giovedì 21 Novembre 2024,

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Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

scritto da Redazione
Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

Gioacchino Genchi, vicequestore aggiunto della polizia e consulente informatico, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Genchi e il sindaco di Napoli De Magistris sono stati assolti dall’accusa di abuso di ufficio, in relazione all’acquisizione illecita, avvenuta nel 2006 nell’ambito dell’inchiesta calabrese Why Not.
Genchi ha commentato l’operato di De Magistris come sindaco di Napoli.Considerando le difficoltà nell’amministrare una città come Napoli, De Magistris sta facendo dei miracoli –ha affermato Genchi-, specialmente alla luce di ciò che si sta vedendo in questi giorni con le primarie del Pd. Questo non fa altro che far emergere la pulizia morale di una figura come De Magistris, che è sicuramente al di sopra di questo, che è stato eletto da una società civile che si è ribellata e ha fatto una scelta al di fuori dei partiti. Non posso non considerare la grande onestà di un uomo che si è dimesso dalla magistratura e da deputato europeo. Sono rammaricato per la sua scelta iniziale di entrare in politica e di non resistere all’interno delle istituzioni. Io sono accusato delle cose più nefande durante la mia carriera e sono riuscito sempre a dimostrare la mia estraneità e chi mi ha accusato è stato rinviato a giudizio per calunnia. Le istituzioni, per chi ci crede, alla fine ripagano”.
Sulle mafie. “La capacità di catalizzazione e di coinvolgimento sul piano internazionale che ha l’organizzazione criminale calabrese è superiore a tutte le altre mafie –ha affermato Genchi-. Mentre si continuava a parlare di mafia, di antimafia, di collusione tra mafia e politica, si sottovalutavano le espansioni della criminalità calabrese, di cui non si parlava. In Sicilia è nata la mafia, ma dopo le stragi del 1992 si è eretta una coscienza civica che ha capito la grande differenza che c’era tra la mafia e l’antimafia. In Calabria questa coscienza civile non c’è. A cominciare dalle scuole, non si è investito nella crescita culturale delle nuove generazioni. Oggi vedo la presenza di tanti operatori delle forze dell’ordine che pensano e agiscono in maniera diversa rispetto a prima, c’è una grande crescita culturale. Oggi tutte le forze dell’ordine sono esperte di informatica, hanno un approccio tecnologico e scientifico con il contrasto alla criminalità. Quando Falcone si rese conto che c’era un’omertà diffusa e che la gente non collaborava con i magistrati, capì che bisognava arrivare alla testa del fiume. Lui vedeva il patrimonio e faceva l’indagine al contrario, cercando di capire come quel patrimonio si è formato. Nel momento in cui si accorgeva che le fonti erano sospette e non giustificate, aggrediva il patrimonio. Questa è una crescita indubbia delle forze dell’ordine”.


Il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Michele Bordo, del Pd, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo”, condotta da Fabio Stefanelli, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Il vertice europeo di ieri –ha spiegato Bordo- è servito per muovere altri piccoli passi, speriamo che il lavoro dei prossimi giorni serva per arrivare al summit del 17 e 18 marzo con una vera soluzione. Francamente sono stanco, come penso lo siano i cittadini europei, di trovarmi sempre di fronte a un vertice che dovrebbe decidere e invece rinvia le decisioni all’incontro successivo. Non vorrei che l’Europa diventasse il luogo degli eterni rinvii. In quel caso sarebbe complicato spiegare l’importanza di tenere in piedi l’Unione europea“.
Credo inoltre che, nei confronti di certi comportamenti paradossali di alcuni Paesi dell’Est Europa, – ha proseguito Bordo – gli altri Paesi europei dovrebbero avere un atteggiamento più duro se necessario anche tagliando loro le risorse che Bruxelles mette a disposizione. Si sta in Europa non solo per ‘avere’ ma anche anche per ‘dare’”.
Quanto alla Turchia: ricordo che tra i valori costitutivi dell’Ue ci sono il rispetto delle donne, la libertà di stampa e la libertà di religione. Principi di certo non negoziabili per quei Paesi che aspirano all’adesione. Bene ha fatto dunque il presidente del Consiglio Matteo Renzi a pretendere che, nella bozza di accordo sulla quale si è lavorato, non si facesse riferimento solo all’emergenza immigrazione ma venisse prevista anche la garanzia della libertà di stampa. L’adesione della Turchia all’Ue non può essere barattata con l’emergenza immigrazione” ha concluso Bordo.


