Angelo Bonelli, Presidente nazionale dei Verdi, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it), in merito al referendum di ieri sulle trivelle.
“Non mi sento uno sconfitto, ma un cittadino che ha partecipato –ha affermato Bonelli-. E’ molto semplice per chi predica l’astensione cercare di far fallire il referendum. Nel 2014 si è votato alle elezioni europee, vi è stata un’astensione del 43%. Annettersi come ha fatto Renzi quella percentuale come se fosse stata stimolata dalla campagna di astensione è bizzarro e falso. Non ci sentiamo sconfitti. Sicuramente ci sarà una procedura d’infrazione, perché dare una concessione all’infinito significa dare un monopolio che in nessun paese d’Europa è consentito. Il gruppo parlamentare in Europa sta seguendo questa richiesta, perché c’è una violazione della direttiva sulla libera concorrenza. Sono state utilizzate armi di convinzione di massa. C’è stata una politicizzazione di questo referendum che ha fatto malissimo all’istituto referendario. Se invece ci fosse stato un confronto serio nel merito e si fosse fatta vera informazione sarebbe andata diversamente. La Rai ha dedicato un’ora al figlio di Riina e al referendum 3 minuti. C’è un problema serio nell’informazione del nostro Paese. Emiliano dice che è un successo? Non condivido. Fare il raffronto tra i 15 milioni di ieri e quelli che hanno votato il Pd alle europee conferma che c’è una politicizzazione interna. I 15 milioni che sono andati alle urne ieri credono negli istituti della partecipazione. Quando ci sarà l’indifferenza totale alla vita pubblica del nostro Paese sarà un problema. I 13 milioni di sì dimostrano che c’è un’Italia che vuole una svolta dal punto di vista delle politiche energetiche. Se avesse vinto il sì, i lavoratori di cui parla Renzi non avrebbero perso subito il posto di lavoro e il governo italiano avrebbe avuto il tempo per avviare un piano per salvare quei posti di lavoro e creare un potenziale economico incredibile investendo sulle rinnovabili. Renzi e altri dimenticano che dal 2014 al 2015 ci sono 12mila posti di lavoro persi nel settore delle energie rinnovabili a causa delle politiche aggressive fatte contro le rinnovabili dagli ultimi governi”.
RAZZI A RADIO CUSANO CAMPUS: SE BERLUSCONI ME LO CHIEDE TORNO CANDIDATO SINDACO DI ROMA, ALTRIMENTI SOSTERRO’ BERTOLASO. MELONI, STORACE E MARCHINI SEGUANO IL MIO ESEMPIO E FACCIANO UN PASSO INDIETRO. SONO PRONTO A GUIDARE IL TAVOLO DI LAVORO DEL CENTRODESTRA UNITO A ROMA
Antonio Razzi, senatore di Forza Italia che proprio nelle ultime ore ha annunciato il suo ritiro dalla corsa a sindaco di Roma, è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Razzi conferma di essersi ritirato dalla corsa a Sindaco di Roma: “Sì, diciamo che dopo averci ripensato e ripensato gli amici che mi premevano per non andare via di stare ancora in corsa, perché i romani mi volevano e mi vogliono ancora oggi, però se vogliamo almeno arrivare al ballottaggio, non dico di vincere al primo turno, magari si vincesse al primo turno, allora bisogna andare uniti. Troppi galli in un pollaio e non fa mai giorno. Sono rammaricato, perché magari la gente pensa che Razzi non è un laureato, non è una persona che ha tante carte da dimostrare, ma io ho il curriculum di vita, ho lavorato, sono quasi settant’anni che lavoro. Ho iniziato a lavorare a otto anni“.
Razzi ha spiegato che “Se Berlusconi me lo chiede io obbedisco, lui è il mio presidente, l’unico che riconosco come mio capo, altri non li riconosco. Se lui mi chiede di andare avanti allora io vado avanti. Se mi dice io voglio a te mi tiro su le maniche e vado avanti. Ma sono anche pronto ad aiutare Bertolaso, anche attraverso i miei amici romani abruzzesi, che mi stimano e mi apprezzano, di girare il voto a Guido Bertolaso. Il candidato è lui, io sono a disposizione. Se tutti sognano di avere una poltrona e non pensano ai disagi di Roma, che è la capitale del mondo, come facciamo ad andare avanti così? Non credo che Bertolaso dovrebbe seguire le politiche del mio amico Kim Jong Un. Bertolaso è competente ed è l’unico che potrebbe risolvere i problemi di Roma. Tanti politici, dalla destra alla sinistra, hanno fallito tutto. Uno che è all’avanguardia ed è un grande lavoratore, è l’unico che può riuscirci. La Meloni è un’amica. Lei è romana, è competente. Se si vuole vincere dovrebbe fare un passo indietro, come Marchini e Storace. Un posto di rilievo per loro ci sarebbe se decidessero di appoggiare Bertolaso. Sono pronto a guidare il tavolo di lavoro del centrodestra unito a Roma”.
