giovedì 21 Novembre 2024,

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Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

scritto da Redazione
Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

SANITA’, PALOZZI-LEPIDINI: “ZINGARETTI CHIARISCA SU DESTINO FORLANINI”
A febbraio Zingaretti si pavoneggiava sulla stampa, affermando che sul Forlanini si sta preparando un grande piano di valorizzazione per una nuova e importante vocazione della struttura. Tuttavia, a tre mesi di distanza da quegli annunci, fatichiamo davvero a capire quali siano le vere intenzioni del presidente della Regione Lazio, visto che ad oggi domina soltanto tanta confusione sul destino dello storico presidio romano. Dopo esser finito, nel recente passato, alla ribalta delle cronache per l’impietoso degrado, infatti l’ospedale romano vive adesso un destino oscuro. Si parla di eventuale vendita e di altre ipotesi tese a preservarne la struttura. Ipotesi sulle quali il commissario ad acta si è chiuso ormai nel silenzio istituzionale. È necessario, dunque, che Zingaretti esca dal torpore e spieghi chiaramente qual è il progetto specifico per la rigenerazione urbana del Forlanini, che, lo ricordiamo, è uno dei tesori monumentali più importanti della Capitale”. Così il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi, e la presidente dei Giovani Medici di Roma, Veronica Lepidini.


COMUNE. PALOZZI (FI)”ANCHE PD ORAMAI E’ STANCO DI MARINO”
Anche il Partito Democratico è stanco dell’imbarazzante sindaco Marino. Il senatore dem Ranucci è abbastanza chiaro quando afferma che la Capitale ha bisogno di essere governata e che oggi è una giornata totalmente da dimenticare. L’inadeguatezza di questa amministrazione comunale è oramai sotto gli occhi di tutti, mentre Roma affonda tra questioni sociali irrisolte, una mobilità allo sbando e periferie nel degrado più completo. E adesso, dopo le critiche di cittadini, opposizioni e parti sociali, per Marino la severa stroncatura arriva dal suo stesso partito che, comprensibilmente, non è più in grado di difendere l’indifendibile”. Così il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi.


L’Italicum è peggio della Legge truffa del 1953“. Lo ha detto il Prof. Giuseppe Parlato, storico dei partiti e accademico italiano, ai microfoni della trasmissione “La storia oscura”, condotta da Fabio Camillacci, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano. “Con l’Italicum -ha spiegato Parlato- se un partito, non una coalizione, raggiunge il 40% dei voti, avrà la maggioranza assoluta dei seggi, pur avendo solo una maggioranza relativa nel Paese. E’ peggio della Legge truffa del 1953. E inoltre è stata approvata solo da una parte del Parlamento“.


Dopo l’incontro avvenuto con alcuni ministri del governo Renzi, Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas scuola, ha esposto ai microfoni di Open Day (dalle 18 alle 20 sugli 89.100 FM di radio Cusano Campus) le sue impressioni a caldo ed ha anticipato alcune delle iniziative del fronte della protesta. Interrogato dai conduttori, Misa Urbano ed Alessio Moriggi, sulla video lezione di Renzi alla lavagna, per spiegare i passaggi principali della riforma, Bernocchi ha dichiarato: “Il cattivo maestro Renzi è stato bocciato, se fossero altri tempi dovrebbe essere sottoposto alla sgradevole pratica di essere messo dietro alla lavagna e magari con le orecchie da asino. Renzi non ha detto come il preside padrone possa essere in grado di assumere, attingendo da albi triennali, insegnanti a livello territoriale di cui non sa niente o non può sapere niente. Ha dimenticato di dire che la tanta agognata alternanza scuola-lavoro già c’è ed è stata raddoppiata da 200 a 400 ore ed estesa pure ai licei. Laddove questo modello non si fondasse sulla qualità del tirocinio ma esclusivamente sulla possibilità per un’azienda di disporre di forza lavoro non qualificata, le ore di stage risulterebbero ore sottratte all’insegnamento e alla formazione dei ragazzi. La verità è questa, in Italia, a differenza del resto d’Europa, la scuola è considerata una spesa improduttiva”.
Renzi e i suoi ministri sono in grado di portare avanti un’operazione fumosa, com’è quella della Buona scuola, finché non si sottopongono a contraddittorio. E’ il vecchio modello Berlusconi. Durante l’incontro li abbiamo completamente ridicolizzati. La povera Boschi si è giocata la carta che la madre è preside e, di conseguenza, i presidi sono tutti bravi. Per il resto non sapeva minimamente cosa rispondere. Io credo che questi incontri debbano essere aperti anche alla stampa, per far rendere conto come si muove la casta, secondo il principio del cane non mangia cane. I cobas sono arrivati, per un disguido burocratico, ad incontro iniziato: da una parte i ministri, dall’altra le sigle sindacali ufficiali, quelle che hanno rappresentanza per diritto divino, noi praticamente a capo tavola. Si capiva che c’era un contrasto, una lotta di potere, ma appena arriva il cobas che dice le cose come stanno, anche i fronti più distanti si rinsaldano immediatamente. La malcapitata Boschi è stata l’unica che ha provato a reagire ma lo ha fatto denunciando uno strano turbamento dovuto al mio linguaggio, a suo dire irrispettoso. Vi garantisco di aver usato un linguaggio relativamente forbito, sicuramente le mie critiche sono state molto aspre. La Boschi è un personaggio particolare, dalle competenze limitatissime, anzi, forse non ha nessuna vera competenza specifica, ma il fatto di essere la damigella del principe, insieme alla sua apparenza estetica, le ha risparmiato una valanga di critiche che se ci fosse stata Rosi Bindi l’avrebbero distrutta. Renzi e i suoi ministri godono del privilegio di non avere opposizione, se trascinati sul campo della contesa dialettica denunciano gravi lacune ed è per questo che scappano dal contraddittorio”.
Alla domanda relativa alle nuove iniziative del fronte della protesta Bernocchi ha risposto così: Al momento nessuno ha convocato nessuno sciopero. La commissione di garanzia, oltre a non avere voce in capitolo, non è in grado nemmeno di precettare. La commissione di garanzia deve prendere atto che non è vero che non si può scioperare durante gli scrutini, si può scioperare per due giorni di seguito senza toccare classi terminali. Se continui sono previste multe ma non precettazioni. Noi abbiamo fatto la seguente proposta agli altri sindacati: convochiamo lo sciopero i primi due giorni di scrutinio, quelli legittimi, e vediamo cosa succede. Se la popolazione scolastica ritiene di continuare nonostante le possibili sanzioni, sarà l’inizio del conflitto. Lo faremo, ed è una notizia ufficiale, solo se parte di un fronte compatto. Il 18 e 19 saremo a Montecitorio, vogliamo l’unità mostrata il 5 maggio”.

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