle: “Il dramma della delegittimazione l’ho vissuto come loro, più di loro e prima di loro. E’ chiaro che quando si costruisce qualcosa dal nulla la mela marcia può capitare. E’ impossibile sapere prima tutto ciò che può accadere. E’ chiaro che sicuramente sono in buona fede, nel Movimento ci sono tante persone che voglio dare un servizio al Paese. Se all’interno del Movimento c’è qualcuno che non ha avuto che ha sbagliato è giusto buttare fuori la mela marcia, ma non si può criminalizzare l’intero Movimento! Allora con il Partito Democratico che bisognerebbe fare? E con altri partiti? Il Movimento Cinque Stelle è una vittima in questa vicenda, in un territorio delicato qualcuno ha pensato di mettere qualcuno dei suoi all’interno di un gruppo che stava andando alla grande. Sul tema, attualmente, non condivido l’informazione pubblica, sempre più filogovernativa“.
Sull’idea di Fiano, di vietare la vendita di gadget fascisti: “Ogni volta che fai un divieto di questo genere, fai pubblicità alla cosa che vuoi vietare. Ma che ci fai col busto di Mussolini? A forza di parlarne trovi qualcuno che se lo compra“.
“Sono italiano, ho perso il lavoro, per non perdere anche la dignità lavo i vetri ai semafori nelle strade di Roma“. Pietro ha 43 anni e ha raccontato la propria storia a Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it), contattato da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, conduttori del format ECG Regione.
Pietro ha 43 anni, un divorzio alle spalle e una malattia superata da poco: “Io non posso stare senza lavorare. Non voglio gravare sugli altri, non voglio fare il parassita. Ho avuto tanti problemi, una malattia, ho un divorzio alle spalle. Preferisco lavare i vetri per strada piuttosto che andare a mangiare alla Caritas. Almeno posso comprarmi da mangiare e pagare l’affitto di una stanza. Ho rinunciato a tutto, non voglio rinunciare anche alla dignità. Anche se è dura. E’ dura. Sono stato lasciato solo da tutti, sono stato ucciso in maniera sociale“.
La vita in strada è dura, Pietro lo sa: “Per sopravvivere lavo i vetri da una settimana. E nessuno deve permettersi di venirmi a dire che quello è il suo semaforo, che non ci devo lavorare e altre cose simili. Io sono a casa mia e non mi piacciono i prepotenti. Gli stranieri mi guardano negli occhi e capiscono che non devono darmi fastidio. Se un italiano arriva a questo punto è perché non ce la fa più. Io ho avuto una brutta malattia, sono riuscito a guarire e oggi vivo con me stesso in pace, ma dopo aver superato tanti problemi non è giusto che io non possa vivere una vita normale. Non voglio mollare, lo devo anche ai medici che mi hanno guarito. E quando sento i nostri politici dire che va tutto bene, mi chiedo in quale mondo vivano. Ci sono tanti cittadini come me, invisibili. Meritiamo anche noi di vivere. Questi politici non possono pensare solo agli immigrati. Io sono italiano, perché nessuno mi tutela? Non sono razzista ma mi ci stanno facendo diventare. Posso fare il manovale, il portiere, l’imbianchino, l’autista, qualunque cosa. Il lavoro nobilita l’uomo. Fatemi lavorare. Lo Stato pensa ad integrare i rifugiati, ma non pensa a reintegrare chi come me ha attraversato un momento difficile e ora vive ai margini. Si stanno impegnando solamente con gli immigrati. Quanto guadagno lavando i vetri? Circa 20 euro al giorno, qualche volta 40, qualche volta 10. Con me le persone sono gentili.
Vittorio Sgarbi è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Critico, Sgarbi, nei confronti di Barbara D’Urso, di cui ieri era ospite, prima di abbandonare la diretta: “Me ne sono andato perché non si può ascoltare della gente che non ha niente da dire aspettando 52 minuti che ti chiamino. Non c’è la mafia a Quarto, perché se uno è mafioso non può votare. La mafia non si può usare perché ci si riempie la bocca. Uno che è mafioso non può votare, se uno vota non è mafioso. E’ un teatrino insopportabile di coglioni che non hanno una idea in zucca e dicono solo stupidaggini“.
Sgarbi attacca anche Grillo e Saviano: “Grillo non può dire in modo camorristico al Sindaco, eletto dal popolo, che si deve dimettere. Non è che due tribuni possono prendere il posto del popolo e stabilire sulla base di illazioni se uno si deve dimettere. Questo è fascismo. Siamo tra mafia e fascismo. Il Movimento Cinque Stelle è un movimento di gente che non esiste, dicono solo stupidaggini. Un movimento che prima o poi sparirà. Un sindaco eletto che non è indagato non si deve dimettere. Non può esistere una autorità superiore come Grillo, che è ignorante come una capra, a stabilire cosa deve o non deve fare uno che è stato eletto. Stesso discorso vale per Saviano, che è un millantatore. Questa è gentaglia. Saviano cos’è, è l’unico che scrive di mafia? Perché lui ha la scorta e altri no? Quale rischio corre? Chi deve ucciderlo?”
Da Sgarbi un commento sull’idea di Fiano, che vuole vietare i busti di Mussolini: “Fiano è uno che non sa cosa fare e se ne esce con queste cose. Un busto di Mussolini non rappresenta un pericolo, c’è chi lo compra per farci una lampada. Io ne avevo uno, di busto di Mussolini, tra il bidet e il cesso“.