Un Di Pietro bucolico quello intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del Format ECG Regione, condotto da Andrea Di Ciancio e Roberto Arduini: “Mi avete beccato mentre ero sul trattore. Sono nei campi, in Molise. Sto lavorando la vite, checché ne dica D’Alema. In questo momento sto togliendo le erbacce nella mia campagna, quella che qualcuno ha quantificato come 56 appartamenti e sto cercando di sistemare la vigna, è un momento delicato sia per l’uva che per il grano“. Sul vino di D’Alema: “Non l’ho mai assaggiato ma lo berrei volentieri. Il mio vino è semplice, una cosa fatta in casa. D’Alema sul trattore a lavorare il suo vino come faccio io? Per capire se una persona dice il vero il falso bisogna vedere i calli alle mani. Se uno ha le mani ordinate, è un contadino di Via Montenapoleone.”
Di Pietro è durissimo con Renzi e sulla legge elettorale: “L’ho paragonato a Mussolini? La statura c’è in tutti i sensi, appena fa la pancetta è perfetto. La legge elettorale per come l’ha ottenuta e per quello che contene è una legge che toglie spazi di democrazia e riduce lo stato di diritto. Renzi dice tutti i giorni che lui risolve i problemi del mondo, sembra mago zurlì, ma io a mago zurlì non ci ho mai creduto. Se vedrei bene Renzi a Piazza Venezia? Grazie a Dio, la fortuna del nostro paese è che alla fine tutti quanti finiranno dall’altare alla polvere. Renzi sta vendendo un qualcosa che non ha, che non è e che non ha fatto. Mi meraviglio non tanto di lui ma di quelli che lo stanno seguendo, ed è successo anche all’epoca del ventennio, Mussolini non è che ha fatto la rivoluzione, l’hanno votato“.
Di Pietro è durissimo anche con Alfano sul tema black bloc: “Sono sempre stato favorevole a ogni manifestazione, meno che a quelli che sfasciano vetrine e rompono i diritti degli altri. I black bloc vanno messi in galera, ma qui il problema è un altro: quando Alfano dice che è stato circoscritto il male è come dire non ne hanno ammazzati dieci, ne hanno ammazzati solo due. Ma che minchiata è questa? Tu hai il dovere di prevenire, se sai che quelli ci stanno li prendi prima, li identifichi prima, non che fai menare i poliziotti. Io Alfano non lo manderei a casa, lo manderei proprio a pascolare le pecore, senza offesa per i pastori“.
“Stiamo organizzando una notte della legalità a Ostia. Ci saranno delle sorprese. Ci sarà anche Beppe Grillo? Chissà, forse…Magari farà un tuffo per la legalità, vedremo, ci saranno sicuramente grandi sorprese. Invitiamo anche due simboli della città come Totti e Klose. A proposito di calcio: Roma o Lazio prendano il Flaminio. Si punti su uno stadio, non sulla costruzione di un nuovo quartiere“.
FI, PALOZZI (FI): “MIRKO FIASCO SI SCIACQUI LA BOCCA QUANDO FA IL MIO NOME”
“Condanno con fermezza le gravi e diffamanti dichiarazioni, postate artatamente su facebook dal consigliere comunale Mirko Fiasco. Si tratta di affermazioni false e tendenziose, scritte con l’unico intento di denigrare la mia persona. Un comportamento irresponsabile da parte di un soggetto, che in occasione delle elezioni amministrative 2014 nel comune tuscolano in qualità di candidato sindaco in quota FI, era riuscito nella ardua impresa di portare il nostro partito ai minimi storici. Sono davvero molto dispiaciuto per il commento di Fiasco, al quale Forza Italia in quella competizione elettorale aveva riposto fiducia e stima. Se fossi in Aracri mi preoccuperei della solidarietà espressa dal consigliere, viceversa mi solleva la consapevolezza di non lavorare con un uomo politicamente imbarazzante come Fiasco”. Così il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi.
GUIDONIA, PALOZZI (FI): “PIENA VICINANZA A PORTAVOCE SINDACO”
“Voglio esprimere piena solidarietà e totale vicinanza alla portavoce del primo cittadino di Guidonia, la cui autovettura nelle scorse ore è stata danneggiata dallo scoppio di una bomba carta. Si tratta di un episodio grave che condanno con fermezza. Mi auguro che gli inquirenti possano fare immediata chiarezza sull’accaduto e che vengano al più presto individuati i responsabili”. Così il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi.
