Mario Adinolfi è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ecg Regione”, condotta da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
In merito alle polemiche sull’intervista di Salvo Riina, figlio del boss Salvatore, a Porta a Porta. “Sono gare a chi cerca visibilità in maniera diversa –ha affermato Adinolfi-. Vespa fa più o meno il suo mestiere ed è secondo me criticabile ed encomiabile allo stesso tempo per tante scelte che opera giornalisticamente nella sua trasmissione. Il colpo di Riina ha un suo valore giornalistico ed è discutibile dal punto di vista del servizio pubblico. Allo stesso modo i politici provano a prendere visibilità attraverso una dialettica controversa, mi fa un po’ ridere il rimprovero di chi dice ‘Ah, lo fa solo per lo share’, quando la stessa accusa potrebbe essere rivolta a quelli che hanno fatto gli stracciatori di vesti in Parlamento. Vespa cerca share con Riina e i politici cercano lo share da Vespa, non ci sono verginelle da questo punto di vista”.
“E’ un meccanismo molto simile a quello dei nastrini arcobaleno che abbiamo visto a Sanremo –ha aggiunto Adinolfi-. Anche se quello è ancora più grave, perché in quel caso si è fatto un utilizzo dei denari del servizio pubblico radiotelevisivo per fare manifestamente una presa di posizione politica in un dibattito in corso. Forse persino incentivato, perché non si va sul palco di Sanremo senza che i massimi dirigenti Rai autorizzino ciò che sta accadendo. Se qualcuno fosse andato sul palco dell’Ariston con la maglietta del popolo della famiglia, sicuramente sarebbe stato fermato. Invece i nastri arcobaleno sono andati tranquillamente sul palco. Non mi piace l’utilizzo del servizio pubblico televisivo per influenzare un dibattito politico in corso. Quelli che si indignano per la questione Salvo Riina in tv, non hanno valutato l’impatto che aveva sulla correttezza dell’utilizzo del denaro pubblico la manifestazione che abbiamo visto a Sanremo. Sulla Bbc inglese non avremo mai visto quel tipo di show a Sanremo, forse però sarebbe stato possibile vedere l’intervista al figlio del boss mafioso, perché ha una valenza giornalistica”.
Negli ultimi mesi alcuni bambini sono finiti in ospedale e sono poi risultati positivi a test tossicologici. È un allarme scioccante quello lanciato dal pronto soccorso del nosocomio pediatrico Santobono. Il responsabile del pronto soccorso del Santobono Vincenzo Tipo è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Genetica oggi”, condotta da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
“Un bambino di 11 anni –ha raccontato il Dott. Tipo- è venuto in pronto soccorso con una sintomatologia che faticavamo ad inquadrare, quindi l’abbiamo tenuto in osservazione. Ad un collega è venuta l’idea di provare il test tossicologico. Con nostro stupore abbiamo verificato che era positivo al tetraidrocannabinolo, riscontrabile in sostanze come l’hashish. Ma non è il solo. Ci sono capitati altri 3-4 bambini venuti a contatto con queste sostanze. E non sono pochi, visto che c’è anche un mondo sommerso di cui non veniamo a conoscenza perché magari i genitori non li portano in ospedale e aspettano che i sintomi svaniscano. Abbiamo visitato un bambino che ha preso un panetto di hashish dei genitori che ha trovato in casa e, scambiandolo per cioccolato, l’ha ingerito. Considerando che si trovava avvolto nella stagnola, il colore è marrone, per un bambino è facile scambiarlo per una barretta di cioccolato. Ora il bimbo sta bene. I genitori l’hanno confessato appena giunti in ospedale. In questi casi, quando il contatto viene esplicitato anche dai genitori, abbiamo il dovere di segnalare il fatto all’autorità giudiziaria. Nel caso in cui invece c’è stato un presunto consumo, lo segnaliamo ai servizi sociali. A volte i genitori negano, ma comunque noi ce ne accorgiamo. Spaccio nelle scuole di Napoli? Tutti ci hanno detto che il rischio di assunzione di droga nell’età pre-adolescenziale è aumentato, ma non solo a Napoli, anche in tante altre parti d’Italia. Sicuramente per gli spacciatori è più facile avvicinare un bambino piuttosto che un adulto. Quella purtroppo è un’età molto delicata quindi è facile fare presa su questi ragazzi. Oggi poi basta avere uno smartphone, una connessione e una carta prepagata per accedere a qualunque tipo di sostanza, visto che su internet si trova di tutto”.
