venerdì 22 Novembre 2024,

Provincia di Latina

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Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

scritto da Redazione
Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

Sicurezza, Stefano Cecchi: “Tolleranza zero contro la criminalità”

La certezza di poter vivere con tranquillità il proprio quotidiano è l’aspirazione di ogni cittadino responsabile. Ne è assolutamente consapevole il candidato sindaco de “L’Officina delle Idee”, Stefano Cecchi, che ha sempre lavorato per il bene e la sicurezza della comunità cittadina di Marino. “Una comunità può dirsi esemplare quando è in grado di assicurare protezione ai propri membri. Tolleranza zero nei confronti di ogni reato predatorio, di ogni episodio di criminalità, sarà il leitmotiv della nostra azione amministrativa – sottolinea con fermezza Stefano Cecchi, che poi continua -. Determinante, perciò, è la consapevolezza della centralità degli organi preposti alla sicurezza, e la presa di coscienza del singolo cittadino di quanto sia importante trasmettere alle generazioni più giovani un corretto esempio di comportamento e l’educazione alla legalità. La difesa delle libertà individuali, la vigilanza sulla serenità delle famiglie, la sorveglianza sulle case e sui beni sono imperativi che costituiscono l’obiettivo al quale tendere per poter affermare di vivere in sicurezza”.

In tal senso, è in previsione la completa realizzazione del progetto “Città sicura”, dedicato alla tutela del territorio attraverso metodi e strumenti precisi. Questa la proposta programmatica del candidato de “L’Officina delle Idee” Stefano Cecchi: “Innanzitutto, completeremo definitivamente la centralizzazione dell’operatività e del ruolo della Polizia Locale di Marino, con l’implementazione di uomini e mezzi. Inoltre, quando sarò sindaco della nostra città, rafforzeremo la collaborazione diretta dell’Amministrazione comunale con le forze dell’ordine tramite l’attivazione di sistemi di videosorveglianza da inserire in luoghi ritenuti sensibili, come parchi e istituti scolastici. A ciò – conclude il candidato sindaco Stefano Cecchi – si aggiungerà l’incremento programmato della vigilanza in orari critici e nelle zone a più alto tasso di microcriminalità, soprattutto nel periodo estivo, quando aumentano gli episodi di furto”.

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Comunali a Marino, Cecchi: “M5S modello di vecchia politica. Colizza si confronti in piazza con me”

“Purtroppo non mi sorprendono i soliti attacchi denigratori e gratuiti, esternati a mezzo stampa dal Movimento Cinque Stelle di Marino, che anzi colgo l’occasione di ringraziare per aver ricordato la mia contrarietà alla localizzazione dell’ecocentro in via Capanne di Marino a Santa Maria delle Mole. Contrarietà che ribadisco oggi con grande fermezza, senza dimenticare, come invece vogliono far credere i grillini, gli intendimenti delle passate amministrazioni di centrodestra sul progetto di isola ecologica. Infatti, se è vero come è vero che “L’Officina delle Idee” è la naturale evoluzione delle esperienze politiche, maturate in venti anni di radicamento nel territorio, questo non significa che la nostra coalizione debba essere il “copia e incolla” dei precedenti governi di Marino. “L’Officina delle Idee” infatti rappresenta la continuità nel rinnovamento: la continuità della stabilità amministrativa dell’ultimo decennio, che non può essere cancellata dagli ultimi gravi fatti che hanno investito la nostra città e dai quali abbiamo preso le distanze in più occasioni; il rinnovamento nelle idee e nelle scelte di responsabilità. In questo contesto, dunque, rientra il mio “no” all’ecocentro di via Capanne di Marino: una atto di responsabilità e di buonsenso, che ci consentirà, quando saremo a Palazzo Colonna, di continuare il discorso istituzionale col Comune di Ciampino per l’acquisizione di una porzione di territorio al confine di Santa Maria delle Mole, dove abbiamo in mente di creare un grande parco pubblico, una grande piazza a disposizione della comunità, location perfetta a due passi dall’Appia Antica. Dunque nessuna ipocrisia di Cecchi e il centrodestra, ma semplicemente la voglia di proporre soluzioni utili e migliorative della vivibilità di Marino. L’esatto opposto del populismo dei cinque Stelle, che continuano a screditare e sentenziare, quasi sostituendosi a giudici e tribunali, anziché fornire soluzioni programmatiche per la nostra città. Insomma, il nuovo modello di vecchia politica che avanza. Per quanto riguarda, infine, le diffamatorie illazioni sul mio agire politico, incluse le politiche a tutela degli animali, invito in pubblica piazza il candidato sindaco Carlo Colizza al fine di rivolgermi tutte le domande, che desidera, sul mio operato: sarà un grande piacere smentire una dopo l’altra le bugie che va dicendo in giro sul mio conto”. Così, in una nota, Stefano Cecchi, candidato sindaco de “L’Officina delle Idee”.