L’avvocato Andreano, legale di Manuel Foffo (uno dei due assassini che ha confessato l’omicidio del 23enne Luca Varani a Roma) è intervenuto su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
L’Avvocato Andreano ha precisato alcune cose in merito alla posizione del suo assistito: “Al momento non so dire se ci sono differenze tra le posizioni dei due indagati (Foffo e Marco Prato, ndr). Ci sono le indagini in corso, il fatto è successo da poco, gli atti sono secretati. Questa mattina incontrerò il mio assistito, che comunque fin dal primo momento si è dimostrato pentito. Ha deciso di costituirsi, ha raccontato tutto quello che si ricordava al PM, anche se era molto confuso. Ed è riuscito a far individuare l’altro complice. In qualche modo gli ha salvato la vita perché stava cercando di suicidarsi? Così dicono, lui ha collaborato alle indagini, è stato lui a far arrestare l’altra persona”.
Come procederà il processo?  “Prima della perizia psichiatrica chiederemo tutti gli esami tossicologici, oggi stesso –ha affermato Andreano-. Poi, ovviamente, chiederemo anche una perizia psichiatrica”.
La questione della cocaina potrà incidere a livello processuale?Da un punto di vista tecnico –ha sottolineato Andreano- assumere sostanze stupefacenti è un’aggravante, ma se questo uso è così massiccio al punto di renderlo incapace di intendere e volere in quel momento, lo scenario diventa diverso. Si apre la possibilità dell’incapacità, seppur parziale, di intendere e volere. Faremo fare ai tecnici e a chi di questa materia è a conoscenza degli specifici elaborati“.


PARROCO METTE ALL’ASTA UN ROLEX DURANTE LA MESSA: “CI HO RICAVATO 20 AGNELLI DA FAR MANGIARE AI POVERI PER PASQUA”, DICE A RADIO CUSANO CAMPUS. POI AGGIUNGE: “ALCUNI ANIMALISTI MI HANNO ATTACCATO, MA NON MI INTERESSA. QUANDO I PASTORI POTRANNO CAMPARE CON LA QUINOA NE RIPARLEREMO”
Don Antonio Tamponi, parroco di Tempio Pausania,  è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Il parroco è balzato agli onori delle cronache per aver barattato un rolex di sua proprietà con venti agnelli, da far mangiare ai poveri che assiste, in occasione della Pasqua. Contattato da Arduini e Di Ciancio, ha spiegato: “Questo Rolex me lo hanno regalato quando fui ordinato sacerdote. Quando diventai parroco, il vescovo mi disse che non era bene che un sacerdote avesse un Rolex. Promisi, quindi, che se fosse aumentata la povertà lo avrei donato. Così ho mantenuto la promessa, l’ho messo all’asta, ma non per denaro, per denaro sarebbe stata una porcheria. L’ho messo all’asta in cambio di cibo per i poveri. Ogni cosa che fa un prete diventa un caso. Quelli che mi hanno difeso di più in questo caso sono gli atei, i pensatori, gli intelligenti. Tra i fedeli, invece, alcuni mi hanno accusato di averlo fatto per pubblicità, mi hanno criticato“.
Il parroco ha spiegato come è andata la contrattazione: “Mentre celebravo la messa della domenica, quella delle 10.30, con oltre 700 persone presenti, ho detto che avrei messo all’asta il mio Rolex. Alla messa c’erano due imprenditori che hanno alzato la mano e lo hanno bloccato, mettendo sul piatto della bilancia venti agnelli da dar da mangiare ai poveri per Pasqua. Sono stati molto generosi“.
Il parroco ha dovuto fronteggiare le critiche degli animalisti: “Alcuni animalisti mi hanno attaccato, ma sono critiche strumentali. E poimi dispiace tanto per gli animalisti, ma la Pasqua si celebra con l’agnello. Qui c’è gente che muore di fame, quando i pastori potranno campare con la quinoa io chiederò la quinoa. Io adoro gli animali, ma non si può pretendere di salvare gli agnelli uccidendo i pastori. C’è anche qualche animalista che vorrebbe cuocere il prete e salvare l’agnello. Io sono nell’urgenza di raccogliere cibo, assistiamo più di 400 famiglie, non posso stare dietro a questi giochini“.


