Manuela Repetti, Senatrice di Ala, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Sulle unioni civili. “Dovremmo essere tutti orgogliosi di questa legge perché riguarda il rispetto dei diritti –ha affermato Repetti-. Soprattutto quando si parla di amore, la sfera sesusale non dovrebbe essere una discriminante. La parola amore per i cattolici se ha un significato lo ha universale. Mi pare invece che siamo ben lontani dalle parole di comprensione evocate dal Papa. C’è ancora una forte discriminazione legata alla sfera sessuale. La Chiesa ha fatto le sue pressioni. Io ho rispetto per il ruolo della Chiesa, ma quando va oltre e cerca di condizionare il lavoro del Parlamento, mancando di rispetto alla laicità dello Stato non va bene. La versione ottimale della legge sarebbe stata oltre il ddl Cirinnà, sarei d’accordo anche con i matrimoni e le adozioni gay. Si è fatta volutamente confusione con il termine stepchild adoption. Credo che la gente sia matura per accettare la parte delle adozioni che è stata stralciata. Però non possiamo non rimarcare anche l’importanza dell’approvazione del testo, che è comunque una svolta storica epocale. Il premier Renzi di coraggio ne ha avuto perché ha portato avanti il ddl anche con i problemi creati dai cattodem. A un certo punto il M5S si è sfilato. Con i voti segreti c’erano delle vere e proprie trappole, come quelle fatte dalla Lega, che potevano far saltare il ddl nel suo impianto–
Grasso ha detto no al canguro. “Quel giorno noi c’eravamo in aula e se il M5s avesse votato il canguro ci sarebbe stata un’autostrada davanti” ha affermato Repetti.
Su Verdini e il Pd. “Io non capisco quale discrimine ci sia tra la parte del centrodestra che fa parte della maggioranza (NCD) e un altro pezzo rappresentato da noi –ha affermato Repetti-. Lo stesso Renzi ha ricordato nell’assemblea Pd che in questa legislatura il Pd non ha la maggioranza. Adesso Ala si è staccata da Forza Italia e ha deciso di continuare a contribuire alle riforme che erano state sancite dal patto del nazareno. E’ forza Italia che ha scelto un’altra strada. Non capisco questa discriminazione del Pd nei nostri confronti, non capisco perché ci vedano con il fumo negli occhi”.
Berlusconi su unioni civili? “Da quello che so, lui personalmente è abbastanza favorevole a riconoscere i diritti degli omosessuali –ha affermato Repetti-, però c’è una parte consistente di FI molto conservatrice, che non ha niente a che fare con la forza liberale che era FI. Gente come Gasparri. E’ uno dei motivi per cui noi di Ala ce ne siamo andati”.
Alessandro Onorato, Lista Marchini, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Sulle presunte operazioni offshore tra Marchini, il Lussemburgo e la banca Popolare di Vicenza, denunciate da Repubblica. “Sfatiamo un mito –ha affermato Onorato-: Marchini non è mai stato un costruttore, è ingegnere e un imprenditore. Suo nonno è stato un grande costruttore. Mi auguro che possa far politica a Roma anche chi non è stato assunto con Parentopoli e ha sempre lavorato in vita sua pagando le tasse. E’ evidente che c’è una macchinazione politica, un fango prodotto a iosa per indebolire l’unica candidatura indipendente forte alle elezioni di Roma. A noi interessa vincere per rimettere le cose a posto. Mi risulta singolare che Rampelli di FDI cinque giorni fa abbia detto che su Marchini sarebbe uscito qualche scandalo sulla Popolare di Vicenza. Oggi Marchini ha chiesto 30 milioni di risarcimento a Repubblica, perché su quella vicenda Marchini è parte lesa, ha ottenuto dei prestiti pagando 11 milioni di euro di interessi per società che non sono neanche più sue. Renzi e Berlusconi, che vogliono tenere Roma schiacciata sotto gli interessi nazionali, devono impegnarsi di più se vogliono mettere in cattiva luce Marchini”.
Sui sondaggi. “Marchini non crede che bisogna creare per forza delle alchimie politiche per vincere –ha spiegato Onorato-. Noi crediamo che i romani sappiano bene chi ha governato e chi ha fallito. Io credo che quando ci danno al 14% da soli, sia una base veritiera. Tre anni fa ci davano all’1% e prendemmo il 10%. Noi siamo convinti che arriveremo a quel 20% utile per arrivare al ballottaggio e poi vincere. Noi abbiamo mani pulite, abbiamo mandato a casa Marino. Siamo convinti di farcela, con centinaia di migliaia di romani che hanno abbandonato i partiti. Il sindaco di Roma non può farlo chiunque, non può farlo chi fino a ieri ha fatto le fotocopie dentro un ufficio. Io comunque per Roma sarei pronto a fare anche le fotocopie”.
