“Dalla ulteriore lettura dei documenti del
bilancio, un dato in negativo invece balza agli occhi. Ovverosia quello
della spesa sanitaria di cui però non c’è una specifica, un numero che
possa quantificare il deficit della nostra Regione, fatto salvo di un
capoverso scritto all’interno del Def che afferma, senza dare ulteriori
delucidazioni che: “L’incidenza della spesa sanitaria regionale
complessiva nel 2015, è risultata pari al 75% condizionata dalla spesa
corrente che ha sforato l’80%.” Lo ha dichiarato, in una nota, Mario
Abbruzzese, consigliere regionale del Lazio e presidente della Commissione
Speciale Riforme Istituzionali.
“A fronte di questo dato macroeconomico in ambito sanitario, non è
coinciso in alcun modo un adeguato livello di prestazioni sanitarie sui
territori. Almeno in questo possiamo senz’altro dire che sulla gestione
sanitaria c’è uniformità, negativa, di gestione su tutto il Lazio –
prosegue la nota – La sanità infatti non funziona, non soltanto nelle
province, ma nemmeno a Roma. E questo è un dato che dovrebbe far riflettere,
tutti. Il governo regionale brancola nel buio, non sa che pesci prendere e
questo caos rispecchia quello che regna quotidianamente nei pronto soccorso e
nelle strutture ospedaliere del territorio. Nemmeno ha contributo a chiarire
le scelte programmatiche in campo sanitario, l’audizione in Commissione del
dr Alessio D’Amato, responsabile della cabina di regia e del dr Vincenzo
Panella, a capo della direzione salute e politiche sociali.
‘Se il precedente programma operativo aveva l’obiettivo prioritario di
ridurre la spesa sanitaria e ridefinire delle regole di funzionamento del
sistema e riorganizzazione dei servizi, la nuova stagione 2016-2018 ha
l’obiettivo di raggiungere l’equilibrio economico-finanziario e
sviluppare un’organizzazione dei servizi rispondente ai fabbisogni di
assistenza, in un contesto caratterizzato dal progressivo invecchiamento
della popolazione e dal maggior impatto della domanda per patologie croniche
ed a rischio di disabilità’ queste le loro parole. E’ tuttavia evidente
però che, in verità i conti, risultano migliorati più in virtù dello
sblocco di maggiori fondi statali che a migliori performance di sistema.
Manca inoltre ogni concreto riferimento relativo all’uscita dal piano di
rientro tra i documenti all’attenzione del Consiglio. Allo stesso modo
mancano risposte nei documenti di bilancio relative la spiccata mobilità
interregionale passiva da parte di cittadini laziali che scelgono di curarsi
altrove, determinando una previsione di passivo di 490 milioni di euro nel
prossimo triennio. Senza parlare dei debiti, astronomici di alcune aziende
ospedaliere del Lazio, per i quali non ci sono soluzioni. Servivano in campo
sanitario interventi straordinari, innovativi. Invece , ci troviamo di fronte
ad una strategia di retroguardia, di contenimento, mentre sarebbe stato
indispensabile aggredire la crisi in atto nel Lazio e nel Paese con un
bilancio di attacco, frutto di scelte coraggiose. Ma così non è stato” – Ha
concluso Abbruzzese.