Il magistrato Alfonso Sabella, ex assessore alla legalità di Roma Capitale, è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Sabella si è scagliato duramente contro la scelta di Vespa, che ha mandato in onda l’intervista al figlio di Riina: “Non l’ho vista e mi rifiuto di vederla. Non voglio vederla, preferisco evitare. Io ho arrestato uno dei figli di Riina, il fratello maggiore di Salvo JR. Questo è uno dei motivi per cui ieri ho chiesto che questa intervista non venisse mandata in onda. Era il 1995, avevo arrestato Bagarella, lo zio del giovanotto che ieri sera era su Raiuno. Stavo indagando sul alcuni omicidi avvenuti a Corleone e sulla scomparsa di un agronomo. Nell’ambito di queste inchieste ero giunto alla conclusione che era possibile che uno dei figli di Riina, Giovanni, fosse coinvolto negli omicidi. Quando l’ho arrestato, dopo la cattura di Brusca, la sorella, Concetta Riina, primogenita del capo dei capi, iniziò ad insultarmi e ad attaccarmi perché avevo arrestato questo ragazzino, che aveva una ventina d’anni. Successivamente troverò le prove per quattro omicidi e Gianni Riina fu condannato all’ergastolo per questi reati. Uno lo aveva strangolato materialmente istigato dallo zio Leoluca Bagarella che doveva insegnarli come fare ad ammazzare una persona. Questi sono i fratellini di cui ieri parlava Salvo Jr da Vespa. Uno ha strangolato materialmente una persona ed è stato complice di altri tre omicidi. Questa vicenda mi ha colpito e coinvolto a livello personale, perché a seguito dell’arresto di Giovanni Riina io ho vissuto una esistenza drammatica, mi spostavo di notte a fari spenti, mi portavano in giro in finti furgoni frigoriferi, mi muovevo come un fantasma, perché la famiglia Riina mi aveva dichiarato guerra. Per me era arrivato addirittura un melone bello grosso col timer. Io ringraziando Dio me la sono cavata, altri purtroppo no“.
Alfonso Sabella crede che sia fuori luogo il paragone tra questa intervista e quella dei Casamonica:“Riina è il carnefice massimo che abbiamo avuto in Italia. Non stiamo parlando di Vittorio Casamonica, stiamo parlando di Salvatore Riina, l’uomo che ha messo in ginocchio il paese, provocando la morte di migliaia di persone. Il paragone con l’intervista dei Casamonica, mi sbaglierò, è totalmente fuori luogo. Quanto accaduto ieri è totalmente estraneo al servizio pubblico, un servizio che pago anch’io. E dirò di più, se non fosse stato inserito il canone in bolletta non avrei pagato più il canone, avrei aspettato l’ufficiale giudiziario. E la cosa legata alla promozione del libro è gravissima. Il papà di questo signore ha determinato il panico del paese in quegli anni e questo oggi viene sul servizio pubblico che pago anch’io a dire quant’era buono suo padre? E’ stato oltraggiato il paese. Non riesco a capire la determinazione nel mandare in onda questa intervista. Cos’erano, contratti pubblicitari a cui non si poteva rinunciare?“.
Sabella, poi, ha raccontato un aneddoto in grado di spiegare quanto il male, in realtà, affascini: “Sicuramente la puntata “riparatoria” avrà meno ascolti rispetto a quella di ieri. Non c’è dubbio su questo. Il male tira. Controllavo la censura delle lettere che arrivano a Bagarella e a Giovanni Riina. Sa quante donne erano innamorate di questi personaggi? Quante lettere d’amore gli arrivavano? Arrivavano valanghe di lettere di donne innamorate del male. Io di uomini non ne capisco ma non credo che Giovanni Riina e Leoluca Bagarella siano due grandi fusti. Eppure arrivavano valanghe di lettere d’amore da parte di tantissime donne. Questo è il male che tira. E spero che ieri nessun ragazzino che ha avuto modo di vedere l’intervista non abbia ricevuto qualche messaggio positivo da questo personaggio. Temo però che così non sia stato. Il male attira. Andare ad inserire degli elementi di disturbo nei confronti dei ragazzi in questa subcultura supera ogni limite. Questa valorizzazione del male è pericolosa. Noi abbiamo una cultura antimafiosa che è influenzata dall’immagine patinata che è passata da film come il padrino. Questi non sono uomini d’onore. Sono delle bestie che mirano soltanto a potere e soldi“.
