giovedì 21 Novembre 2024,

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Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

scritto da Redazione
Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

FURIO CAMILLO, PALOZZI (FI): “TRAGEDIA IMMENSA, VICINANZA A FAMIGLIA BIMBO”
La morte del bambino, precipitato nella tromba dell’ascensore alla stazione Furio Camillo della metro A, è una tragedia enorme, che scuote le coscienze di una intera comunità. Rivolgo la mia più sentita vicinanza alla famiglia del piccolo, nella speranza sia fatta immediata chiarezza sull’accaduto affinché un evento del genere non si ripeta mai più”. Così il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi.


RIFUGIATI, PALOZZI (FI): “SINDACI SIANO PROTAGONISTI, NON MERI SPETTATORI”
Ad inizio luglio la Prefettura di Roma ha pubblicato un avviso pubblico inerente la procedura aperta “volta alla conclusione di un accordo quadro con più soggetti economici, per il periodo 01/09/2015-31/12/2015, per assicurare i servizi di accoglienza, e dei servizi connessi, ai cittadini stranieri richiedenti asilo, ivi compresi quelli già presenti nelle strutture temporanee della provincia di Roma e che devono essere riallocati”. In buona sostanza la Prefettura cerca tra la Capitale e la sua provincia strutture in cui allocare un totale di 1200 immigrati. La procedura di gara, il cui importo presunto dell’appalto è di euro 5.124.000,00 iva esclusa, è divisa infatti in due lotti territoriali: zona Roma Capitale e zona provincia di Roma. Alla luce del flop del primo bando e della recente psicosi collettiva, dovuta anche e soprattutto alla precaria gestione dell’accoglienza, mi auguro che le autorità preposte evitino gli errori delle scorse settimane, informando con la necessaria tempistica preventiva i cittadini e sindaci degli eventuali Comuni interessati, che devono diventare protagonisti delle politiche di accoglienza e non meri spettatori di scelte calate dall’alto e comunicate solamente all’ultimo minuto. Serve responsabilità da parte di tutti al fine di evitare situazioni calde, come quelle palesatesi in questi mesi a Roma e nell’area metropolitana”. Così il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi.


Il giornalista e politico Giulietto Chiesa è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo”, condotta da Fabio Stefanelli, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Chiesa in questo periodo si trova in Grecia e ha raccontato la situazione: “Si percepisce uno stato generale di disagio. Dopo il referendum sembrava che Tsipras avesse acquisito una forza contrattuale ampia, ma a quanto pare la forza contrattuale dell’Europa è ancora più alta. E’ in corso il ‘waterboarding’ della Grecia, li stanno soffocando, non li stanno facendo vivere, gli fanno ritirare al massimo 60 euro al giorno in banca. Ieri nell’isola in cui mi trovo adesso, un distributore è stato chiuso per mancanza di benzina. C’è una situazione di totale blocco. Non credo che i cittadini greci possano resistere a lungo, stanno andando avanti con i soldi che avevano sotto il materasso. L’Europa sta tenendo la popolazione greca per il collo. Il referendum del popolo greco viene azzerato da un gruppo di burocrati che non hanno nessuna legittimazione democratica. Questo è l’inizio della fine dell’Europa. Quando i principi che regolano uno Stato vengono cancellati con la forza. Questa Europa va cancellata e ricostruita da zero. Le istituzioni europee rispondono ad un disegno che non è democratico, le banche non possono dettare le leggi ai singoli Paesi. Non c’è nessuno che si salva ai vertici europei. I popoli devono rendersi conto che questa Europa è diventata estranea e ostile e devono ribellarsi. Bisogna unirsi ai greci, creando uno schieramento trasversale contro questa Europa. Se il governo Tsipras sarà costretto ad accettare i diktat europei, dovrà dimettersi. Tra uno-due anni la situazione sarà irrecuperabile. Bisognerà mettere in conto anche che scorra sangue, alla fine il popolo si solleverà in armi contro chi l’ha portata in queste condizioni. Non si può pretendere che un popolo conosca l’economia. I greci sono stati ingannati, gli è stato detto: ‘entrate in Europa e potrete spendere quanto volete’ e loro gli hanno creduto. Hanno creduto a dei prestatori di denaro irresponsabili e criminali, che sapevano che la Grecia non avrebbero potuto sopportare questo peso. Si sono presi profitti e interessi e hanno lasciato la Grecia affondare. Siamo di fronte ad una delle più colossali truffe mai costruite nella storia del capitalismo. La questione riguarda anche noi, la Spagna e il Portogallo”.


