CIRINNA’: M5S ROMA DI DESTRA, COSTRETTI A DIMETTERSI DA FAIDE INTERNE GLI UNICI CINQUE PEZZI PREGIATI. FERTILITY DAY? LORENZIN NON SA CHE LA GRANDE LIBERTA’ DELLE DONNE OGGI E’ SCEGLIERE DI NON FARE FIGLI, DICE LA SENATRICE DEM A RADIO CUSANO CAMPUS
Monica Cirinnà, senatrice del Partito Democratico, è intervenuta stamattina ai microfoni di ECG; con Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, su Radio Cusano Campus, l’emittente del’Università degli Studi Niccolò Cusano.
Su quanto sta accadendo a Roma con la giunta Raggi, Monica Cirinnà è categorica: “Sono profondamente addolorata. Io sono stata consigliera comunale per oltre vent’anni a Roma,ho fatto cinque elezioni, sempre eletta e mai nominata. Mi sono sempre sporcata le scarpe, sempre in giro per la città a contatto con i cittadini. Quanto sta accadendo a Roma ce lo aspettavamo, io in Senato sono quella che ha pagato maggiormente le loro faide interne. Quello che sta accadendo al Movimento di Roma è il peggio del peggio dei metodi della prima repubblica, faide interne che hanno costretto a dimettersi gli unici cinque pezzi pregiati, due magistrati e tre super tecnici,che potevano garantire quel rinnovamento e quella trasparenza di cui il movimento tanto si vanta. Unioni civili? Roma è molto nell’applicazione della legge è molto al rallentatore. Tutte le altre grandi città sono all’avanguardia, Roma è a rilento ma per questioni politiche. M5S al Governo a Roma è fortemente caratterizzato a destra e risponde a un elettorato di centro destra. Anche sul terremoto delle cinque dimissioni il signor Marra non è al di fuori di questa tempesta”.
Sul fertility day: “Ero a conoscenza di questa iniziativa già da qualche settimana, poichè la ministra Lorenzin aveva inviato un invito ai parlamentari a partecipare il 22 alle varie iniziative. La cosa già mi lasciava interdetta, ho preferito non rispondere piuttosto che dire che mi sembrava una cavolata. Devo dire che la risposta di Renzi ha dato il giusto segnale. Più che valorizzare una giornata sulla fertilità in un modo quasi burlesco, che irride in modo becero il fatto che ci siano persone non fertili e non per questo da discriminare, sarebbe stato meglio da parte di un esponente del governo valorizzare quanto già stato fatto. L’Italia non cresce perché fare un figlio costa tantissimo, mantenerlo costa ancora di più e i servizi pubblici sono arretrati. Noi come governo abbiamo fatto molto, abbiamo dato dei segni importanti, ma evidentemente non sono ancora sufficienti. Sarebbe meglio che la Lorenzin si accorgesse che è il sistema sociale a far crescere il Paese, non la fertilità in sé. Una delle più grandi scelte di libertà delle donne nel terzo millennio è proprio scegliere se avere figli o non averne. Questa è una cosa che il Ministro evidentemente non ha ben presente“.
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COMUNE, PALOZZI(FI): “IMBARAZZANTE INCAPACITA’ M5S. RAGGI SI DIMETTA”
“Non ci sono più parole per definire l’incompetenza amministrativa e l’inconsistenza politica della squadra di governo della sindaca Raggi. In appena 70 giorni il Movimento 5 Stelle è riuscito a scrivere una delle pagine più nere del Campidoglio: la “ciliegina” oggi con gli addii, nel giro di poche ore, di cinque personaggi in posizioni chiave all’interno dell’amministrazione comunale e delle municipalizzate capitoline: Minenna, Raineri, Brandolese, Rettighieri e Solidoro. Siamo di fronte a una crisi politica che fa male alla città di Roma e che non può che concludersi con le immediate dimissioni della Raggi. Una crisi che, a dire il vero, non ci sorprende viste l’inesperienza e l’incapacità dimostrate dai sindaci grillini al governo di importanti Comuni della Provincia di Roma: da Marino a Nettuno, da Civitavecchia fino ad Anguillara, dove addirittura tre assessori hanno abbandonato la giunta a poche settimane dalla vittoria elettorale. Insomma, quello che doveva essere il nuovo che avanza, si sta dimostrando più vecchio della vecchia politica. E fortunatamente se ne stanno accorgendo anche i cittadini di Roma e della sua provincia”. Così, in una nota, il consigliere regionale del Lazio e coordinatore FI Provincia di Roma, Adriano Palozzi.