DIRIGENTI ESTERNI, PALOZZI (FI): “NUOVE CONSULENZE PER QUASI 1 MLN DI EURO. RIPARTE LA GIOSTRA”
“Consulenze esterne, riparte la giostra dello sperpero di denaro pubblico. Dopo una calma apparente, durata alcune settimane forse nell’attesa che i pronunciamenti giuridici sulla nomina dei dirigenti zingarettiani facessero il loro corso, ecco che il Governatore del Lazio riapre i rubinetti e riparte alla ricerca di nuove professionalità esterne. Ben tre, questa volta, con altrettanti bandi, pubblicati sul BUR n 36 del 5 maggio 2015 e rese note sul sito istituzionale della Regionale Lazio. Col primo bando – mediante atto di organizzazione n. G05381 del 4.05.2015 – la giunta regionale ricerca professionalità per il conferimento dell’incarico di dirigente dell’Area “Giuridico Normativa, Istituzionale e Gestione del Rischio Clinico” a soggetto esterno all’amministrazione regionale; col secondo – mediante atto di organizzazione n. G05383 del 4.05.2015 – l’esecutivo vuole reperire il dirigente dell’Area “Relazioni Istituzionali” della Direzione regionale “Per lo Sviluppo Economico e le Attività Produttive”; mentre col terzo – mediante atto di organizzazione n. G05382 del 4.05.2015 – la giunta Zingaretti ricerca professionalità per il conferimento dell’incarico di dirigente dell’Area “Porti e Trasporto Marittimo” della Direzione regionale “Territorio, Urbanistica, Mobilità e Rifiuti” a soggetto esterno all’amministrazione regionale. La procedura di scelta, prevista dai tre bandi in oggetto, è sempre la stessa e, seppur permessa dalla legge, lascia tante perplessità legate a opportunità e buonsenso: i criteri infatti non prevedono comparazione formale fra candidati, ma semplicemente l’obbligo di motivazione ai sensi del r.r. 1/2002. I contratti previsti sono triennali mentre il trattamento economico omnicomprensivo annuo lordo comprende stipendi tabellari di 43.310,80 euro e retribuzione di posizione di 45.102,85. I bandi di concorso, dunque, peseranno sulle tasche delle famiglie del territorio per quasi un milione di euro, ledendo al contempo la già calpestata dignità del nostro efficiente personale. Ma è mai possibile che nei nostri uffici, non si sia riuscita a reperire figure in grado di ricoprire questi ruoli? L’ho detto in tutte le salse e lo confermo anche oggi: Zingaretti la smetta di fare il presuntuoso, comprenda che le casse regionali non navigano nell’oro e la finisca con consulenze esterne inutili ed esose”. Così il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi.
Immigrazione: Calabria (Fi), rischi sanitari suscitano allarme
“Continuare a distribuire i migranti nelle regioni italiane, andando oltre i limiti fisiologici alle possibilità di accoglierli, non può essere la soluzione all’emergenza immigrazione: da soli non possiamo farcela. Andando avanti così, piuttosto, si rischia di compromettere la nostra coesione sociale, da una parte, e la sicurezza sanitaria, dall’altra“. Lo dichiara, in una nota, la deputata di Forza Italia Annagrazia Calabria. “L’allarme scattato a Roma per la fuga da un centro di immigrati affetti da Tbc e scabbia, dà la misura degli effetti peggiori causati da una situazione ormai ingovernabile. Senza nulla togliere al dovere dell’accoglienza, il rischio di diffusione di malattie è l’ennesimo inaccettabile pericolo che gli italiani corrono anche a causa della sordità dell’Europa“, conclude.
Il vicepresidente della Camera e deputato del PD Roberto Giachetti è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Legge o Giustizia”, condotta da Matteo Torrioli, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano, per parlare di Italicum e non solo.
Giachetti, infatti, è primo firmatario di una proposta di legge che imporrebbe una maggiore trasparenza per le Fondazioni, escluse quelle bancarie. Il deputato PD, non risparmia una stilettata a chi, come ad esempio Guido Paglia di SEL, ha depositato proposte di legge per reintrodurre il finanziamento ai partiti: “Sento che adesso dovremmo ritornare al finanziamento perché altrimenti i partiti rubano. Non è che quando c’era il finanziamento certe cose non succedessero. L’argomento mi sembra fragile. La mia proposta di legge – spiega Giachetti parlando della sua proposta – il tema delle fondazioni politiche in particolare, poteva vedere l’aggiramento delle norme sul finanziamento pubblico grazie ad una legislazione speciale. Io ho fatto una cosa semplice, ovvero fare in modo che anche per le fondazioni ci sia una pubblicità dei bilanci e dei finanziatori per capire chi finanzia le fondazioni. Mi sembra una norma di trasparenza che, vista la situazione dell’Italia, è il minimo che si possa chiedere”.
