Flavio Tosi, sindaco di Verona e Segretario del movimento politico “Fare!”, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
In merito alle dichiarazioni di Salvini su Renzi e Mattarella. “Questo tipo di comunicazione –ha affermato Tosi- è utile per l’obiettivo di Salvini che è quello di raccattare un po’ di voti grattando la pancia alla gente. Lui è l’altra faccia di Grillo, fanno populismo, chi in un modo chi in un altro. Lo stile di Salvini è fatto di messaggi aggressivi e inasprimento dei toni. Le offese personali sono scorrette ovunque, anche in politica. Attaccare in maniera così pesante non credo sia corretto”.
“Io sono stato espulso dalla Lega per un motivo interno –ha spiegato Tosi- perché in Lega, Milano e la Lombardia hanno sempre cercato di essere egemoni, perciò quando qualcuno ha cercato di rivendicare l’autonomia della Liga Veneta, Milano ha fatto valere la sua forza. Poi c’è un fatto politico di carattere nazionale, perché io sono federalista ma non secessionista e non sono per l’uscita dall’euro. E preferisco proposte serie al populismo. Invece Salvini ha portato la Lega su un binario diverso. Ha accantonato il federalismo, propone la flat tax al 15% che non è applicabile perché lo Stato fallirebbe, le proposte sulle ruspe servono a cavalcare il populismo, ma non sono proposte da forza di governo. Io preferisco essere coerente coi miei principi e fare proposte concrete e praticabili. Prenderò meno voti ma alla lunga sarò più credibile di lui per l’elettorato. Salvini era indipendentista, voleva l’indipendenza dalla Padania, poi dopo che mi ha espulso è diventato nazionalista e lepenista. E’ passato da un estremo all’altro. Io sono sempre stato coerente con le mie idee”.
Il centrodestra. “Che il centrodestra sarebbe finito così era prevedibile –ha affermato Tosi-. Berlusconi non ha creato le condizioni di un cambio della leadership. Cosa che invece è riuscito a fare Renzi nel Pd, che con la rottamazione ha portato un rinnovamento vero. Il Pd prende voti perché c’è Renzi e c’è una classe dirigente nuova. Lo scenario del centrodestra a Roma è pietoso. Prima Salvini, Berlusconi e Meloni si sono messi d’accordo su Bertolaso, due giorni dopo Salvini lo ha bruciato. Adesso c’è Marchini che fa la corte a Salvini. A Roma stanno facendo la figura degli indecisi, incoerenti, poco seri. Stanno mercanteggiando sotto banco, fingendo di litigare di giorno, ma di notte si ritrovano a trattare. Che Grillo non abbia voglia di vincere a Roma è evidente. Lui aveva dei candidati forti e credibili e invece ha optato per una candidatura più debole perché non se la sente di governare Roma. Preferisce avere tanto consenso ma perdere, piuttosto che vincere e amministrare una città difficile come Roma. Il centrodestra invece non è che non vuole vincere, non ne ha proprio la capacità”.
Il movimento Fare e le possibili alleanze. “Oggi –ha spiegato Tosi- ci sono tre poli: Pd, l’asse Salvini-Berlusconi-Meloni e il M5S. Poi spero che i tanti movimenti minori come il nostro, quello di Fitto, di Quagliariello, Scelta Civica e Ncd, cerchino di mettersi assieme per dare un’ulteriore alternativa. Il centrosinistra è credibile perché rappresentato da Renzi che governa il Paese. Le altre due alternative non sono di governo, perché sono populiste tendenti alla demagogia. Quindi bisogna sperare che si crei qualcosa di diverso dallo scenario attuale, ma che dia fiducia agli italiani. Se metà degli italiani non va a votare vuol dire che non si sente rappresentata dai partiti in campo. Noi ci siamo radicati con un lavoro paziente in tutta Italia, raccogliendo amministratori locali che sono quelli che sanno fare e assumersi le responsabilità. La differenza che c’è tra noi e altri del centrodestra è che noi raccogliamo persone che hanno dimostrato che sanno fare le cose, rispetto a tanti chiacchieroni che vanno avanti a slogan. E’ giusto che ci sia spazio soprattutto per i giovani, perché sono propositivi, innovativi e hanno voglia di fare. La politica nazionale non può essere sempre espressione di persone che potrebbero andare in pensione a fare altro. Tutti i Paesi europei hanno una classe politica di 40enni”.
