“I dati che emergono dal Rapporto Pit Salute, presentato stamane, vanno valutati con grande attenzione. Molti cittadini, in effetti, faticano a curarsi perché i costi, in molti casi, sono divenuti insostenibili. Tra le prestazioni che incidono di più sul portafoglio dei pazienti ci sono i ticket per gli esami diagnostici e le visite specialistiche, l’acquisto dei farmaci, le prestazioni intramoenia, la degenza nelle residenze sanitarie assistite, la mancata esenzione per alcune patologie rare. Ci auguriamo che anche il governo nazionale si renda conto di quanto sia pesante il costo per le famiglie che in questi anni si sono impoverite. Proprio per questi motivi, il Lazio ha scelto di dare un segnale importante con l’abolizione del ticket regionale garantendo così un risparmio di 20 milioni di euro all’anno per i cittadini di questa regione”. A parlare in una nota è Teresa Petrangolini, consigliere regionale del Lazio (gruppo PD), componente della Commissione Politiche sociali e salute. “La novità – spiega Petrangolini – è possibile grazie ai sostanziali miglioramenti dell’equilibrio finanziario del Servizio sanitario regionale, frutto del lavoro di questi anni da parte della Giunta Zingaretti. Il ticket regionale era stato introdotto nel lontano 2008 come contributo fisso aggiuntivo al ticket nazionale per i cittadini che chiedevano una serie di prestazioni. In sostanza – aggiunge – con l’abolizione del ticket, i cittadini potranno risparmiare, per esempio, 15 euro per risonanza magnetica e TAC, 5 euro per la fisiokinesiterapia, 4 euro per le visite specialistiche ambulatoriali e per gli accorpamenti di prestazioni ambulatoriali. Un passo in avanti importante – conclude Petrangolini – per rendere le cure più sostenibili”.