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Enrico Stefàno, consigliere comunale del M5S e presidente della Commissione capitolina trasporti, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
In merito alla raffica di dimissioni che ha riguardato la giunta capitolina e i vertici di Atac e Ama. “In politica, così come nella vita, è opportuno ripartire dalle difficoltà con determinazione –ha affermato Stefàno-. Sarei ipocrita a dire che va tutto bene, ma dalle difficoltà si può ripartire per lavorare ancora meglio, per rendere Roma un posto migliore. Le difficoltà sono interne fino a un certo punto. Per quanto riguarda Atac, sono molto critico con i dirigenti che si sono dimessi. Penso sia un dato su cui riflettere il fatto che Tronca prima del nostro arrivo abbia tolto i fondi destinati alla Metro A e Rettingheri e Brandolesi non hanno detto nulla. Noi abbiamo provato a recuperare almeno parte di questi fondi, abbiamo trovato 18 milioni e loro si sono dimessi. Ingerenze da parte nostra? Nulla di più falso. L’assessore Meleo ha mandato una lettera a Rettingheri e Brandolesi chiedendogli di informarci nel caso in cui avessero deciso di fare interventi sulle macro strutture. Non è affatto un’ingerenza, abbiamo solo detto di darci notizia perché è giusto che fossimo informati. Ricordo che fino a poco tempo fa c’era l’assessore Esposito che twittava: licenzia questo, licenzia quest’altro. Siamo al lavoro per individuare il nuovo amministratore unico, è questione di pochi giorni”.
“L’Anac ha stabilito che il capo di gabinetto Raineri non poteva essere nominato. Ovviamente la sindaca ha dovuto procedere e evidentemente anche l’assessore al bilancio si è dimesso perché riteneva fondamentale la collaborazione con quel determinato capo di gabinetto, anche se formalmente i ruoli non sono legati. Siamo al lavoro per cercare prima possibile dei sostituti che siano competenti e determinati a portare avanti il nostro lavoro”.
“Divisione interna al M5S tra vertici nazionali e locali? C’è una dialettica certe volte accesa perché non è che si può sempre essere tutti della stessa opinione. Spesso i media ingigantiscono perché vogliono fare notizia, ma non gioverebbe a nessuno fare la guerra su Roma”.
“Governeremo Roma con tutti i cittadini al fianco, perché se Roma funziona tutti ne guadagneranno. Se poi ci sono disegni dall’alto, questo non fa che spronarci ad essere ancora più convinti per lavorare e cambiare le cose”.
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PARAGONE: SE FALLISCE ANCHE IL MOVIMENTO CINQUE STELLE LA GENTE SI RIVERSERA’ IN PIAZZA E SARANNO CAZZI DEL MINISTRO DELL’INTERNO. RENZI? RAGAZZA COCCODE’ DEI POTERI FORTI, DICE IL GIORNALISTA A RADIO CUSANO CAMPUS
Il giornalista Gianluigi Paragone, volto di La7, è intervenuto stamattina ai microfoni di ECG, con Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano.
Paragone ha commentato quanto sta accadendo alla giunta Raggi: “Roma è sempre stata una città difficilissima da governare, chi pensava che i cinque stelle potessero arrivare nella Capitale e trovare un equilibrio al volo si sbagliava, la politica ha dei tempi. Chi gode e chi spera che anche il Movimento Cinque Stelle possa fallire sta facendo male i calcoli rispetto al Paese. Se fallisce anche l’ultimo Movimento che conteneva la protesta, o si torna ad un astensionismo oppure quello che oggi si sfogava sul movimento che dava una speranza si riverserà in piazza, poi saranno cazzi del ministro degli interni. Se fallisce il Movimento Cinque Stelle si rischia una rivoluzione? Sulla capacità degli italiani di fare rivoluzioni ho molti dubbi, magari però si può scatenare una ribellione, che è una cosa diversa. Arriveranno periodi di vacche sempre più magre con i processi di mondializzazione. Mentre noi pensiamo ai quattro briganti che abbiamo in Parlamento, trascuriamo dei veri e propri criminali finanziari. Ma voi pensate veramente che sia Renzi o la Fornero a togliervi i diritti? No, queste sono le ragazze coccodè di arboriana memoria dei grandi poteri”.
Ancora su Virginia Raggi: “Era chiaro non potesse in poco tempo risolvere i problemi di Roma. Un capo area del comune di Roma conta più di un assessore, se decide di paralizzare tutto lo paralizza. Se qualcuno sta esultando perché il movimento cinque stelle è in difficoltà fa male i calcoli, questa è una vittoria di Pirro, nel breve vinci ma poi ti viene giù tutto”.
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Continua il botta e risposta tra Alessandro Gassman e Guido Bertolaso. L’ex leader della protezione civile ha risposto a Gassman, che lo aveva duramente attaccato, paragonandolo a Schettino, prima di una sua partecipazione ad un format televisivo. Su Radio Cusano Campus, ospite di Arduini e Di Ciancio, Bertolaso ha detto: “Gassman? Può vantarsi solo di un grande cognome, grazie a suo padre che ha fatto la storia del cinema”. Qualche ora dopo, Gassman ha risposto tramite Twitter scrivendo a Roberto Arduini, che insieme a Di Ciancio aveva realizzato l’intervista a Bertolaso: “Invito Bertolaso a teatro, così spero di fargli cambiare idea. Per il resto, non conosco suo padre, non posso fare paragoni”. Duello finito. O no?