giovedì 21 Novembre 2024,

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Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

scritto da Redazione
Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

IMPRESE, ZINGARETTI: IN ARRIVO RIMBORSO IRAP PER STARTUP

Nel corso del premio Lazio Innovatore il presidente
della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha annunciato il rimborso dell’Irap
per le startup innovative del territorio.
“All’interno di una strategia di cambiamento abbiamo annunciato oggi che ci
sarà per le startup la possibilità di vedersi rimborsata l’Irap, chi
produce innovazione dunque avrà un rimborso: non possiamo tagliarla perchè
siamo una Regione commissariata ma possiamo rimborsarla – ha spiegato il
governatore del Lazio – Si tratta di un incentivo che offre il Lazio,
affinché si venga da tutta Italia nella nostra regione a creare lavoro e
innovazione. Il Lazio ha potenzialità enormi perchè è il luogo delle
università, delle grandi aziende internazionali, delle Pmi. Inoltre siamo
una delle regioni in cui le imprese crescono di più e adesso questo spirito
innovativo lo vogliamo rafforzare: è una grande sfida, lo si vede anche
dall’effervescenza di questa occasione”
Nel dettaglio il provvedimento dà il via libera al bando regionale da 1
milione di euro per il rimborso dell’Irap alle startup innovative.
L’avviso pubblico dispone le modalità con cui vengono concesse le risorse
del “Fondo per la riduzione della pressione fiscale a carico delle imprese
start-up innovative”, per il quale la Legge di Stabilità regionale 2016 ha
stanziato un milione di euro per ogni annualità del triennio 2016-2018. A
beneficiarne saranno le startup innovative iscritte nella apposita sezione
speciale del registro delle imprese del Mise, che abbiano almeno una sede
operativa nel Lazio, e abbiano effettuato versamenti di imposte Irap per i
primi due esercizi fiscali senza aver già ottenuto da altre amministrazioni
la restituzione delle somme. Il rimborso fiscale, che sarà totale o parziale
a seconda del numero delle domande pervenute,riguarderà l’Irap dei primi
due esercizi fiscali, ma potrà essere richiesto anche per uno solo.
Le imprese che vorranno accedere al contributo regionale dovranno compilare
la richiesta di contributo scaricabile dal sito della Regione Lazio al link
http://www.regione.lazio.it/rl_attivitaproduttive/?vw=contenutiDettaglio&cat=1
id=110 e trasmetterla esclusivamente tramite posta elettronica certificata
(pec), all’indirizzo
‘ricercainnovazionegreeneconomy@regione.lazio.legalmail.it’. Le richieste
potranno essere presentate dal 1 settembre 2016 ed entro e non oltre il 15
settembre 2016.

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REGIONE, VALERIANI (PD): “AVVIATA RIFORMA PER NUOVO MODELLO
WELFARE”

“Comincia una nuova stagione per il welfare del
Lazio con l’avvio di un modello più aperto, partecipato ed efficiente: la
Commissione Sanità e Politiche Sociali ha approvato questa mattina la
proposta di legge 88 sul ‘Sistema integrato degli interventi e dei servizi
sociali della Regione’ per la riforma del settore” dichiara Massimiliano
Valeriani, capogruppo regionale del PD.
“Ringrazio l’assessore Rita Visini, il presidente e collega del PD,
Rodolfo Lena, e gli altri consiglieri della Commissione per il proficuo
lavoro condotto in questi mesi. La nuova proposta di legge delinea un welfare
plurale con responsabilità condivise, che rimette al centro la dignità
della persona e individua un sistema allargato di governo con soggetti
pubblici, privati e sociali”.
“La riorganizzazione di prestazioni, risorse e personale permetterà una
reale integrazione dei servizi sociali a livello distrettuale e garantirà
una gestione e una programmazione più sostenibile ed efficace. Il
cambiamento del Lazio passa anche attraverso la riforma della rete
sociosanitaria. Nel Lazio le famiglie in condizione di povertà relativa sono
l’8,5%, mentre quelle in povertà assoluta sono il 6,3% con un disagio
sociale diversificato fra le varie province: con la nuova legge – conclude
Valeriani – verrà promosso un modello di sussidiarietà per assicurare
l’omogeneità delle prestazioni in tutto il territorio regionale e
un’attenzione maggiore verso le fasce più deboli e i bisogni dei
cittadini”.

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Si è concluso il processo d’Appello a carico di Carmine Fasciani e altre 17 persone, originariamente accusate di aver controllato per anni la criminalità organizzata ad Ostia. E’ caduto il reato di associazione mafiosa. Ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus (emittente dell’Università Niccolò Cusano) è intervenuta la giornalista di Repubblica Federica Angeli, sotto scorta per le sue inchieste sulle organizzazioni criminali del litorale romano.