Pietro Orlandi, fratello di Emanuela misteriosamente scomparsa il 22 giugno 1983 intervenuto a “La Storia Oscura” trasmissione condotta da Fabio Camillacci su Radio Cusano Campus, emittente dell’Universita’ Niccolò Cusano, ha dichiarato: “Nel luglio 1983, un mese dopo la scomparsa di Emanuela, un monsignore della Segreteria di Stato Vaticana mi disse che c’era stata una comunicazione tra la Presidenza del Consiglio e il Vaticano in cui si invitava a non aprire una falla col caso Orlandi; falla che difficilmente si sarebbe potuta richiudere. Ecco io credo che oggi, questa richiesta di archiviazione arriva proprio perché dopo 32 anni si vuole ancora evitare di aprire una falla che difficilmente si potrebbe chiudere”.
La petizione per “non archiviare l’inchiesta” intanto procede bene, Pietro Orlandi a tal proposito ha detto: “Con la petizione abbiamo superato le 50 mila firme per dire no all’archiviazione dell’inchiesta. I nostri avvocati si sono già opposti alla richiesta di archiviazione perché ci sono alcuni punti che pongono molti dubbi. Dopo 32 anni di indagini infatti il magistrato che si è occupato più a lungo del caso, si è rifiutato di firmare la richiesta di archiviazione, è stato quindi esonerato ed è stata fatta firmare da un altro magistrato pone molti dubbi sulla genuinità di questa richiesta. C’è una certa volontà a chiudere presto il caso per far dimenticare tutto. Evidentemente la verità è scomoda per qualcuno. Emanuela è una cittadina vaticana e il Vaticano non ha mai collaborato, non ha mai aperto un’inchiesta interna su questa scomparsa, anzi all’inizio ha anche ostacolato più di una volta le indagini respingendo le varie rogatorie internazionali che erano state fatte per ascoltare alcuni prelati, non consegnando ai magistrati tutte le telefonate che ci sono state tra i presunti rapitori e la Segreteria di Stato. E dopo 32 anni è ancora così come se la cosa non riguardasse loro e invece riguarda loro”.


Habib Mastouri, ex senatore della Repubblica di Tunisia, Presidente dell’Istututo italo-tunisino per l’economia e le imprese, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo”, condotta da Fabio Stefanelli, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Il problema dell’immigrazione è un falso problema -ha dichiarato Mastouri- perchè in Tunisia ci sono 12 milioni di persone che non sono ricche, il Paese non ha risorse naturali, non ha niente, però è riuscito ad assorbire un’ondata di immigrati libici che sono più di 2 milioni e mezzo e non hanno mai creato problemi. Invece l’Italia affronta l’arrivo di qualche migliaio di persone che scappa dalla guerra, con grandi navi portaerei e molti di loro purtroppo ci lasciano la pelle. L’immigrazione non è sempre negativa, porta con sè anche delle opportunità. Gli immigrati contribuiscono al Pil italiano. L’Italia deve portare avanti un programma serio di integrazione, accettarle come sono“.
“Gheddafi è stato spodestato dalla Francia di Sarkozy -ha dichiarato Mastouri-. La responsabilità di quello che è successo in Libia è di Sarkozy. Lui ha voluto eliminare Gheddafi per problemi personali e per ottenere finanziamenti elettorali dalla Libia“.
Le rivoluzioni delle primavere arabe puntavano a cambiare le cose in meglio, ma non è stato così. -ha affermato Mastouri-. Hanno finito per portare l’economia dei Paesi del Maghreb al disastro. Le grandi fabbriche si sono fermate con le proteste, sono state fermate la crescita e lo sviluppo e si sono generate guerre. Chi voleva investire in Tunisia e in Egitto, hanno preferito investire in Marocco e il Marocco ci ha guadagnato dal punto di vista economico e politico“.

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