Gli operatori sanitari ringraziano gli aggressori e lo Stato che non li tutela. Pochi anni fa, durante il lockdown, gli operatori sanitari Infermieri e Medici erano considerati angeli, eroi. Tutti gli italiani alle 18 circa avevano il rituale di cantare dal terrazzo l’inno di Mameli e dire grazie agli eroi che lavoravano negli Ospedali – ricordano Anna Rita Amato e Antonino Gentile del Direttivo Nazionale ULS Unione Lavoratori Sanità-.
È bastato veramente poco per essere classificati da eroi a untori e poi da insultati a malmenati. Le aggressioni oramai quotidiane al personale sanitario vengono raccontate nei notiziari e passano come normalità per la popolazione. Se il SSN non funziona oramai la rabbia dei cittadini non è rivolta verso i governanti del paese ma verso l’operatore sanitario che si trova davanti – aggiungono dal Sindacato ULS-.
Siamo davanti ad un quadro vergognoso di guerriglia urbana all’interno dei nosocomi, nei presidi sanitari e sulle ambulanze della popolazione contro i Sanitari. Purtroppo, dobbiamo assistere ai tanti messaggi indignati dei politici sui social e in televisione, ma nulla di concreto che argina il fenomeno. L’aumento delle dimissioni dei lavoratori della sanità fa paura a pochi soprattutto a chi non ha bisogno di cure o si può permettere i canti delle sirene della sanità privata. Se il governo non interviene immediatamente ed in maniera concreta verso queste aggressioni purtroppo aumenterà l’esodo dei sanitari all’estero dove vengono rispettati come professionisti, con un salario dignitoso e tutelati dalla nazione che li accoglie – concludono Amato e Gentile-.
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