GUIDONIA, PALOZZI(FI): “GRAVE ERRORE POLITICO NON VOTARE IL BILANCIO”
“Reputo un grave errore politico, quello commesso dai quattro consiglieri comunali di Guidonia Sassano, Vallati, Valeri e Cerroni, che in maniera del tutto autonoma hanno deciso di votare contro il bilancio, decretando la fine dell’amministrazione Rubeis e aprendo le porte a un lungo commissariamento del Municipio. In questi mesi delicati il coordinamento provinciale di Forza Italia ha sempre agito secondo principi di lealtà e correttezza, cercando il dialogo democratico e rispettando al contempo le posizioni, a volte divergenti, di alcuni esponenti locali: questo con l’obiettivo fondamentale di tutelare l’unità e la coesione del nostro partito. In tempi non sospetti, ad esempio, abbiamo sostenuto apertamente che la scelta migliore fosse lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale entro il 24 febbraio nella speranza di andare al voto già in questa primavera ed evitare così un inopportuno commissariamento: volontà non ricambiata però dagli esponenti locali e di cui avevamo preso democraticamente atto. Commissariamento che, invece, giunge oggi nel momento più delicato e inopportuno a causa dell’atteggiamento poco responsabile di alcuni consiglieri di maggioranza. Quanto accaduto lunedì notte in assise, infatti, non corrisponde assolutamente alla linea di Forza Italia, che anzi reputa un suicidio politico aver impedito l’approvazione di un provvedimento fondamentale come la manovra di bilancio; atto che di fatto regala alla città il peggiore dei governi: quello commissariale. Prendiamo, dunque, le distanze da chi ha deciso di far cadere l’amministrazione, nonostante il gesto di responsabilità di Di Palma, e ringraziamo tutti coloro che, nel nostro partito, hanno dimostrato compattezza e unione di intenti. Nei prossimi giorni daremo avvio ad una fase di necessaria riflessione politica all’interno di Forza Italia”. Così, in una nota, il coordinatore FI Provincia di Roma, Adriano Palozzi.
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DI PIETRO CONTRO SGARBI: “MI DEVE CENTINAIA DI MIGLIAIA DI EURO PER SENTENZE GIA’ PASSATE IN GIUDICATO, MA NON PAGA PERCHE’ APPARENTEMENTE NULLATENTENE. I CITTADINI LO DEVONO SAPERE”. POI SU BALLOTTAGGI: “VOTEREI FASSINO, PARISI, RAGGI E DE MAGISTRIS”. L’EX MAGISTRATO SU RADIO CUSANO CAMPUS
Antonio Di Pietro è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Antonio Di Pietro ha duramente attaccato Vittorio Sgarbi: “Sgarbi che parla tanto deve rispettare la legge, le sentenze e la giustizia. Io con Sgarbi ho una decina di cause di cui otto già a sentenza. E’ stato già condannato sette otto volte per diffamazione. E lui non paga, semplicemente perché apparentemente nulla tenente. Mi deve qualche centinaia di migliaia di euro. Sono già sette sentenze esecutive e lui che fa sempre il saputello e il primo della classe non paga nessuno e non rispetta le sentenze. E oltre a me ha una miriade di altri creditori. E’ un mal pagatore, non rispetta gli impegni e questo lo rende una persona non affidabile. I cittadini quando lo vedono pontificare in televisione, che sa tutto lui e fa tutto lui, gli chiedessero chi sono i suoi creditori”.
Sgarbi a parte, Di Pietro ha detto la sua sui ballottaggi di domenica, indicando chi voterebbe a Milano, Torino, Roma e Napoli: “A Torino c’è Fassino che a mio avviso ha saputo vendersi male ma ha fatto bene. Voterei lui. Voterei Fassino, non Pd, lo specifico. Al secondo turno si deve votare il sindaco, a prescindere dalle squadre e dai partiti. A Milano invece il mio voto andrebbe a Parisi. Bisogna scegliere tra loro due, non tra i partiti di appartenenza. Io personalmente ritengo, pur non avendo nulla contro Sala, che il candidato del Pd dia l’idea di un’opera incompiuta. Sala mi sembra tipo la Salerno Reggio Calabria o tipo Expo, di cui ancora adesso devo capire i conti. Non voglio accusarlo di nulla, ma nel dover scegliere sceglierei Parisi. A Roma non avrei dubbi, forza Virginia Raggi. Roma è così delicata, la situazione è così complessa, che ci vuole necessariamente una persona che non abbia alcuna relazione con il passato. E poi Roma può essere un buon banco di prova per il Movimento Cinque Stelle. A fare opposizioni sono bravi, ma bisogna anche vedere come si comportano al governo. A Napoli? Qui sorprenderò. A Napoli tornerei a De Magistris. A votare non puoi non andare, se vai a votare e non voti De Magistris, chi voti? Mi piace De Magistris perché è sganciato da tutti gli apparati della Napoli da bere”.