 

“E’ crollata l’accusa di 416 bis, derubricata ad una semplice associazione a delinquere per il clan Fasciani, con l’assoluzione dei Triassi –ha spiegato Angeli-. Il lavoro della Magistratura spesso erroneamente viene identificato con quello dei giornalisti. Noi non facciamo i magistrati, facciamo il nostro lavoro non per infangare le persone ma perché viviamo sul campo le storie. Non mi sento delegittimata o sconfitta. La sconfitta purtroppo è che queste persone, dall’applauso ai magistrati all’insulto che ho ricevuto fuori dall’aula, si rinforzano con queste sentenze. Una volta fuori si sentono sempre più forti, quindi a livello sociale è un danno incredibile. Vincenzo Triassi, fuori dall’aula, dopo la sentenza, mi ha detto: “Ora giornalaia vai a scrivere la verità”. Si è sentito forte di questa assoluzione. Sarebbe stato peggio se fosse stata una sentenza della Cassazione, che invece ci racconta un’altra cosa: a 4 prestanome dei Fasciani è stata riconosciuta l’aggravante mafiosa. La partita ancora non è completamente chiusa. Poiché da questa sentenza a quella della Cassazione passerà un anno, forse ancora non hanno il tempo per rimettersi in piedi come l’altra volta. Se anche la Cassazione confermerà l’associazione a delinquere semplice, allora sì che le cose potrebbero tornare come prima. La mia vita è reputata essere in pericolo, Ostia rimane sciolta per mafia, quindi c’è una contraddizione tra questi elementi e la sentenza d’appello. C’è una confusione che qualcuno ci dovrà chiarire”.

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Si è concluso il processo d’Appello a carico di Carmine Fasciani e altre 17 persone, originariamente accusate di aver controllato per anni la criminalità organizzata ad Ostia. E’ caduto il reato di associazione mafiosa. Ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus (emittente dell’Università Niccolò Cusano), è intervenuto l’Avv. Cristiano Sabba, legale di Ennio Ciolli (titolare del ristorante Al contadino non far sapere, assolto dall’accusa di interposizione fittizia con l’aggravante del metodo mafioso). E’ crollata miseramente l’ipotesi di associazione mafiosa del litorale –ha affermato Sabba-. Ad oggi è fuori discussione che sul litorale non c’è mafia. Da questa sentenza dobbiamo trarre un dato positivo. Il problema è che si è data l’etichetta di mafiosità al litorale prima di avere una sentenza. Secondo la sentenza, i condannati fanno parte di un gruppo criminale, organizzato, ma privo dei requisiti di mafiosità. Certamente su questa sentenza qualcuno dovrà fare delle riflessioni. Non possiamo negare che ai cittadini del X Municipio è stato impedito di andare a votare nelle recenti elezioni dopo lo scioglimento del municipio per mafia. Questa sentenza deve far piacere ai residenti di Ostia. Quest’inchiesta ha riguardato un fenomeno che nasce da un indagine sul litorale e sviluppa l’attività investigativa all’interno del X Municipio, mentre Mafia Capitale interessa la parte legata al Comune e alle cooperative”.

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Il magistrato Alfonso Sabella, ex assessore alla legalità del Comune di Roma, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).

Sulla mafia a Roma. “Quello che ho trovato nella mia esperienza in Campidoglio è stato il frutto malato di anni e anni di una determinata di gestione che continua ad andare in un certo modo –ha affermato Sabella-. Me ne sono andato con la certezza che la mafia nel Comune di Roma non c’è più grazie alla Procura, ma anche con la certezza che la corruzione c’è ancora. Per fortuna, essendo arrivato alla Procura di Palermo dopo il lavoro di Falcone e Borsellino, a Roma invece era un anno zero, con una sorta di convinzione che le cose ormai andava in quel modo e non si poteva fare nulla. Io invece ho deciso di rivoluzionare il sistema degli appalti. Con Alemanno sono arrivati Buzzi e Carminati, oltre ai gruppi militari organizzati legati all’estremismo di destra. Ma sempre c’è stato un gruppo di interessi che ha trovato persone che lo tutelavano all’interno della macchina amministrativa. Questa cosa c’è, ci sarà, ma non credo per sempre. Infatti per il mio libro “Capitale infetta” mi sono scontrato con il mio editore per il sottotitolo “Si può liberare Roma da mafie e corruzione?”, lui ha voluto mettere il punto interrogativo, mentre io volevo il punto esclamativo. Buttare solo la colpa su chi amministra è sicuramente un’operazione sbagliata. Da parte dei cittadini una maggiore partecipazione alla vita pubblica avrebbe dato un contributo importante. Una delle cose che avevo proposto, ma non ho avuto il tempo di fare, era di dotare Roma di un meccanismo che permettesse ai cittadini di partecipare attivamente alla gestione della cosa pubblica. Un regolamento di partecipazione civica a Roma servirebbe come il pane. C’è un male molto molto romano che è quello di pensare che ciò che è di tutti in realtà è di nessuno. Io ho un approccio cattocomunista per quanto riguarda il mio lavoro, lo vedo come un servizio che si deve fare per il bene dei cittadini”.

