Una riduzione dei servizi al pubblico di circa il 17%, un esubero di quasi 350 operatori, mancanza di una clausola di riassorbimento del personale da parte degli aggiudicatori dei lotti e nessun obbligo di riassunzione del personale attualmente collocato. Queste in sintesi le novità introdotte dalla gara unica centralizzata per il Cup della Regione Lazio. “Un bando questo che, attraverso una suddivisione in lotti non corrispondente alla razionalizzazione del sistema sanitario regionale già in corso e non prevedendo miglioramenti tecnologici – spiega il segretario regionale della Uil di Roma e del Lazio, Paolo Dominici – favorisce invece logiche al massimo ribasso, riduzione di personale, incremento di code agli sportelli e, di conseguenza, tempi di attesa più lunghi da parte dei pazienti“. Basti pensare ad esempio che le attuali 2.639.449 ore di lavoro totali previste dalla gara del 2014 diventeranno 2.187.916 con il bando 2015, ovvero il 17% in meno. “Primi effetti di una politica di tagli che per risanare un debito colpisce ambiti essenziali come la salute – commenta il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Alberto Civica – Il tetto alle spese sanitarie per arrivare ‘al recupero di 10 miliardi in cinque anni’ produce anche questo. Se a cio’ si aggiunge una tassazione locale che soprattutto nella Capitale ha raggiunto livelli record con un incremento dell’82,4% in cinque anni, si comprende quanto a farne le spese sia sempre e soprattutto il sociale“. Così in un comunicato la Uil Lazio.