SABELLA A RADIO CUSANO CAMPUS: “INTERVISTA RIINA JUNIOR OLTRAGGIO AL PAESE. PURTROPPO IL MALE TIRA. CONTROLLAVO LA POSTA DI GIOVANNI RIINA, CHE IO HO FATTO ARRESTARE, GLI ARRIVAVANO VALANGHE DI LETTERE DA DONNE INNAMORATE DEL MALE. SPERO CHE IERI NESSUN RAGAZZINO ABBIA RICEVUTO UN MESSAGGIO POSITIVO DALL’INTERVISTA A RIINA JR, MA TEMO CHE COSI’ NON SIA STATO”
Il magistrato Alfonso Sabella, ex assessore alla legalità di Roma Capitale, è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Sabella si è scagliato duramente contro la scelta di Vespa, che ha mandato in onda l’intervista al figlio di Riina: “Non l’ho vista e mi rifiuto di vederla. Non voglio vederla, preferisco evitare. Io ho arrestato uno dei figli di Riina, il fratello maggiore di Salvo JR. Questo è uno dei motivi per cui ieri ho chiesto che questa intervista non venisse mandata in onda. Era il 1995, avevo arrestato Bagarella, lo zio del giovanotto che ieri sera era su Raiuno. Stavo indagando sul alcuni omicidi avvenuti a Corleone e sulla scomparsa di un agronomo.Nell’ambito di queste inchieste ero giunto alla conclusione che era possibile che uno dei figli di Riina, Giovanni, fosse coinvolto negli omicidi. Quando l’ho arrestato, dopo la cattura di Brusca, la sorella, Concetta Riina, primogenita del capo dei capi, iniziò ad insultarmi e ad attaccarmi perché avevo arrestato questo ragazzino, che aveva una ventina d’anni. Successivamente troverò le prove per quattro omicidi e Gianni Riina fu condannato all’ergastolo per questi reati. Uno lo aveva strangolato materialmente istigato dallo zio Leoluca Bagarella che doveva insegnarli come fare ad ammazzare una persona. Questi sono i fratellini di cui ieri parlava Salvo Jr da Vespa. Uno ha strangolato materialmente una persona ed è stato complice di altri tre omicidi. Questa vicenda mi ha colpito e coinvolto a livello personale, perché a seguito dell’arresto di Giovanni Riina io ho vissuto una esistenza drammatica, mi spostavo di notte a fari spenti, mi portavano in giro in finti furgoni frigoriferi, mi muovevo come un fantasma, perché la famiglia Riina mi aveva dichiarato guerra. Per me era arrivato addirittura un melone bello grosso col timer. Io ringraziando Dio me la sono cavata, altri purtroppo no“.
Alfonso Sabella crede che sia fuori luogo il paragone tra questa intervista e quella dei Casamonica: “Riina è il carnefice massimo che abbiamo avuto in Italia. Non stiamo parlando di Vittorio Casamonica, stiamo parlando di Salvatore Riina, l’uomo che ha messo in ginocchio il paese, provocando la morte di migliaia di persone. Il paragone con l’intervista dei Casamonica, mi sbaglierò, è totalmente fuori luogo. Quanto accaduto ieri è totalmente estraneo al servizio pubblico, un servizio che pago anch’io. E dirò di più, se non fosse stato inserito il canone in bolletta non avrei pagato più il canone, avrei aspettato l’ufficiale giudiziario. E la cosa legata alla promozione del libro è gravissima. Il papà di questo signore ha determinato il panico del paese in quegli anni e questo oggi viene sul servizio pubblico che pago anch’io a dire quant’era buono suo padre? E’ stato oltraggiato il paese. Non riesco a capire la determinazione nel mandare in onda questa intervista. Cos’erano, contratti pubblicitari a cui non si poteva rinunciare?“.
