lunedì 25 Novembre 2024,

News

Ξ Commenta la notizia

Sanità, Cangemi: “Odissea per risonanza magnetica”

scritto da Redazione
Sanità, Cangemi: “Odissea per risonanza magnetica”

“Caro Zingaretti ti raccontiamo una sto quella di una cittadina che ha dovuto vivere una vera e propria odissea per effettuare una risonanza magnetica mammaria. Senza riuscirci”. E’ quanto dichiara, in una nota, il consigliere regionale del Lazio, Giuseppe Cangemi “Si è rivolta a noi – aggiunge – descrivendo un assurdo girovagare ed
ecco come è andata: dopo un controllo annuale, tramite mammografia ed ecografia bilaterale, le è stata evidenziata una formazione sospetta per la quale al Policlinico Casilino le prescrivono, per un ulteriore approfondimento, di effettuare, con urgenza, una risonanza magnetica mammaria bilaterale con e senza liquido di contrasto. Il medico di base rilascia l’impegnativa con urgenza B che impone al servizio sanitario nazionale di effettuare l’esame entro 10 giorni. La signora accede al sito delle prenotazioni della Regione Lazio, si registra per l’esame, ma non riceve risposta, nonostante fosse chiaramente specificato nelle informazioni iniziali; quindi si rivolge al Cup regionale e, dopo tre giorni di vani tentativi, riesce a parlare con un operatore che pazientemente per mezz’ora cerca di trovare una disponibilità ma non c’è posto in tutta Roma e provincia. Lo stesso operatore suggerisce ospedali provvisti di prenotazione diretta a sportello e consiglia di andare presso ogni singola struttura a chiedere se ci sono posti disponibili. Però molti di questi ospedali richiedono prima una visita senologia presso la propria struttura. La signora accetta di fare la visita pur di effettuare l’esame, ma i tempi di attesa, anche per la visita senologica non sono brevi. A questo punto – conclude Cangemi – alla nostra cittadina non resta che provvedere privatamente ma l’esame costa, pensa addirittura di chiedere un prestito. Chissà quantialtri cittadini ogni giorno vivono vicende surreali come queste e Zingarettiche fa? Il problema delle liste d’attesa non si doveva risolvere in poche settimane? L’unica parola che ci viene in mente è vergogna”.

Rispondi alla discussione

Facebook