sabato 23 Novembre 2024,

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Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

scritto da Redazione
Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

Isis? L’occidente è fermo perché incapace di decidere. Per stabilizzare situazione in Medio Oriente, bisogna trovare una soluzione politica all’emarginazione dei Sunniti. Senza la certezza che l’Iran non avrà mai la bomba atomica, il sistema di non proliferazione salterebbe”. Lo ha detto l’Ambasciatore ed ex Ministro degli Esteri Giulio Terzi ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo” su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Ormai i confini tra Siria, Iraq, Iran e forse Arabia Saudita rischiano di crollare completamente – ha affermato Terzi -. Quindi si rischia di annullare quella ripartizione coloniale che risale alla 1° Guerra Mondiale. Questa creazione di stati multi-etnici usciti dalla 1° Guerra Mondiale sta per essere superata per l’azione del Califfato e per l’azione di stato d’influenza che si sta ritagliando l’Iran. Di fronte a questo Stato islamico che occupa metà della Siria e si espande a sud sempre più verso Baghdad, c’è l’Iran con le sue milizie sciite che entrerà in azione per liberare Rahmadi. C’è quindi questo contrasto tra mondo sciita a nord e mondo sunnita a sud. Anche qualora lo Stato Islamico sparisse, rimarranno le condizioni fondamentali che lo hanno fatto nascere, cioè le violenze subite da 8 milioni di cittadini sunniti che non vengono riconosciuti dallo stato nel quale abitano. La strategia che la coalizione anti-Isis sta portando avanti dall’anno scorso mi fa allibire. Adesso ci rendiamo conto che non è più possibile convincere le tribù sunnite a combattere contro l’Isis. Tutto diventa ostaggio di questa sacra alleanza guidata gli sciiti contro l’Isis. E’ mancata una strategia politica da parte dell’Occidente. Nel 2007 Al Qaeda è stata sconfitta, ma poi non è accaduto nulla di quello che gli Stati Uniti avevano promesso ai sunniti e allora si è ricaduti in questa situazione ben peggiore di Al Qaeda che è lo Stato Islamico. Bisogna pensare a come recuperare il mondo sunnita dall’Iraq e a come cacciare il macellaio Assad dalla Siria. Nessuno gioca con l’Isis che è come una bomba atomica, è un virus che si può diffondere ovunque in qualsiasi momento, sarebbe demenziale pensare di aspettare di far fuori Assad per poi intervenire contro l’Isis. Il problema è l’incapacità di decidere da parte dell’Occidente. Non confondiamo l’incapacità con ragionamenti ultra-machiavellici. L’occidente è fermo perché non ha capacità politica di decidere. Sul nucleare, se non ci dovesse essere l’assoluta certezza che l’Iran non avrà mai la capacità di dotarsi della bomba atomica, il sistema di non proliferazione non mondiale sarà definitivamente saltato. E’ già stato incrinato dalla bomba indiana, pakistana e nord coreana. La differenza con l’Iran è che per la prima volta, un ordigno nucleare andrebbe illegalmente nelle mani in un Paese rivoluzionario islamico che vuole diventare capofila di una rivoluzione musulmana guidata dagli sciiti in tutto il mondo”.


I cittadini veneti non si riconoscono nella Lega di Salvini“. Lo ha detto l’On. Sara Moretto (PD) ai microfoni della trasmissione “Genetica oggi”, condotta da Andrea Lupoli, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Sono veneta e conosco gli esponenti della Liga Veneta e i cittadini veneti che hanno spesso votato Lega – ha affermato Moretto -. Penso che molti cittadini non siano in sintonia con le posizioni di Salvini e lo dimostra la scissione con Tosi. Sono convinta che la Lega che era partita con alcune posizioni, si trovi ora con Salvini su binari molto diversi rispetto alle aspettative dei suoi elettori“.
L’On. Moretto ha presentato una proposta di legge per l’introduzione dell’articolo 34-bis nella legge 833 in materia di accertamenti e Tso nella cura dei gravi disturbi del comportamento alimentare che molti pazienti rifiutano mettendo a repentaglio la loro vita. La legge è stata criticata da un’esponente del Pd Michela Marzano, alla quale la Moretto ha replicato: “Mi dispiace che venga messa in discussione la mia buona fede. Il fatto che la Marzano parli di questi temi per sua esperienza personale è legittimo, ma questo non fa di lei un’esperta in materia“.