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Giuseppe Cruciani, storica voce di Radio24, conduttore de La Zanzara, è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Cruciani ha raccontato un aneddoto che lo lega a Marco Pannella: “La notte che ho dormito con Pannella mano nella mano? E’ tutto vero –ha raccontato Cruciani-. Ho lavorato per un brevissimo periodo in Radio Radicale, ormai tanti anni fa. Era l’estate del 1993, c’era il convegno dei giovani industriali a Santa Margherita Ligure, io avevo iniziato da poco a lavorare a Radio Radicale. Pannella ha sempre questo modo di fare molto amichevole, non ho mai creduto alla sua omosessualità, Pannella secondo me amava tutti, uomini e donne indistintamente, era in un certo senso pansessuale. Non voglio far diventare questo episodio un gossip. Io semplicemente lo seguii in quella giornata, lui prenotò una sola camera e c’era un solo letto. All’inizio ero un po’ imbarazzato, perché nel 93 la mia libertà sessuale di adesso, pur essendo io eterosessuale, era un po’ acerba. Si trattava di dormire con Pannella, non era una cosa così scontata, con una certa timidezza mi sono messo a letto e a un certo punto ho sentito una mano che mi si avvicinava e mi stringeva la mano. Ho un po’ sudato, ho dormito poco quella notte. Ma non perché avessi paura di qualcosa, Pannella non era assolutamente una persona aggressiva, era più avvolgente che altro. Non ho mai creduto a tutte le storie che si dicono, dei leader radicali che sarebbero passati dal letto di Pannella. Lui era pansessuale, si può innamorare sia di un uomo che di una donna. Quella notte ho avuto un po’ di sudori freddi. Lui a un certo punto si è addormentato, la cosa si è conclusa lì, non è stato né un trauma né c’è stato alcun seguito a questa vicenda”.

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Istigazione al suicidio. Il brigadiere dei Carabinieri Santino Tuzi sarebbe stato costretto a spararsi. Con questa ipotesi di reato la Procura della Repubblica di Cassino ha riaperto le indagini sulla morte del sottufficiale dell’Arma che nel 2001 era in servizio nella caserma di Arce e che giorni prima di morire con un colpo di pistola alla tempia, riferì ai magistrati, sette anni dopo l’assassinio di Serena Mollicone, di aver visto entrare la ragazza nella caserma dei carabinieri alle undici del mattino di quel venerdì 1° giugno. Maria Tuzi, figlia del Brigadiere Santino, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “La Storia Oscura” su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).

“Mio padre non era una persona ricattabile su nessun fronte, non aveva scheletri nell’armadio –ha spiegato Maria Tuzi-. Io penso che, avendo assistito a qualcosa accaduto in quella caserma, è stato ricattato sui figli e sul nipote. Se mio padre non è stato ucciso, vuol dire che è stato costretto a suicidarsi per far sì che non succedesse qualcosa a noi. Vogliamo riuscire a dimostrare come sono andate le cose realmente, non per sentito dire. Mio padre mi disse che aveva problemi col suo superiore, il maresciallo. Ma mio padre è sempre stato una persona molto riservata riguardo il suo lavoro, non diceva molto. Mi  disse che questo maresciallo, nonostante fosse meno esperto di lui, non voleva accettare i suoi consigli”.

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Omicidio Yara. Il pm Letizia Ruggeri ha chiesto l’ergastolo per Massimo Bossetti. Durante la sua requisitoria, il pm ha attaccato i consulenti della difesa di Bossetti, tra cui il dott. Ezio Denti, che ha analizzato le immagini del furgone. Il dott. Denti è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Legge o giustizia”, condotta da Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).

La Ruggeri mi ha citato nella sua requisitoria, si vede che gli sono simpatico o probabilmente che l’ho colpita nel fianco –ha affermato Denti-. Il mio incarico era rivolto ad acquisire elementi di prova nei confronti del nostro cliente. Nella mia prima audizione sono andato esclusivamente per parlare di allineamenti e quindi di comparazioni dei furgoni. Però io avrei dovuto essere presente ulteriormente in qualità di investigatore e il pm si era opposto. Non ci è stata quindi data la possibilità di portare ulteriori e forti prove che potrebbero essere state d’ausilio. Le porteremo quando toccherà alla difesa disquisire su ciò. Il pm ebbe una settimana di tempo per attaccarmi e prepararsi per eventuali domande in controesame non è stata capace di farle. Nella mia seconda audizione non mi ha fatto neanche una domanda. Dopo la mia attività ha chiesto ai suoi tecnici di misurare il furgone e di fare tutte quelle analisi che avevo prospettato io. Ma se la tua indagine è stata fatta bene perché corri ai ripari e ne chiedi altre? Nella sua requisitoria la Ruggeri ha citato alcune pagine della mia relazione che non sono assolutamente vere. Ha inventato tutto. Ha fatto una requisitoria elusiva, ma la Corte leggerà la mia relazione e se ne renderà conto. L’accusa ha mantenuto la sincronizzazione degli orari che è errata. Yara non è uscita alle 18.41, è uscita alle 18.50, questo è certo. Se quello è il furgone di Bossetti, vuol dire che è passato 18 minuti prima dell’uscita. Nessuno ha visto un camion fermo per 18 minuti in quella strada così trafficata? Questa cosa l’avrei detta se avessi avuto la possibilità di tornare al processo in qualità di teste. La pm è arrabbiata con me perché le ho rotto le uova nel paniere. Lei sa benissimo che se non si fosse opposta ad un’altra mia presenza nel processo avrei portato ulteriori prove che smentivano le sue”.

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