Un ricorso per accertare con urgenza le condizioni di ineleggibilità di Virginia Raggi a seguito della sottoscrizione del contratto con l’associazione Movimento 5 Stelle: l’ha presentato l’avvocato Venerando Monello al Tribunale civile di Roma. L’Avv. Monello è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
“Il contratto ha dei profili contrari alla legge –ha spiegato Monello-, in quanto tale il tribunale sarà tenuto a dirci se questo contratto è legittimo e non se ne lavi le mani. Mi auguro che prima delle elezioni ci dia un provvedimento. Il ricorso si potrebbe ripresentare nuovamente anche successivamente all’eventuale vittoria della Raggi. Non è concepibile che un pubblico amministratore non sia libero di esercitare le funzioni a lui preposte. Non può esistere uno staff che coordini e uno staff che decida, guidati da un comico e da un’opaca società come la Casaleggio e associati. Questo contratto è nullo, ma abbiamo bisogno che a sancirla sia un tribunale. Io sono iscritto al Pd e ne sono orgoglioso, ma il Pd non c’entra nulla, questo ricorso l’avrei fatto anche per un candidato del Pd se si fosse trovato nella stessa situazione. E’ una questione che riguarda la democrazia e i cittadini, mi stupisce come un avvocato come la Raggi non se ne accorga. C’è una penale di 150mila euro in caso di violazione degli accordi previsti dal contratto. I 5 Stelle si stanno dando delle regole di giorno in giorno, a seconda delle convenienze del momento. Si è passati dalle espulsioni alla sospensione”.
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Il Senatore Stefano Vaccari (PD), coordinatore del comitato antimafia sulle infiltrazioni mafiose nel gioco legale e illegale, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
In merito all’inchiesta della Dda di Napoli sulla camorra e le scommesse nel calcio. “E’ una conferma di quanto accaduto anche in passato –ha spiegato Vaccari-. In questo caso, più di altre volte, c’è una maggiore facilità nella complicità da parte dei giocatori, oltre che di alcuni dirigenti sportivi ed ex calciatori. La Camorra usa il match fixing per lavare i soldi incamerati con altre attività illegali. Le somme investite sono ben superiori rispetto alle vincite. Abbiamo aggiornato un quadro di conoscenze che la Commissione aveva già fatto nelle precedenti legislature su questo tema, per mettere in campo una serie di proposte in grado di aggiornare il quadro normativo, superando anche qualche lacuna esistente. Gli strumenti di controllo ci sono, l’agenzia dei monopoli e delle dogane svolge un ruolo importante, nel 2015 la quantità di esercizi controllati: 32.015. C’è una mole importante che ha fatto aumentare di oltre 22 milioni e mezzo l’imposta da riscuotere, 19 milioni di sanzioni. Ma abbiamo oltre 400mila macchinette in giro per l’Italia. Il tema è riuscire a costruire un sistema di controlli adeguato alla dimensione dei punti gioco del nostro Paese. La criminalità organizzata, laddove è più radicata nel territorio, ha gioco facile e c’è quindi una contiguità tra gioco illegale e i punti legali sui quali l’agenzia dei monopoli effettua i controlli”.
Le società di calcio sono spesso sponsorizzate da siti di scommesse. “Una riflessione su questo andrebbe fatta, il mondo dello sport in generale dovrebbe farla –ha affermato Vaccari-. Tempo fa ho scritto al premier per fargli presente che non era una grande scelta quella del Coni di associare il proprio nome e le proprie iniziative ad Herbalife. Così come credo non sia eticamente sostenibile che una squadra di calcio associ il proprio nome ad un’azienda di scommesse, in particolare di gioco online che è quello meno controllabile. Se il calcio vuole dare un segnale potrebbe provare ad orientare i consumi in maniera differente”.