Sabella, poi, ha raccontato un aneddoto in grado di spiegare quanto il male, in realtà, affascini: “Sicuramente la puntata “riparatoria” avrà meno ascolti rispetto a quella di ieri. Non c’è dubbio su questo. Il male tira. Controllavo la censura delle lettere che arrivano a Bagarella e a Giovanni Riina. Sa quante donne erano innamorate di questi personaggi? Quante lettere d’amore gli arrivavano? Arrivavano valanghe di lettere di donne innamorate del male. Io di uomini non ne capisco ma non credo che Giovanni Riina e Leoluca Bagarella siano due grandi fusti. Eppure arrivavano valanghe di lettere d’amore da parte di tantissime donne. Questo è il male che tira. E spero che ieri nessun ragazzino che ha avuto modo di vedere l’intervista non abbia ricevuto qualche messaggio positivo da questo personaggio. Temo però che così non sia stato. Il male attira. Andare ad inserire degli elementi di disturbo nei confronti dei ragazzi in questa subcultura supera ogni limite. Questa valorizzazione del male è pericolosa. Noi abbiamo una cultura antimafiosa che è influenzata dall’immagine patinata che è passata da film come il padrino. Questi non sono uomini d’onore. Sono delle bestie che mirano soltanto a potere e soldi“.
Alfio Marchini, candidato sindaco di Roma, è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it), nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Marchini prosegue la sua corsa verso il Campidoglio: “Siamo nella lotta e nel lavoro, ci sono le possibilità per rimettere a posto questa città, ne sono convintissimo. La mia frase sui romani complici di Mafia Capitale? Volevo dire che è giunto il momento in cui si può ridare occupazione, lavoro e benessere senza il clientelismo. Siccome abbiamo un bilancio del comune che è sempre più rigido e sempre meno possibilità di espandere la spesa, anzi dovrà contrarla, l’unica prospettiva e occupazione è ridare valore a questa città. Ci sono tante risorse. Il recupero dell’esistente, lo sviluppo tecnologico, la parte culturale, quella turistico alberghiera. Bisogna riconvertire l’industria edile consumo di suolo zero e recupero esistente. Si può creare occupazione e benessere tagliando il nodo che ha tenuto insieme il voto di scambio in questa città che ha consentito a dei piccoli gruppettini di creare quel sistema che poi è emerso in tutta la sua drammaticità nell’inchiesta mafia capitale“.
Marchini, poi, ha commentato i recenti sondaggi, che lo vedono in crescita: “Io conosco il pensiero della gente, la vedo, la incontro da tre anni. I romani sanno tutto quello che abbiamo fatto concretamente in questi tre anni. Abbiamo mandato a casa Marino, abbiamo fatto tante battaglie. Credo che i romani apprezzino la nostra fermezza nel batterci per i romani e per roma. Si rendono conto, si ricordano, distinguono tra chi promette cose aleatorie e chi in tre anni ha fatto parlare i fatti“.
Su Bertolaso: “Se accettasse di essere il mio numero 2 si potrebbe convergere? Io ho grande rispetto per tutti, lui ha detto di sì ad una coalizione ed oggi si trova in grande imbarazzo non certo per colpa sua. Se gli avessero detto dall’inizio che il quadro sarebbe stato questo non si sarebbe messo in questa situazione.. Che poi Bertolaso sia una persona con capacità di risolvere i problemi non c’è ombra di dubbio, la sua storia lo dimostra. Noi abbiamo comunque 130.000 romani che ci hanno votato e con loro abbiamo un debito d’onore. Le porte sono aperte a chiunque ami Roma e voglia veramente dare una spinta alla rinascita di questa città e per questo ringrazio Bertolaso per gli apprezzamenti che ha nei nostri confronti“.
Marchini, poi, rivela che lo scenario da qui al giorno del voto è destinato a cambiare: “Il quadro sicuramente cambierà, non rimarrà quello reale. Ma noi non ci stiamo occupando di alleanze, ci stiamo occupando di creare il massimo consenso per mettere in pratica quel piano industriale che abbiamo in mente e che può risollevare Roma, dalla sicurezza al trasporto pubblico. Siamo gli unici ad avere un programma chiaro che indica come e dove possiamo trovare le risorse per attuarlo“.