Consiglieri e delegati del Pd che davanti ai seggi delle primarie a Napoli danno soldi agli elettori per votare. A rivelarlo è un video del sito Fanpage.it: i cronisti Antonio Musella, Peppe Pace e Alessio Viscardi con telecamere nascoste hanno intercettato davanti ai circoli dei democratici in città alcune persone impegnate a offrire denaro in cambio della preferenza per quella che poi risulterà la vincitrice. Antonio Musella è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Noi siamo partiti dai territori che conosciamo meglio e ci siamo concentrati su quei territori lì –ha spiegato Musella-. Non sapevamo che si sarebbero verificate quelle cose. Abbiamo già seguito le primarie delle regionali in Campania, documentando brogli, visto che abbiamo votato due volte. Abbiamo seguito le primarie del Comune di Milano dove abbiamo votato 6 volte e abbiamo deciso di seguire anche quelle di Napoli. Siamo andati lì con le telecamere nascoste e le immagini parlano da sole. Si vedono chiaramente alcune persone che distribuiscono monete da un euro per far votare i cittadini e gli dicono anche per chi votare. Le persone venivano avvicinate appena uscite di casa e gli veniva spiegato cosa dovevano fare. Abbiamo ripreso un consigliere comunale, un consigliere di municipalità e anche un assessore di centrodestra in passato molto legato a Nicola Cosentino, che orientavano i voti ai seggi. Noi facciamo i giornalisti, non facciamo i poliziotti o i magistrati. Non è importante che sia reato o meno, il punto è che delle elezioni primarie che dovrebbero essere un esempio di partecipazione e democrazia, si possono svolgere in questo modo? “
“Abbiamo ripreso, anche con gli audio, le indicazioni di voto per la Valente, ma in alcuni seggi che abbiamo ripreso ha vinto Bassolino –ha affermato Musella-. Attenzione quindi, è abbastanza diffuso. Componenti della criminalità organizzata presenti ai seggi? Stiamo verificando. Abbiamo altro materiale, è possibile che usciranno altri video”.