Giachetti ha commentato quanto accaduto alla Camera per l’approvazione dell’Italicum. “Le opposizioni passano più tempo fuori a fare l’Aventino, piuttosto che in aula a fare il proprio lavoro, ovvero contrastare governo e maggioranza. La decisione di operare l’aventino è esclusivamente perché si sapeva che se i deputati del’opposizione fossero stati in aula, i voti positivi sarebbero stati di più. Ho visto che mentre Brunetta parlava con i propri deputati per spiegare loro che dovevano uscire dall’aula, ci sono state accese discussioni. Non si è arrivati alle mani ma molti deputati volevano rimanere in aula e votare”. Questione preferenze: “Renzi ha fatto un grave danno accogliendo le richieste di una minoranza del Pd e delle opposiozionio, di introdurre comunque una quota di prefernze. Sarà un argomento dle quale ci pentiremo nei prossimi anni. Abbiamo visto quello che accade nei Consigli regionali e comunali. Io ricordo cosa erano le prefernze nella prima Repubblica. Non a caso ci fu un referendum plebiscitariamente votato che chiedeva l’abolizione delle preferenze. Penso che se i deputati fossero stati liberi di scegliere, senza indicazioni di partito, avremmo avuto l’80% di preferenze per l’Italicum. Non è la migliore legge, io avrei preferito il Mattarellum, ma è totalmente diversa dal Porcellum”.
“Chiederemo un processo a porte aperte, mi auguro che l’attenzione della stampa resti viva durante il processo. Verso Carminati tanti pregiudizi. Il figlio? E’ un bravo ragazzo, un ragazzo studioso, non farà in alcun modo gli errori del padre. Quando hanno arrestato Carminati hanno puntato anche a lui un mitra alla tempia“. Giosuè Bruno Naso, legale di Massimo Carminati, è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio,per parlare della situazione del suo assistito, considerato il deus ex machina di quella che è stata ribattezzata come Mafia Capitale.
Secondo Naso parte delle accuse rivolte a Carminati sono state ingigantite: “L’ingigantimento del processo è un dato di fatto del quale sono assolutamente convinto, emergerà quando tratteremo il processo nella sua fase dibattimentale. La ragione di questa forzatura, che è una sorta di doping al quale la vicenda processuale è stata sottoposta, nasce da una serie di motivi, taluni contingenti e taluni di natura culturale. C’è stata una strumentalizzazione mediatica per colpire la pubblica opinione“.
Sul passato di Carminati, Naso tiene a fare chiarezza: “Se si va ad analizzare il certificato penale di Carminati, gli si può contestare una rapina che fece da giovane e il furto al palazzo di giustizia. Il problema è che lui non è famoso per le cose per cui è stato condannato, ma per le cose per cui è stato assolto. E’ diventato famoso per il depistaggio legato alla strage di Bologna, è famoso per essere stato indicato come l’assassino di Pecorelli, ma è stato assolto per queste cose in tutti e tre i gradi di giudizio. La sua fama, per questo, risiede non in quel che ha fatto, ma in quel che non ha fatto. Far credere che Carminati sia stato assolto per chissà quali protezioni rappresenta un’offesa non per Carminati, ma per tutti quei giudici che hanno lavorato ai suoi processi. Io ero il suo difensore in quei processi, ne conosco ogni atto, ogni risvolto. Noi questi processi non li abbiamo affrontati in un clima di favore. Soprattutto a Bologna il clima era tutt’altro che favorevole, i magistrati erano dichiaratamente riconducibili alle associazioni di sinistra della magistratura, non si può nemmeno lontanamente sospettare di un atteggiamento morbido, di favore o di lassismo. Se persino con giudici che all’inizio di quei processi coltivavano un forte pregiudizio accusatorio si è poi arrivati a provare la totale infondatezza di quelle accuse, mi domando con quali strumenti seri e concreti le procure abbiano istruito quei processi, visto che poi Carminati è stato assolto“.