Da Marchini poi, una stoccata a Virginia Raggi: “Non ho nulla di personale contro la Raggi, ma io ho conosciuto i consiglieri comunali dei Cinque Stelle, ce ne era uno in Consiglio comunale che era il più bravo, il più serio e il più preparato. Evidentemente non era telegenico e l’hanno scartato per una comprensibile strategia di marketing. Sfatiamo questo mito per cui decidono i cittadini nei Cinque Stelle. Che la Raggi sarebbe stata la candidata a Roma era noto da mesi“
Giuseppe Civati, deputato ex Pd e ora leader di “Possibile”, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
In merito al referendum sulle trivelle. “Sul referendum siamo scatenati –ha affermato Civati-. In un Paese in cui si vota troppo poco, bisogna assolutamente andare a votare e raggiungere il quorum. E’ una necessità democratica, non è un passaggio banale, anche se questo referendum è su un argomento parziale. E’ incredibile che un Presidente del Consiglio dica di non andare a votare, non credo che ci siano precedenti nella storia repubblicana, neanche con il governo Berlusconi. Il Pd vota in tutti i modi possibili, sembra National Geographic: c’è chi va a votare, chi non va a votare, chi dice che va a votare ma non dice cosa vota come Bersani, poi c’è chi vota sì e chi vota no. E’ un partito dove c’è un po’ di tutto. Le opposizioni della destra si dividono anche loro, anche se molti voteranno no perché storicamente la destra italiana si è sempre affidata alle fonti fossili. Altri schieramenti come noi, il M5S, Sinistra italiana, classici difensori di una politica ambientale più legata al futuro che al passato, voteranno sì. Renzi ha fatto due cose che non si devono fare: non risolvere questo problema dal punto di vista legislativo e poi piazzare questo referendum lontanissimo dalle amministrative. A me dispiace che il Presidente Mattarella non abbia detto una parola per convincere il governo che è un’assurdità sprecare 300 e passa milioni di euro per votare alla prima domenica utile, quando le amministrative ancora non sono neanche state fissate ufficialmente”.
Riguardo le amministrative a Roma. “Se quelli del centrodestra si mettono d’accordo sono competitivi altrimenti non andranno al ballottaggio –ha affermato Civati-. Trovo curiosa la candidatura di Bertolaso per via della sua passata attività, ci siamo capiti… Meloni è la candidatura politicamente più forte. Marchini è bravissimo nella comunicazione, vedo molti manifesti ma non capisco cosa voglia fare, essendo più a sinistra di tutti e più a destra di tutti. Questo mi sembra il suo slogan. Poi ci sono Giachetti, Fassina e forse anche un altro candidato a sinistra. Quindi c’è molta confusione anche dalla nostra parte”.
RIINA, LA TITOLARE DELLA LIBRERIA IN CUI NON SI VENDE IL LIBRO DI SALVATORE RIINA JUNIOR: “LA MIA IDEA SI STA ALLARGANDO A MACCHIA D’OLIO. ALCUNI STANNO ATTACCANDO IL CARTELLO ANCHE IN LIBRERIEDA LIBRERIE DI PALERMO. SPERO CHE TUTTI PRIMA DI COMPRARE QUESTO LIBRO CI PENSINO BENE”, DICE A RADIO CUSANO CAMPUS
“In questa libreria non si vende il libro di Riina Junior“. Parla a Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano, Angelica Sciacca, titolare della libreria Vicolo Stretto di Catania, che sta facendo discutere molto con il cartello che proprio oggi ha appeso fuori alla libreria che gestisce.
Contattata da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, conduttori di Ecg Regione, racconta: “Ho pianto dopo aver letto il post pubblicato da Salvatore Borsellino. Vendere questo libro non mi sembra corretto nei confronti delle vittime di mafia e dei loro parenti. Pubblicare un libro del genere e leggere un libro del genere non suscita nessun interesse. Ho preso questa decisione perché da siciliana sento che questa è la scelta giusta. Spero che la mia idea possa essere ripresa e allargarsi a macchia d’olio per espandersi ad altre librerie. E in effetti sta accadendo. Mi hanno chiamato molti da Palermo e anche loro stanno attaccando all’ingresso della libreria questo cartello. A tutti quelli che vogliono comprare il libro del figlio di Riina, chiedo di mettersi una mano sulla coscienza prima dell’acquisto e di pensarci bene. Sono davvero convinti di voler contribuire con il proprio denaro a una cosa del genere? Si devono chiedere se davvero vogliono leggere quel libro. La legalità e il rispetto sono le nostre linee guida“.