D’ANNA A RADIO CUSANO CAMPUS: COSENTINO COME TORTORA E DREYFUS, CARCERATO PERCHE’ HA SCOMODATO AMBIENTI POLITICIZZATI DELLA PROCURA E DELLA MAGISTRATURA CAMPANA. CLOCHARD MORTO DI FREDDO? SE DORMONO ALL’APERTO CON LE TEMPERATURE RIGIDE CAPITA CHE QUALCUNO MUOIA DI FREDDO
Vincenzo D’Anna, senatore di ALA, è intervenuto su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it), nel corso del Format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
D’Anna ha detto la sua sulle polemiche che stanno seguendo le elezioni primarie andate in scena a Napoli: “Il Fatto Quotidiano e qualche altro giornale, non ha bisogno di elementi per fare i titoli. Ormai i titoli sono sempre gli stessi. Di volta in volta, poi, ci si inventa qualcosa per dare contenuto a un titolo che viene preconfezionato. La polemica sulle primarie di Napoli non sta né in cielo né in terra. L’unica finalità è colpire il presidente del consiglio. I soggetti ripresi da fanpage erano due fratelli, un fratello dava 10 a un altro fratello. Che poi innanzi ai seggi ci sia qualcuno che dice a qualcun altro come votare è una prassi del tutto innocua. La verità è che Bassolino ha perso per uno scarto minimo e ora si appiglia a tutto“.
D’Anna, poi, è tornato sulla questione Cosentino: “Qualche tempo fa si parlava di un sit in da organizzare contro la sua carcerazione preventiva, che va avanti da 900 giorni, ma i suoi avvocati e i suoi familiari sono contrari e questo ha il sopravvento su ogni altra considerazione. L’altro ieri, però, Cosentino ha avuto dal tribunale che da 4 anni lo processa un provvedimento di scarcerazione, ma è costretto a restare in carcere perché è pendente l’altra questione, quella che ha portato al secondo arresto, che riguarda l’autorizzazione all’apertura di un distributore di benzina. Cosentino, per questo, continua a marcire in galera, anche se aveva diritto, secondo le leggi vigenti all’epoca, ad aprire questo distributore. Cosentino come Tortora? Un paragone affatto esagerato. Al di là dei fatti processuali, nei quali io non entro, anche perché nutro grande rispetto per i magistrati, in questo caso specifico, c’è da stigmatizzare la barbarie di centinaia e centinaia di giorni di carcerazione preventiva per un uomo incensurato. E’ un perseguitato in quanto politico, non perché sono emerse delle prove fattuali. Il teorema dei pubblici ministeri si basa sulle dichiarazioni di alcuni pentiti che parlano per sentito dire. Per parlare di Cosentino, si può scomodare il caso Dreyfus, di cui scrisse Zolà. Lui fu carcerato e condannato perché ebreo, Cosentino è stato carcerato, e temo che in primo grado verrà anche condannato, perché politico, capro espiatorio di una stagione politica che in Campania ha ribaltato la sinistra, scomodando molti ambienti politicizzati della magistratura e della procura di Napoli“.
In chiusura, D’Anna ha parlato della morte di un clochard che è deceduto a causa del freddo davanti all’Hotel Alpi, che ospita alcuni immigrati: “Ormai Facebook è diventato il ricettacolo di tutti gli esaltati, ieri mi sono arrabbiato per questo su Fb. Far vedere che è morto il clochard davanti all’albergo che ospita i clandestini è una mistificazione. I clochard rifiutano di essere assistiti, hanno fatto delle scelte di vita di asocialità, non hanno nessun contatto con la società, vivono randagi perché così hanno deciso di fare, se dormono all’aperto capita che con le temperature rigide qualcuno di questi muoia, cosa c’entra l’alberto dove sono gli immigrati?


Federica Daga, deputata del Movimento 5 Stelle, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
La discussione sull’acqua pubblica in Parlamento comincia con una pioggia di polemiche. Il Movimento 5 stelle e Sel accusano il Pd di volere smontare l’impianto della proposta di legge che inizia oggi il suo cammino parlamentare che appare già molto incidentato. Federica Daga è prima firmataria della proposta di legge sull’acqua pubblica.In questi giorni discutiamo gli emendamenti fatti alla proposta di legge dai comitati –ha spiegato Daga-. Ci sono una serie di emendamenti della maggioranza che stanno cercando di distruggere quello che è lo scheletro della legge. Vogliono riportare la gestione a società per azioni. In questo momento sono in discussione in Parlamento anche alcuni decreti che vengono dal ddl Madia e si sta dicendo che per tutti i servizi a rete non si potranno utilizzare società pubbliche, bensì società per azioni. Nella stabilità 2015 c’erano incentivi per far vendere partecipate ai Comuni. Questo sta portando alla privatizzazione dell’acqua, c’è un’ideologia di fondo del governo a favore delle privatizzazioni. I comuni sono in grado di gestire l’acqua, ci sono tanti esempi di comuni che riescono a fornire il servizio migliaia di abitanti a prezzi molto contenuti. Anche Napoli sta riuscendo a gestirla pubblicamente, con difficoltà ma lo sta facendo. A Roma invece c’è un’azienda che se vuoi mettere bocca devi diventare azionista perché è una società quotata in borsa. Nel momento in cui l’acqua viene gestita dagli enti locali la tariffa è buona, quando viene privatizzata, come ad Arezzo e Latina, la bolletta può aumentare anche di 3 volte. La bolletta è un guadagno assicurato e dato che il governo dice che abbiamo una tariffa molto bassa rispetto a quella europea, per allinarsi alle tariffe medie europea. Noi però abbiamo uno stipendio di un certo tipo rispetto a quello di altri paesi europei. Devo produrre utili o riuscire a garantire l’acqua a tutti?”.

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