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COMUNALI, PALOZZI(FI): “INCOMPRENSIBILI PAROLE SILVESTRONI”
“Trovo fuori luogo le esternazioni, rilasciate a mezzo stampa dal coordinatore provinciale FdI Marco Silvestroni che, invece di lavorare per un centrodestra realmente unito e coeso in ottica elettorale, continua a scagliarsi contro il suo storico e naturale alleato, Forza Italia. Pur comprendendo lo slancio di gioia di Silvestroni per l’adesione in FdI di Andrea Volpi – al quale rivolgo il mio personale “inboccallupo”, nonostante non ne condivida le scelte -, reputo tuttavia inaccettabile il fatto che il coordinatore provinciale sembra quasi compiacersi nell’osservare un centrodestra spaccato, come se Forza Italia fosse l’avversario politico numero uno: più del Pd, più della demagogia grillina. Noi, al contrario dell’esponente meloniano, nell’area metropolitana abbiamo sempre operato per costituire un centrodestra unito e forte, lasciando da parte inutili egoismi e sterili personalismi. Ed è per questo che, nell’ipotesi in cui i nostri candidati non riuscissero a superare il primo turno nei Comuni al voto in provincia, sarà nostra intenzione aprire le porte, con senso di responsabilità e dialogo democratico, a un eventuale candidato sindaco espressione di tutto il centrodestra. Un gesto, il nostro, che la dice lunga sulla volontà di Forza Italia di lavorare al fianco dei nostri alleati, su principi di lealtà e buonsenso. Forza Italia che rimane il primo partito di centrodestra in provincia di Roma. Auspico, dunque, si possa ritrovare quanto prima quella serenità e quell’unione di intenti che ci ha già visti alleati e vincenti in tanti comuni dell’area metropolitana”. Così, in una nota, il coordinatore FI Provincia di Roma, Adriano Palozzi.
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Il prof. Marco Rossi Doria è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Rossi Doria potrebbe far parte della squadra di Roberto Giachetti nel caso diventasse sindaco di Roma. “Più che come Ibrahimovic che viene chiamato per vincere, mi sento come Mr. Wolf: mi chiamano quando ci sono problemi –ha affermato Rossi Doria-. Come in tutti i sistemi di relazione è ovvio che c’è un mix tra il fatto che ti chiamano quando ci sono problemi e il fatto che tu sei così pazzo da accettare. In alcuni casi sono capitate cose ancora più terribili e quindi ho rifiutato. Non si fanno i conti senza l’oste, bisogna vedere i cittadini chi sceglieranno alle elezioni. Ero stato chiamato dal sindaco Marino, anche perché c’era un’emergenza che si profilava all’orizzonte, quella delle educatrici delle scuole d’infanzia e degli asili nido di Roma. Sono riuscito ad accordarmi con i ministeri, ad iniziare una difficile trattativa e a parlare in maniera diretta con queste educatrici. Questo ha garantito un anno, poi bisognava fare il lavoro di consolidare quello che era consolidabile, cambiare le norme per l’assunzione e la stabilizzazione. Uno dei motivi per cui sarei disponibile a fare di nuovo l’assessore è per portare a termine il lavoro iniziato, perché non mi piace lasciare le cose a metà. Io sto sul pezzo che conosco. Mi annoia la politica da talk show, quando c’è il talk show in tv cambio canale. Alcune buone competenze di quella giunta sono state disperse, alcune buone cose che erano state fatte sono state interrotte”.
La situazione delle periferie romane. “Il problema principale è l’enormità della periferia romana –ha spiegato Rossi Doria-. Non è che ci siano cose più terribili rispetto ad altre periferie, c’è una massiccia parte di esclusione sociale, ma anche situazioni di integrazioni splendide. Scuole che funzionano e scuole che non funzionano. Una situazione a macchia di leopardo, come avviene in ogni città del mondo, ma più la periferia è grande più i problemi sono tanti. C’è una fase di marcato abbandono nel periodo che coincide con le giunte Alemanno rispetto ad una tradizione precedente. Poi c’è stata anche la crisi economica da cui a fatica stiamo uscendo. Credo che se Giachetti vincerà mi darebbe le deleghe alla scuola e alla formazione professionale, ma non alle periferie”.