Da Naso, poi, un annuncio importante: “Farò di tutto perché voi della stampa siate presenti al processo di Carminati. Farò di tutto perché la pubblica opinione sia fedelmente informata di quello che avverrà nel processo, perché dovrà conoscere, ad esempio, il contenuto di alcune intercettazioni telefoniche o ambientali per rendersi conto se i concetti, il linguaggio, i propositi e le interlocuzioni siano appunto riconoscibili come esplicativi di una realtà mafiosa. Chiedo un processo a porte aperte e mi auguro che l’attenzione della stampa verso il processo si mantenga viva“.
Come sta Carminati in questo momento in regime di 41 bis: “Il 41 bis è un regime inutilmente vessatorio. Noi spesso ci autoproclamiamo la patria del diritto e siamo in questo estremamente autoreferenziali. Io credo che la corte europea dei diritti dell’uomo invece che inventarsi accuse di tortura per i fatti di Genova del G8 dovrebbe farsi un giretto nelle carceri italiane e rendersi conto di qual è la vera tortura, stare in galera col 41 bis, una tortura legalizzata, un qualcosa di studiato a tavolino nelle stanze del ministero di grazia e giustizia e applicato con feroce determinazione. Carminati, comunque, è una persona che si nutre di un sano realismo, è consapevole che, gli piaccia o no, questo è ciò che il sistema gli ha riservato e cerca di trovare un punto di equilibrio per sopportare nel miglior modo possibile questa situazione. Per affrontarla serve una grande forza d’animo interiore, altrimenti si rischia di sbarellare e lo sbarellamento è proprio il fine recondito cui punta il carcere duro“.
Sul figlio di Massimo Carminati, Andrea, Naso specifica: “La questione del figlio? La cosa che è stata veramente brutta e della quale i responsabili si dovrebbero vergognare è stata l’inflazione del filmato relativo all’arresto di Massimo Carminati. Non si vede bene, ma uno dei mitra che avevano in mano i carabinieri fu posto alla tempia del figlio di Carminati in forma del tutto inutile. I carabinieri sapevano benissimo che Carminati non era armato e che soprattutto in presenza del figlio non ci sarebbe stata nessuna reazione. Ciò nonostante, penso per umiliarlo, si è ritenuto di operare con quelle modalità per arrestarlo. Il figlio di Carminati, comunque, è un ragazzo bravissimo, studioso, impegnato, che sicuramente non ripercorrerà in nessun senso e certamente non nel male i percorsi del padre“.
A Roma sono in arrivo nuovi arresti? Anche Naso ha rumors che parlano di un secondo provvedimento con il quale si dovrebbe dare la quadratura del cerchio all’operazione: “Arriveranno nuovi arresti, questo è quel che si dice anche nei corridoi di Palazzo di Giustizia. Dovremmo essere alla soglia di una iniziativa conclusiva. Ora dovranno decidere se processare gli imputati con rito immediato, ma per questo i tempi sono ristrettissimi Entro la fine del mese se vogliono fare l’immediato ci deve essere l’emissione del decreto. Se invece la procura vorrà passare al vaglio dell’udienza preliminare i tempi sono più lunghi. L’utilizzo della custodia cautelare è stato ormai stravolto nel nostro sistema giudiziario. La custodia cautelare ormai è un’anticipazione della pena“.
Infine una considerazione sul Prefetto Gabrielli, che entro luglio deve decidere se commissariare o meno il Comune di Roma per infiltrazioni mafiose: “Dovesse farlo, sarebbe una decisione che non potrebbe passare inosservata nel processo. Non sarebbe il primo comune e neanche l’ultimo prosciolto per infiltrazioni mafiose, ma io inviterei la gente a confrontare un eventuale scioglimento per infiltrazioni mafiose del comune di Roma con i provvedimenti analoghi presi in precedenza nei confronti di altri comuni e inviterei a confrontare le situazioni di fatto che sarebbero alla base di questo scioglimento e di quelli già intervenuti. La differenza striderebbe in forma plateale, perché i precedenti scioglimenti spesso sono arrivati in seguito a processi di carattere definitivo, in questo caso invece la decisione arriverebbe prima di un processo e, consentitemi di dire, anche per condizionare il processo. In altre situazioni provvedimenti di questo genere sono intervenuti quando in quel comune non si poteva garantire l’ordine pubblico o la libertà civile, tutte situazioni che nel comune di Roma, per fortuna, non esistono“.