ATAC, PALOZZI (FI): “CI VOLEVA ALTRO CONTUSO PER SVEGLIARE AZIENDA”
“Reputo scandaloso quando accaduto stamane su un bus della linea 30, dove si è staccato un portello interno che ha contuso un viaggiatore. Un episodio pericoloso che segue quello della prima metà di febbraio, quando un pannello bus della linea 061 cadde sulla testa di un altro malcapitato passeggero. Insomma, un doppio fatto scioccante che la dice lunga sulla scarsa manutenzione dei mezzi Atac e sull’inerzia dell’azienda capitolina in merito ai necessari interventi di riqualificazione dei bus. Azienda che solo oggi annuncia di procedere alla revisione completa dei pullman della serie Roma. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire”. Così il consigliere regionale FI e vicepresidente della commissione Mobilità, Adriano Palozzi.
ROMA, SESSO IN CAMBIO DI CIBO. SU RADIO CUSANO CAMPUS LA TELEFONATA CHOC A UNA PROSTITUTA CHE ACCETTA IL BARATTO: UN AGNELLO IN CAMBIO DI MEZZORA DI PRESTAZIONE.
A Roma ci sono prostitute che accettano di fare sesso in cambio di un cibo. Lo dimostra la telefonata effettuata da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, conduttori del format ECG Regione, su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’università degli studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Arduini e Di Ciancio hanno chiamato una prostituta che pubblicizza su internet la sua attività: “Vuoi venire a trovarmi? Sono in zona Tiburtina-Casal Bruciato”, ha detto la donna. Che poi ha fatto il prezzo: “Per mezzora prendo 50 euro, per un’ora ne voglio 100“.
Davanti alla proposta di ricevere del cibo in cambio di sesso, prima ha titubato: “Ma se al posto dei soldi ti portassi da mangiare, che ne so, un agnello, potremmo stare insieme comunque?”, ha chiesto uno dei due giornalisti. La ragazza ha risposto: “E dove lo trovi un agnello? Va bene, basta che è fresco. Portamelo vivo, così sto tranquilla“.
La donna, quindi, accetta di fare sesso in cambio di cibo. Ma davanti all’idea di macellarsi da sola l’agnello, chiede al cliente di portarglielo già pronto per essere cucinato: “Portamelo già pronto per essere cucinato, mi fa impressione macellarlo da sola. Fai te, mi devo fidare. Per l’agnello stiamo insieme mezzora, però lo voglio bello cicciotto. Chiamami mezzora prima di venire“.
Una storia che ha dell’incredibile quella da un paese vicino ad Avezzano, in Abruzzo. Uno spacciatore ha venduto due dosi di cocaina ad un ragazzo che ha pagato la sostanza stupefacente, invece che col denaro, con un agnello vivo, rubato dall’allevamento del padre. A spiegare quanto nei dettagli quanto accaduto, ai microfoni di Radio Cusano Campus, la radio dell’università Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , nel corso del format ECG Regione, è l’avvocato Motta, legale dello spacciatore.
L’avvocato Motta specifica: “La vicenda è assolutamente atipica. Questo agnello veniva sottratto dal consumatore dall’allevamento del padre. In pratica, un consumatore di cocaina ha rubato un agnello al padre e, non avendo i soldi, ha pensato di procedere all’acquisto della cocaina chiedendo allo spacciatore uno scambio. L’agnello, vivo, in cambio di due dosi di cocaina. Il mio assistito, lo spacciatore, ha accettato il baratto. Dopo qualche ora, però, i carabinieri, allertati dal padre del ragazzo che ha rubato l’agnello, hanno fatto un blitz in casa dello spacciatore, rinvenendo l’animale, già macellato, pronto per essere cucinato. L’agnello poi è stato sequestrato, come provento di una attività illecita. Il figlio aveva comunque la gestione della stalla, aveva questo vizietto della cocaina e ha quindi scambiato un agnello vivo con due dosi di droga. I termini del baratto prevedevano due dosi di cocaina in cambio dell’agnello. Le due dosi di cocaina valevano circa 150 euro. Tra poco, per tutta questa storia, inizierà un processo. Per ora siamo ancora in una fase istruttoria. Che fine ha fatto l’agnello? E’ stato sequestrato dai carabinieri ed è stato affidato alla asl. Probabilmente lo hanno distrutto, non credo che l’abbiamo mangiato. In tutta la mia carriera da avvocato, non ho mai visto una storia del genere. Lo spacciatore, mio assistito, è di origine marocchina, pur di mangiare qualcosa era disposto a scambiare la cocaina con un agnello. Voleva cucinarlo infatti, quando sono intervenuti i carabinieri l’agnello stava per essere consumato“.