Le priorità di Roma. “Noi sappiamo quali sono i problemi dei romani –ha affermato Marchini-, vogliamo dire ai cittadini le soluzioni che vogliamo mettere in campo. A Roma il degrado, la prostituzione, il rovistaggio e l’abusivismo commerciale sono problemi noti. Oggi non abbiamo strumenti legislativi utili per risolvere questi problemi. Oggi un sindaco su questo non può fare nulla, allora noi abbiamo preparato una legge di iniziativa popolare che permetta al sindaco di inibire zone alla prostituzione senza che qualcuno possa impugnare quell’atto. Se una persona maggiorenne viene sfruttata per fare il mendicante il sindaco deve poter intervenire andando a punire chi organizza il racket e chi lo svolge. Il rovistaggio non si risolve togliendo i cassonetti, noi lo risolveremo togliendo i rom che mettono le mani nei cassonetti per recuperare materiali ferrosi da rivendere illegalmente. Noi abbiamo chiesto a dei senatori di sottoscrivere la legge anti-rovistaggio in modo che questa possa essere approvata quanto prima”.
Monica Cirinnà, la senatrice del partito democratico relatrice del ddl legato alle Unioni Civili, è intervenuta questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it), nel corso di ECG Regione, il programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Monica Cirinnà, il giorno dopo, è soddisfatta: “Il mio risveglio stamattina è stato all’alba ed è stato quello di una persona che si è impegnata per i diritti in questo Paese. Siamo a metà della rampa di scale, per arrivare in cima dobbiamo modificare la legge sulle adozioni, modificare la legge sul matrimonio, perché la fedeltà ormai è anacronistica, non può essere imposta per legge ma una scelta etica che ognuno fa verso la persona che ama. La frase in cui dissi che avrei tolto il mio nome? L’ho detta perché ci credo. Io faccio politica per passione, non ho bisogno di stare in Parlamento per campare. Io ho detto che una legge porcata non avrebbe avuto il mio nome, ma questa è una buona legge. E’ monca, ma è il primo passo. Ci sono tutti i diritti che hanno i coniugi“.
Da Monica Cirinnà, due istantanee legate agli ultimi quindici giorni: “Quella da dimenticare sicuramente quello che è accaduto martedì sedici febbraio in aula, quando i colleghi di M5S, usando un metodo stalinista, facendolo dire proprio al Alberto Airola, dissero che non avrebbero votato l’articolo premissivo. Lì ho visto crollare il modo per salvare la legge. Questa è l’istantanea più brutta. Quella più bella, invece, è con il senatore Lo Giudice, Lumia, Zanda, Boschi e Orlando, quando abbiamo chiuso l’accordo per portare la legge in aula col voto di fiducia. Renzi ha avuto un grande coraggio. Per salvare questa legge ha messo a rischio la permanenza e la vita del Governo“.
In conclusione, Monica Cirinnà, svela quale voto si darebbe: “Mi accontento di un sei, di un sei e mezzo. Quando sei in trincea va così. Un vecchio proverbio dice che quando due elefanti litigano in mezzo finisce sempre il prato. In questo caso io ero il prato. Sono parzialmente soddisfatta, andiamo avanti. Un sei e mezzo che può crescere in futuro, intanto non siamo rimandati a settembre. Già ai primi di luglio le prime coppie potranno celebrare le proprie unioni civili, lanceremo il rito, faremo delle belle feste, dei bei banchetti“.