Il giudizio degli abruzzesi sul lavoro di Bertolaso a L’Aquila. “Gli abruzzesi esprimono grande simpatia nei confronti di Bertolaso –ha spiegato Razzi- perché è stato l’unico, insieme a Berlusconi, a prendersi a cuore L’Aquila. In meno di 6 mesi sono andati via tutti dalle baracche, hanno passato tutti l’inverno in casa. Nelle altre regioni d’Italia invece sono 30 anni che stanno ancora dentro le baracche. Bertolaso è stato un eroe a L’Aquila, anche gli americani ce lo invidiano”.
Il mare d’Abruzzo. “E’ diventato una cloaca –ha affermato Razzi-. Purtroppo ci sono diverse imbarcazioni che non possono uscire perché è vietata la pesca e i pesci muoiono ancora prima di diventare grandi, perché il mare è inquinato. I depuratori non li hanno messi nel fiume, siamo ancora all’età della pietra. Questo nella mia Svizzera non succede mai. In Corea invece l’inquinamento c’è”.
La sua canzone ‘Famme cantà’. “Io non sono un cantante e non lo sarò mai –ha precisato Razzi-. La mia esibizione al Gay village la feci per beneficienza. Per beneficienza io sono a disposizione per fare qualunque cosa. Mi esporrò a ballare, a cantare, a fare tutto per aiutare chi ha bisogno”.
RAZZI: SE BERLUSCONI VUOLE TORNO IN CAMPO. BERTOLASO? GLI ABRUZZESI LO AMANO, LO CONSIDERANO QUASI UN EROE E CE LO INVIDIANO ANCHE GLI AMERICANI”
Antonio Razzi, senatore di Forza Italia che proprio nelle ultime ore ha annunciato il suo ritiro dalla corsa a sindaco di Roma, è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it), nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Razzi conferma di essersi ritirato dalla corsa a Sindaco di Roma: “Sì, diciamo che dopo averci ripensato e ripensato gli amici che mi premevano per non andare via di stare ancora in corsa, perché i romani mi volevano e mi vogliono ancora oggi, però se vogliamo almeno arrivare al ballottaggio, non dico di vincere al primo turno, magari si vincesse al primo turno, allora bisogna andare uniti. Troppi galli in un pollaio e non fa mai giorno. Sono rammaricato, perché magari la gente pensa che Razzi non è un laureato, non è una persona che ha tante carte da dimostrare, ma io ho il curriculum di vita, ho lavorato, sono quasi settant’anni che lavoro. Ho iniziato a lavorare a otto anni“.
Razzi ha spiegato che “Se Berlusconi me lo chiede io obbedisco, lui è il mio presidente, l’unico che riconosco come mio capo, altri non li riconosco. Se lui mi chiede di andare avanti allora io vado avanti. Se mi dice io voglio a te mi tiro su le maniche e vado avanti. Ma sono anche pronto ad aiutare Bertolaso, anche attraverso i miei amici romani abruzzesi, che mi stimano e mi apprezzano, di girare il voto a Guido Bertolaso. Il candidato è lui, io sono a disposizione. Se tutti sognano di avere una poltrona e non pensano ai disagi di Roma, che è la capitale del mondo, come facciamo ad andare avanti così? Non credo che Bertolaso dovrebbe seguire le politiche del mio amico Kim Jong Un. Bertolaso è competente ed è l’unico che potrebbe risolvere i problemi di Roma. Tanti politici, dalla destra alla sinistra, hanno fallito tutto. Uno che è all’avanguardia ed è un grande lavoratore, è l’unico che può riuscirci. La Meloni è un’amica. Lei è romana, è competente. Se si vuole vincere dovrebbe fare un passo indietro, come Marchini e Storace. Un posto di rilievo per loro ci sarebbe se decidessero di appoggiare Bertolaso. Sono pronto a guidare il tavolo di lavoro del centrodestra unito a Roma”.
Il giudizio degli abruzzesi sul lavoro di Bertolaso a L’Aquila. “Gli abruzzesi esprimono grande simpatia nei confronti di Bertolaso -ha spiegato Razzi- perché è stato l’unico, insieme a Berlusconi, a prendersi a cuore L’Aquila. In meno di 6 mesi sono andati via tutti dalle baracche, hanno passato tutti l’inverno in casa. Nelle altre regioni d’Italia invece sono 30 anni che stanno ancora dentro le baracche. Bertolaso lo considerano un eroe a L’Aquila, anche gli americani ce lo invidiano”.
Il mare d’Abruzzo. “E’ diventato una cloaca –ha affermato Razzi-. Purtroppo ci sono diverse imbarcazioni che non possono uscire perché è vietata la pesca e i pesci muoiono ancora prima di diventare grandi, perché il mare è inquinato. I depuratori non li hanno messi nel fiume, siamo ancora all’età della pietra. Questo nella mia Svizzera non succede mai. In Corea invece l’inquinamento c’è”.
La sua canzone ‘Famme cantà’. “Io non sono un cantante e non lo sarò mai –ha precisato Razzi-. La mia esibizione al Gay village la feci per beneficienza. Per beneficienza io sono a disposizione per fare qualunque cosa. Mi esporrò a ballare, a cantare, a fare tutto per aiutare chi ha bisogno”.