Vi ho mai detto quanto amo l’estate?
No?
Infatti la odio.
Perchè?
Perché le figlie, Miannoio e Chissene, chiedono di andare al mare.
Già il mare.
Quel posto dove seduti comodamente sulla sedia sdraio, oppure proni sul magico lettino, sotto l’ombrellone ti godi l’estate, ogni tanto alzi gli occhi dal libro per controllare che la prole non sia arrivata a Ponza oppure decidi di bagnarti con un tuffetto in mare giusto per rinfrescarti un po’. Aaaaah che pacchia!
Poi mi sono svegliata tutta sudata!
A Terracina.
Dove nemmeno posso lasciare mio marito sotto le pensiline, all’ombra, perché inaccessibili, e dedicarmi alla mia consueta spola tra la battigia e Fabrizio assetato/ Fabrizio assetato e la battigia (ormai sono campionessa mondiale), allora decidiamo con eroico spirito genitoriale di affrontare i 37º (45º percepiti) li, sul marciapiede, di vedetta, a guardia della figliolanza che ormai circumnavigato Ponza, tornava a nuoto soddisfatta della mattinata al mare.
Ora, sarò seria.
Non ce la facciamo più.
Siamo stanchi di dover chiedere, pregare, scrivere, fotografare, ricorrere in Tribunale, SPIEGARE poi, vabbè, e ottenere scuse su scuse, attese infinite e palate di amarezza da mandare giù, in forma vagamente elicoidale, generalmente marrone e maleolente.
Ne abbiamo ingoiata talmente tanta e tale che vorremmo restituirla con generosità al mittente.
Come?
Facciamo un gioco di ruolo.
Invito coloro che hanno iniziato i lavori delle pensiline, i D.D.C.A.P.A.(dirigenti della colpa alla precedente amministrazione) e i R.A.P.I. (Responsabili Alla Proroga Infinita) del Comune, a sedersi sulle nostre sedie a rotelle e a scelta tra coniuge, figli, genitori, parente o amico a scelta e giocare a “il disabile e il caregiver”.
Scopo del gioco: passare una giornata a spingere e farsi spingere, girando lungo la nostra bellissima città per i fantastici marciapiedi, entrare e uscire dai negozi, uffici, studi medici e simili, prendere un bus, visitare i luoghi storici, il Tempio, e poi farsi un bel tuffetto al mare.
Vince chi rimane in vita.
Giochiamo?
Ps.
In foto una allegrissima me e le gambe di mio marito al mare, comodamente seduti sul marciapiede.
I commenti non sono chiusi.