________________________________________________________________________________Furbetti cartellino; Brunetta (FI):”Provvedimenti attuati grazie a mia riforma. Renzi l’imbroglione fa solo annunci, ormai è una macchietta. Ai tempi della mia riforma lui mi attaccava, così come sindacati e giornaloni di sinistra, che adesso applaudono il governo. Dipendenti PA privilegiati, ma il pesce puzza dalla testa. Berlusconi deve continuare a fare di testa sua, auspico un centrodestra unito non solo per mandare a casa Renzi”
Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Gli annunci di Renzi e Madia. “La vicenda di Sanremo è avvenuta tutta grazie alla mia riforma, Renzi non ci ha messo nulla –ha affermato Brunetta-. Renzi sono due anni e mezzo che annuncia, ha annunciato anche ieri, ma tutto quello che si è fatto in questi anni si è fatto grazie al governo Berlusconi e alla riforma Brunetta. Una riforma che Renzi, Madia e i giornalisti di sinistra hanno combattuto. Adesso il mondo sembra cambiato: i sindacati non scioperano, Repubblica applaude il governo Renzi che non ha fatto niente. Renzi è sempre esagerato e un po’ ridicolo, è diventato una macchietta. Parla di sospensione in 48 ore e licenziamento in 30 giorni, non è vero nulla. Sarà comunque il giudice a decidere, Renzi ancora una volta prende in giro gli italiani con la sua annuncite cronica. La Madia non sa che sul posto di lavoro la videosorveglianza non è possibile farla. I video che abbiamo visto sono stati fatti dalla guardia di finanza con un mandato della magistratura. La povera Madia dice stupidaggini, in due anni e mezzo la Madia non è riuscita a fare nulla perché i suoi provvedimenti, anche quelli farlocchi, non sono ancora in vigore. Forse Renzi e la Madia non sanno che a decidere sarà sempre il giudice e ci sono regole e principi fondamentali che non danno in nessun caso la certezza del licenziamento, anche perché le prove video non sono acquisibili se non dopo una denuncia. Ricordo che negli anni della mia riforma Renzi era sindaco di Firenze e me ne disse di tutti i colori, la Cgil mi ha fatto 12 scioperi generali. L’80% degli italiani dai sondaggi era con me, la stragrande maggioranza dei pubblici dipendenti che è perbene era con me. L’assenteismo si ridusse del 50%, ma i giornaloni di sinistra mi attaccavano in tutti i modi e in tutte le forme”.
_______________________________________________________________________________Dipendenti pubblici privilegiati. “La categoria dei dipendenti pubblici è privilegiata perché non rischiano mai il posto di lavoro –ha affermato Brunetta-. Svolgono servizi fondamentali, come ospedali, tribunali, la PA. Con questi chiari di luna avere un posto fisso, che non rischi, in cui la produttività tutto sommato è blanda, non hai il padrone che ti sta col fiato sul collo, la remunerazione è medio alta, è sicuramente un posto di lavoro privilegiato. Il meccanismo di premialità? E’ già legge, solo che a causa della crisi non sono stati messi i soldi per applicare il meccanismo che diceva che della somma per il salario accessorio la metà doveva essere data ai più bravi, una parte a quelli medi e ai lavativi nulla. Anche su questo ci furono fulmini e saette da parte della sinistra, dello stesso Renzi. Il pesce puzza dalla testa. Io me la prendo con i lavativi, ma soprattutto con i loro dirigenti. E’ impossibile che i dirigenti non sappiano nulla. Tutti sanno tutto. Se un terzo dei dipendenti timbra in maniera fasulla il cartellino, possibile che il dirigente non lo sapesse? Bisogna che i dirigenti non siano più coperti dalla cattiva politica e bisogna che i sindacati non proteggano più i dirigenti e i lavativi. La Madia non ha fatto nulla, ha confuso solamente le carte, protetta da Renzi l’imbroglione”.
Le promesse di Renzi. “Anche sulla casa Renzi ha preso in giro la gente, la pressione fiscale è aumentata –ha affermato Brunetta-. Ma c’è l’effetto boomerang: racconto di balle in continuazione che può funzionare i primi tempi, ma poi la gente si accorge che è più povera e inizia ad andargli contro, alle amministrative e poi al referendum”.