 Sulle polemiche per il ruolo offertogli da Giachetti nella sua eventuale futura giunta. “Mi infastidisce –ha affermato Sabella- che quando io ho assunto un ruolo formalmente politico, quello di assessore, nessuno ha detto gran che sul fatto che io da magistrato andassi a svolgere un ruolo politico. Oggi che Giachetti mi offre un ruolo prevalentemente tecnico, ci sono delle critiche perché io farei politica. Io ho accettato questo incarico perché Giachetti mi ha detto chiaro e tondo che sulla legalità voleva continuare sulla linea dell’amministrazione Marino. Non è un caso che al bilancio vorrebbe mettere Silvia Scozzese. La realtà è che se Giachetti dovesse vincere, due tecnici della giunta Marino continueranno a fare il loro lavoro nella stessa direzione”.

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MAFIA A OSTIA, ESPOSITO (PD) A RADIO CUSANO CAMPUS: “SENTENZA CHE PRODUCE UN DANNO GIGANTESCO. OGGI I VINCITORI SONO GLI SPADA, I FASCIANI E I TRIASSI. CHI COME ME SI E’ BATTUTO PER LA LEGALITA’ A OSTIA OGGI NE ESCE SCONFITTO. A ROMA SI E’ RESTII A RICONOSCERE IL 416 BIS E L’AGGRAVANTE MAFIOSA” 

Questa mattina Stefano Esposito, senatore del Partito Democratico, è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.

Stefano Esposito ha commentato la sentenza d’appello sulla mafia ad Ostia: “Cinque giorni fa la cassazione per imputati dello stesso processo che però avevano scelto un rito abbreviato ha confermato l’associazione mafiosa. Su un tema di questa delicatezza questa schizofrenia della magistratura è incomprensibile. Produce un danno gigantesco a una battaglia che, purtroppo, non siamo in tanti a fare. E lo dico anche con un po’ di polemica. Avrete notato che una batteria di interventi politici non c’è stata. Io sono costernato e indignato, perché questo tipo di giustizia non è la giustizia che mi aspetto nel nostro Paese. E sarebbe interessante che il presidente della ANM che parla molto di qualunque argomento dicesse una parola.  E’ normale questa cosa? Io dico che per me non è normale. C’è da mettersi le mani nei capelli davanti a una vicenda come questa. Sulla base di questa sentenza, a Ostia c’è qualche bullo di quartiere o poco più. Io ho un’altra opinione. Come motivare questa sentenza? Io non credo che ci sia un problema nella legislazione, c’è un problema su come viene applicata. La percezione che ho avuto è che a Roma il 416 bis e l’aggravante mafiosa fanno fatica ad essere riconosciute dal tribunale. Evidentemente c’è un tema. Roma è restia a parlare di mafia. C’è qualcosa che non funziona”.

Esposito è amaro nel suo sfogo: “Le vie della giustizia sono infinite e io in questo momento sono estremamente preoccupato e lo dico molto sinceramente anche un pochino scorato. L’effetto di questa sentenza sul territorio di Ostia, mai davvero indagato fino in fondo, è ben rappresentato dal post su Facebook di Roberto Spada. Il suo post è estremamente emblematico,  lui ha scritto che dopo anni che è stata infangata Ostia e ha parlato anche dei balneari, cosa che dovrebbe far fischiare le orecchie a tanti a Roma. Io non sono abituato ad arrendermi,ma riflettevo sul fatto che c’è un elemento di sconfitta per chi come me ha portato avanti questa battaglia per Ostia. Vedrete che tutto il mondo dei balneari, che io non ho mai associato alla mafia, ma lo ha fatto Roberto Spada, voterà compatto per il movimento Cinque Stelle. Forse perché si aspetta che il Movimento non prosegua la battaglia per la legalità sul mare di Ostia. Io oggi appartengo alla categoria degli sconfitti sul tema mafia e legalità. C’è da attendere il verdetto della cassazione, ma questa sentenza lascia una ferita aperta. La felicità di Spada mi conferma che purtroppo oggi lui, i Fasciani e i Triassi sono i vincitori, mentre chi ha fatto una battaglia per la legalità è lo sconfitto“.

 

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