giovedì 21 Novembre 2024,

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Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

scritto da Redazione
Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti
Dati Commissione Antimafia non sono arbitrari, ma oggettivi. Abbiamo agito secondo il codice votato da tutti i partiti. Reazione di De Luca? Fa parte del personaggio… Renzi? Ognuno si prenda sue responsabilità“. Lo ha detto il deputato del Pd Davide Mattiello, ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

“Con la lista degli impresentabili, abbiamo fatto un atto dovuto. Lo imponeva anche il codice di autodisciplina sulle candidature che il Parlamento ha votato a settembre. Tutti i partiti lo hanno votato e sono stati concordi nel ritenere che le forze politiche non avrebbero dovuto candidare persone rinviate a giudizio per fatti gravi. Quindi adesso nessuno si deve stupire. Si tratta di dati oggettivi e non arbitrari. Per la prima volta la Commissione Antimafia ha potuto fare uno screening completo di tutti i candidati, avendo avuto accesso a tutte le banche dati. Si tratta di un precedente, che diventerà una costante da qui in poi. A chi dice che la Commissione si è mossa con colpevole ritardo, rispondo che le liste elettorali ufficiali vengono presentate solo un mese prima delle elezioni. In 30 giorni è difficile portare a termine un procedimento così complesso come quello che abbiamo fatto”. Dopo che la Commissione Antimafia ha reso noti i nomi dei cosiddetti “impresentabili”, Vincenzo De Luca ha dichiarato che denuncerà Rosy Bindi per diffamazione. Mattiello, membro della Commissione Antimafia, ha replicato: “Non mi stupisce affatto la reazione di De Luca, fa parte del suo personaggio. Lui si trova in quella lista perchè ha rinunciato alla prescrizione“. Riguardo la reazione del Presidente del Pd Matteo Orfini, Mattiello ha affermato: “Spero che Orfini rivaluti le sue considerazioni. Non si tratta di un processo di piazza, perchè i dati sono oggettivi. Renzi? Ognuno si prenda la sua quota di responsabilità. La Commissione Antimafia l’ha fatto, ora tocca ai partiti e agli elettori“.


Mi dispiace tantissimo per quello che è successo a Roma, ma dentro quella macchina c’erano soltanto tre rom, non 170.000 rom. Non capisco tutto questo accanimento contro di noi“. Antun Blazevic, in arte Tonizingaro, scrittore, autore teatrale e mediatore culturale rom, è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, con Andrea Di Ciancio e Roberto Arduini.
Prima delle elezioni tutti i politici ci chiamano perché pensano che da noi possono prendere voti. Basta rendersi conto del fatto che in Italia ci sono 100.000 sinti con la scheda elettorale. Noi stavolta abbiamo invitato tutti i rom a non votare per nessuno. Se i rom andranno a votare in queste elezioni, sono il popolo più stupido della terra“.
Nel mirino tutti i politici e tutti i partiti, non solo Salvini:I rom sono buoni soltanto quando ci sono le elezioni, passate le elezioni tutti si dimenticano di noi e ci abbandonano. Diversi consiglieri in diversi città, ad esempio in Abruzzo, sono venuti dai rom a chiedere voti. In Abruzzo hanno chiesto voti al popolo sinto politici di Pd e Forza Italia. Non è accaduto solo in Abruzzo, comunque, ma anche a Roma, Bologna e Firenze. Da noi vengono tutti i partiti a chiedere i voti, a parte i Cinque Stelle, che neanche ci parlano con noi, perché non è popolare parlare con i rom“.
Qualche partito ha anche offerto soldi ai rom per avere i loro voti: “Si dice in giro che ci sono stati quelli di Pd che davano dieci euro a rom per un voto. A me nessuno ha mai dato una lira, l’ultima volta che ho votato fu per Rutelli e feci una grande cavolata. Ma si sa, ad esempio, che alcuni politici sono andati in un campo di Roma a chiedere ai rom di andare a votarli. I rom hanno risposto che non potevano perché dovevano andare a fare le elemosina e i politici gli hanno detto che per un voto gli avrebbero dato dieci euro“.
Su Celentano: “Ora sta con Salvini, qualche mese fa difendeva i rom. Da lui non mi aspettavo assolutamente una cosa del genere. Ci sono rimasto male“.