Berlusconi e il centrodestra. “Berlusconi ha sempre fatto di testa sua per fortuna sua, della sua famiglia, delle sue aziende e di FI –ha affermato Brunetta-. Io auspico che un Berlusconi che stia bene continui a fare di testa sua. Il centrodestra è maggioritario nel Paese, perde solo se è difeso. Serve un centrodestra riformatore, moderato, dobbiamo lavorare molto su questo come centrodestra, al momento non è ancora questa la situazione, ma credo che in vista del referendum di ottobre saremo uniti e credibili e di vincere non solo sul no al referendum ma sui tanti sì di cui ha bisogno l’Italia”.
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Ileana Argentin, deputata del Pd, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
“Ho sentito tanti colleghi parlare della disabilità come un dramma, con le parole più scontate del mondo, senza pensare che la disabilità è fatta da persone diverse l’una dall’altra –ha affermato Argentin-. Ho sentito una retorica pietista e assistenzialistica molto forte. E’ una legge che fa cultura, dà una svolta e cambia pagina al nostro Paese. E’ la legge per il sostegno ai genitori quando diventano anziani, non ce la fanno più e vengono a mancare. Gli oppositori sono i 5 stelle che hanno votato no facendo una scelta politica, un atto pubblico. Dicono una marea di sciocchezze. Quali sono le lobby? Se un genitore decide di mettere da parte dei soldi per il proprio figlio, lo fa per un figlio normale perché non dovrebbe farlo anche per un figlio portatore di handicap? E’ una follia dire che la legge aumenta la forbice tra ricchi e poveri. Dicono che io faccio questa legge perché io ho soldi. Se io lascio la mia casa non è che posso pensare di collaborare con il settore pubblico se non faccio progetti anche per altre persone. Noi creiamo dei piccoli gruppi familiari, 3-4 persone, che possono convivere se sono compatibili. Chi ha mette a disposizione di chi non ha. Mi chiedo come mai i 5 stelle sono così sgomenti della differenza tra ricchi e poveri, quando tra i disabili tutti prendono la pensione d’invalidità. Serviva il Dopo di noi per affrontare questo tema? E’ strumentale, si dovrebbero vergognare di aver votato un no secco. Il M5S può dire ciò che vuole, ma è una vergogna pensare di candidare qualcuno alle amministrazioni degli enti locali e votare no al Dopo di noi visto che saranno gli enti locali ad applicarla”.
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METRO B, PALOZZI(FI): “ANCORA GUASTI. ATAC SUI BINARI DELL’INEFFICIENZA”
“Metro B, ancora guasti, ancora odissea per i pendolari. Atac viaggia sui binari dell’efficienza e delle false promesse. #OraBasta”. Così in un tweet, come riporta una nota, il consigliere regionale FI e vicepresidente della commissione Mobilità, Adriano Palozzi.
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Pietro Ichino, senatore del Pd, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it). Sui furbetti del cartellino e la riforma della PA. “La riforma Brunetta –ha spiegato Ichino- aveva fatto alcuni passi avanti, però conteneva un errore: con l’intento di accelerare i procedimenti disciplinari, erano stati inseriti termini molto stretti che si erano trasformati in tante trappole procedurali, per cui era molto facile lasciar scadere questi termini, maliziosamente o involontariamente. Invece ora viene sancito in modo molto preciso un termine molto stretto di 30 giorni, ma non nell’interesse del dipendente incolpato, per cui valgono le regole generali. I termini valgono solo come obbligo per i dirigenti pubblici di rispettare quei tempi e se non vengono rispettati vengono applicate sanzioni per il dirigente e comunque si annulla il procedimento verso il dipendente. Questa legge è un perfezionamento rispetto alla riforma Brunetta. Il governo ha voluto lanciare un messaggio molto preciso e urgente di fronte a questi casi di assenteismo fraudolento. Va benissimo lanciare questo messaggio contro questo fenomeno che è però la punta dell’iceberg. Il fenomeno dell’assenteismo abusivo è molto più grave. Il decreto che detterà la riforma organica e generale dovrà responsabilizzare il dirigente per un obiettivo di allineamento del tasso di assenze del settore pubblico rispetto al privato. Su questo terreno lo strumento disciplinare serve un dirigente che sappia motivare i dipendenti sul posto del lavoro, premiare i più presenti e dare il buon esempio dato che il tasso di assenze più alto è quello dei dirigenti. O fanno il loro mestiere, riportando il tasso delle assenze ad una misura naturale oppure devono essere sostituiti. Trovo eccellente il modello britannico, eccetto quello sanitario. Noi ci perdiamo se la GB esce dall’UE perché potrebbe essere una guida nel nuovo modello di sviluppo che l’Europa dovrebbe costruire”.
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