L’avvocato Gianluca Pammolli, legale di Marcello Colafigli, (da molti considerato il Bufalo di Romanzo Criminale), è intervenuto su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Pammolli sulla condizione del suo assistito, Marcello Colafigli: “Colafigli ora si trova a Torino, aveva una condanna a 30 anni. Sarebbe dovuto uscire nel 2009, nell’imminenza della sua scarcerazione la procura si è ricordata di un articolo che prevede che chi ha due condanne superiori ai 24 anni possa essere costretto all’ergastolo. Lui ormai ha più di 30 anni di carcere effettivi, tutto quello che di male ha fatto lo ha riconosciuto pienamente, ma le cose che non ha fatto sono più di quelle che ha fatto e si aspetta di tornare il prima possibile libero per potersi rifare una vita da persona civile e cosciente di aver fatto parte di un gruppo criminale che non esiste più e di cui, con l’esperienza di oggi, mai avrebbe fatto parte“.
Colafigli è stato condannato all’ergastolo, ergastolo che però presto la Corte Europea potrebbe considerare illegittimo: Ho fatto un paio di ricorsi alla Corte Europea per far dichiarare illegittimo l’ergastolo di Colafigli, non inflitto in sede processuale ma sulla base di un articolo di legge che dà l’ergastolo a chi ha subito due condanne superiori ai 24 anni. I tempi per un eventuale risposta sono stimabili sui 12 mesi. Colafigli sta già usufruendo di piccolissimi benefici dovuti alla sua buona condotta e al suo status di detenuto modello, c’è la possibilità che lui possa godere di quei benefici che la legge prevede per gli ergastolani. Se tornasse indietro non rifarebbe mai alcuni errori commessi e non frequenterebbe quelle brutte compagnie“.
Colafigli non si riconosce assolutamente nella figura del “Bufalo”, resa popolare da Romanzo Criminale: “Non abbiamo potuto citare in giudizio la produzione di Romanzo Criminale in quanto il personaggio di Bufalo è totalmente inventato dal regista e non corrisponde assolutamente alla realtà del personaggio che il Colafigli è stato. Solo perché loro non citano mai il nome di Colafigli si sono evitati un sacco di denunce che gli avrei fatto volentieri. Chi conosce Colafigli sa che è una persona che avendo frequentato personaggi della Roma criminale più grandi di lui ha seguito una certa strada per la quale ora sta pagando le conseguenze, ma non corrisponde per niente alla figura di Romanzo Criminale. Colafigli è molto intelligente, è l’unico del gruppo della Banda Della Magliana ad aver conseguito un titolo di studio, che sa scrivere e parlare bene in italiano. Ha avuto qualche problemino psichiatrico, questo sì, ma non c’entra nulla nè fisicamente, nè storicamente, col personaggio di Romanzo Criminale. Colafigli considera ridicolo che il Bufalo si accomuni a lui“.
Ancora a proposito del personaggio di Romanzo Criminale: “Come è nato il legame tra Bufalo e Colafigli? I suoi ex amici che poi sono diventati collaboratori di giustizia lo hanno descritto come una persona dotata di una forza sovrumana, che si arrabbiava facilmente se qualcuno gli andava contro e che non esitava ad esercitare una certa padronanza fisica sulle persone che gli mancavano rispetto“.
Pammolli non manca di sottolineare come ormai “Marcellone” sia cambiato:Colafigli potrà rendersi utile alla comunità come esempio di persona ravveduta che ha riconosciuto i propri errori. Non è stato un angioletto, ha fatto determinati reati, anche abbastanza gravi, anche se diversi delitti gli sono stati accollati da alcuni pentiti, tra virgolette, come l’ultimo, l’omicidio De Pedis, condanna che è scaturita dalla confessione di un unico collaboratore di giustizia che arrestato e messo con le spalle al muro dopo aver fatto i suoi calcoli ha scelto la collaborazione con la giustizia a suo modo e ha deciso di incolpare chiunque era stato con lui anche di cose che forse, ripeto, forse, non erano state vere. Per questo Colafigli, per l’omicidio De Pedis, fu condannato a 27 anni. Colafigli nega di aver ucciso De Pedis, anche se ora la condanna è definitiva. Colafigli ha riconosciuto di essere stato un malavitoso, ma non ha mai ammesso nessun reato a lui attribuito“.
Sul futuro: “Roma trema perché Colafigli può tornare in libertà? Il mio assistito ha chiuso, ha deciso da oltre quindici anni di cambiare strada e se avesse la possibilità di uscire di prigione vuole assolutamente dimostrare di non aver niente più a che vedere con realtà criminali. Roma può stare tranquilla, non sarà Colafigli a farla tremare, non ha nessuna intenzione di battere le strade malavitose di un tempo, anzi ci tengo a dire una cosa: lui non ha rancore verso nessuno, neanche verso coloro che lo hanno accusato, non ha conti da regolare con nessuno, anzi vorrebbe solo tornare a vivere in pace e in serenità“.

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