“Il decreto stabilisce, intanto, qual è la metodologia dei tre screening: mammella, cervice e colon retto, come vanno organizzati ed ha anche, al suo interno, indicatori di qualità per la valutazione degli screening. Tra le altre cose importanti, il decreto stabilisce quant’è il personale che serve per far partire gli screening, dunque le linee guida sulla dotazione organica e cosa si prefigge la Regione, ovvero in quanto tempo vogliamo raggiungere il risultato di diffondere lo screening per aumentare la salute“. Lo ha detto il direttore regionale della Sanità e dell’Integrazione sociosanitaria, Flori Degrassi, a margine dell’inaugurazione del Villaggio della Salute di Race for the cure al Circo Massimo, illustrando il decreto sulla riforme del sistema della prevenzione oncologica della Regione Lazio firmato ieri. “Su quello della mammella – ha spiegato Degrassi – il nostro obiettivo è estendere lo screening alle altre fasce d’età una volta superato il 60% di adesione. Inoltre, le donne che vogliono fare la mammografia o il pap test o gli uomini e le donne che vogliono fare il test del sangue occulto e sono in età da screening ma sono in lista d’attesa per gli esami tradizionale, saranno presi in carico dai programmi di screening“.
A oggi, ha concluso la direttrice, “l’organizzazione dello screening che consente la doppia lettura o, comunque, un’accuratezza come quella che da’ la macchina dello screening, di fatto, è il metodo organizzativamente ed economicamente più vantaggioso per fare diagnosi precoce nel modo più veloce possibile e, quindi, per salvare vite umane. Ci stanno contattando anche altre Regioni per prenderci come esempio, perché per una volta abbiamo fatto una cosa buona“.