L’Ambasciatore Giulio Terzi, ex Ministro degli esteri, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo”, condotta da Fabio Stefanelli, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
“Il governo Renzi -ha affermato Terzi- ha perso un anno di tempo. Non è ancora maturata una politica e una strategia che siano presentate in modo convincente all’opinione pubblica. Faccio l’esempio drammatico dell’aggressione al Prof. Panebianco a Bologna, che aveva scritto un editoriale sul Corriere della Sera nel quale rifletteva su un possibile intervento militare dell’Italia in Libia. Questo ha scatenato un gruppuscolo di personaggi che hanno fatto per due volte irruzione minacciandolo fisicamente e dandogli del guerrafondaio. In tutto quest’anno, nel quale lo Stato Islamico ha continuato a rappresentare una minaccia diretta per il nostro Paese, il governo italiano, anzichè spiegare che noi come Stato dobbiamo essere preparati ad affrontare questa crisi, ha nascosto completamente all’opinione pubblica l’ingrandirsi di questo problema. E di conseguenza, quando un privato cittadino come il Prof. Panebianco fa delle riflessioni del genere, il governo dice che la Libia non è un grosso problema. Lo Stato Islamico in Libia rappresenta una minaccia diretta ed immediata per l’Italia, all’interno dei confini nazionali e fuori dai confini nazionali. Noi abbiamo tardato a dare tutto il sostegno alle operazioni di contrasto all’Isis. Le abbiamo lasciate fare agli altri. Noi finora abbiamo continuato a dire che aspettavamo la risoluzione del Consiglio di sicurezza e siamo rimasti defilati. I vertici di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti si sono consultati anche in questi giorni su Libia e Siria e hanno tenuto fuori l’Italia. Questo accade perchè non stiamo facendo tutto quello che dovrebbe fare un Paese sotto minaccia. Il 19 febbraio scorso, nell’attacco a Sabratha, gli aerei che hanno bombardato l’Isis hanno dovuto fare 6 rifornimenti in volo perchè le basi italiane non erano disponibili. Da ieri la situazione sembra essere cambiata, ma dal punto di vista della strategia comunicativa per quanto riguarda i temi di sicurezza nazionale, il governo italiano non è stato trasparente. Siamo passati dal dire ossessivamente che era necessaria una risoluzione del Consiglio di Sicurezza per effettuare qualsiasi operazione militare nel contesto libico, alle recenti dichiarazioni del governo che ha detto che l’Italia parteciperà ad operazioni militari in quello stesso contesto. Ma visto che non c’è stata alcuna risoluzione del Consiglio di sicurezza, il cittadino italiano dovrebbe ritenere che andiamo a fare una cosa illecita? Assolutamente no, abbiamo tutto il diritto di farlo perchè lo statuto delle Nazioni Unite dice chiaramente che ogni Stato che si sente minacciato nella sua sicurezza può utilizzare la forza contro la minaccia esterna, ma lo si deve dire, non può rimanere nel buio“.
UNIONI CIVILI, CIRINNA’ (PD) A RADIO CUSANO CAMPUS: CHE VOTO MI DO’? 6.5. C’E’ ANCORA MOLTO DA FARE MA NON SONO STATA RIMANDATA A SETTEMBRE…
Monica Cirinnà, la senatrice del partito democratico relatrice del ddl legato alle Unioni Civili, è intervenuta questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso di ECG Regione, il programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Monica Cirinnà, il giorno dopo, è soddisfatta: “Il mio risveglio stamattina è stato all’alba ed è stato quello di una persona che si è impegnata per i diritti in questo Paese. Siamo a metà della rampa di scale, per arrivare in cima dobbiamo modificare la legge sulle adozioni, modificare la legge sul matrimonio, perché la fedeltà ormai è anacronistica, non può essere imposta per legge ma una scelta etica che ognuno fa verso la persona che ama. La frase in cui dissi che avrei tolto il mio nome? L’ho detta perché ci credo. Io faccio politica per passione, non ho bisogno di stare in Parlamento per campare. Io ho detto che una legge porcata non avrebbe avuto il mio nome, ma questa è una buona legge. E’ monca, ma è il primo passo. Ci sono tutti i diritti che hanno i coniugi“.
Da Monica Cirinnà, due istantanee legate agli ultimi quindici giorni: “Quella da dimenticare sicuramente quello che è accaduto martedì sedici febbraio in aula, quando i colleghi di M5S, usando un metodo stalinista, facendolo dire proprio al Alberto Airola, dissero che non avrebbero votato l’articolo premissivo. Lì ho visto crollare il modo per salvare la legge. Questa è l’istantanea più brutta. Quella più bella, invece, è con il senatore Lo Giudice, Lumia, Zanda, Boschi e Orlando, quando abbiamo chiuso l’accordo per portare la legge in aula col voto di fiducia. Renzi ha avuto un grande coraggio. Per salvare questa legge ha messo a rischio la permanenza e la vita del Governo“.
In conclusione, Monica Cirinnà, svela quale voto si darebbe: “Mi accontento di un sei, di un sei e mezzo. Quando sei in trincea va così. Un vecchio proverbio dice che quando due elefanti litigano in mezzo finisce sempre il prato. In questo caso io ero il prato. Sono parzialmente soddisfatta, andiamo avanti. Un sei e mezzo che può crescere in futuro, intanto non siamo rimandati a settembre. Già ai primi di luglio le prime coppie potranno celebrare le proprie unioni civili, lanceremo il rito, faremo delle belle feste, dei bei banchetti“.