Incidente Roma: Calabria (Fi), sinistra esca da politicamente corretto
“In tema di accoglienza e integrazione è ora che la sinistra esca dal muro di politicamente corretto dietro cui ha trovato comodo riparo. E questo vale tanto per i migranti quanto per chi vive già da tempo in Italia. E’ significativo, da questo punto di vista, che lo stesso sindaco Marino, nel suo tardivo intervento rispetto ai gravissimi fatti di Roma, si sia accuratamente premurato di non citare mai la parola ‘rom’. Evidentemente è l’eterna difficoltà a prendere atto che un modello di integrazione è completamente naufragato“. Lo dichiara, in una nota, la deputata di Forza Italia Annagrazia Calabria. “Non c’è dubbio che l’indignazione per quanto accaduto a Roma sarebbe stata identica se alla guida dell’auto pirata ci fosse stato un italiano anziché un rom. Ma – prosegue – questo non esime dal prendere atto che nella Capitale esistono zone di degrado in cui intere comunità sono dedite alla sistematica violazione della legge. Finché non si ammette il problema è impossibile risolverlo“, conclude.


Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, a cura di Andrea Di Ciancio e Roberto Arduini. Salvini è tornato sulle dichiarazioni che ieri, sempre a Radio Cusano Campus, ha rilasciato Davide Casadio, presidente sinti Italia, che ha dichiarato: “Salvini sta resuscitando lo spirito di Hitler“. La risposta del numero uno leghista è stata durissima: “E’ malato, poverino. Evidentemente aveva fatto una colazione pesante. Io penso solo che i campi rom siano una ingiustizia e che bisogna vivere nella legalità. Io non ho nulla in comune con Hitler o con Stalin, questo signore ne risponderà in tribunale“.
Salvini ha risposto anche ad Ignazio Marino: “E’ un altro poveretto, ma più poverini di lui sono i romani, che hanno a che fare con il sindaco più incapace da 2015 anni ad oggi. Spero per i cittadini di Roma che faccia il sindaco ancora per poche ore al massimo, chiunque estratto a sorte farebbe meglio di lui“.
Salvini è pronto a fare un tour a Roma: “Mi chiamano da decine di quartieri, voi capite bene che non è normale che la gente chiami me. Io verrò a vedere tutto, lo farò con tutti i miei limiti, ma proverò a risolvere qualche problema. Non sono un genio, sono una persona normale e onesta, proveremo a cambiare le cose. Il mio tour partirà dalle periferie. Fossi un politico del Pd o di Forza Italia di Roma mi preoccuperei, perché se i romani devono chiamare Salvini evidentemente in qualcosa hanno fallito“.
Tornando sui rom, Salvini precisa: “Di pirati della strada o di ladri ce ne sono anche di italiani, questo va precisato, ma non possiamo continuare a far finta che alcuni rom ne combinano di tutti i colori, fuori dai supermercati, fuori dagli ospedali, non mandano i figli a scuola. Io non mi sento superiore ai rom ma non voglio neanche passare per fesso. I rom devono vivere come tutti gli altri, i campi rom vanno chiusi, se dovessi governare io raderei al suolo tutte le isole di illegalità. I campi rom non devono esistere, al posto loro devono nascere parchi, aree verdi o campi di calcio“.
Su Celentano: “Mi ha stupito, in positivo. Siccome io vengo sempre dipinto come brutto e cattivo non me lo aspettavo. Mi fa piacere vedere che ci sono ancora persone che approfondiscono i temi. Per me è un riconoscimento importante, più che alla mia persona alle mie idee. Celentano mi piace molto. Se lo inviterò alla prossima manifestazione leghista? A me non piace mettere il cappello all’arte. Faccio un esempio, ieri sono andato a vedere un film su Fabrizio De Andrè e in tanti si sono stupiti. A sinistra in tanti si sentono proprietari della musica, della cultura, dell’arte. Ci vuole più libertà. Immaginare un palco con Salvini e Celentano insieme? Io non sono intonatissimo, però penso che mi verrebbe perdonato…“.

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