A 40 giorni dal massiccio sciopero dei lavoratori del Cup del Lazio dello scorso 21/9, oggi riceviamo un accordo siglato dalle organizzazioni sindacali e dall’Amministrazione Regionale che ripropone le vuote promesse già ascoltate e fornisce alcuna concreta risposta ai problemi sollevati dai lavoratori dei Cup sulla gara centralizzata per l’affidamento dei servizi di Centro Unico di Prenotazione delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere del Servizio Sanitario Regionale. Ci era stato detto che il tavolo Regione-Sindacati, considerate le gravi lacune del Bando di gara, doveva partire da una ricognizione degli operatori attualmente impiegati nei servizi di Cup, a partire dalla quale lo stesso tavolo avrebbe dovuto studiare le soluzioni più idonee ad evitare la perdita del posto di lavoro per i lavoratori che risultano in esubero, circa il 20%, e, al contempo, garantire a tutti gli altri lavoratori di essere riassorbiti dalle aziende aggiudicatarie della Gara con il mantenimento delle condizioni di trattamento contrattuale e salariale. Invece, in questo accordo non si ritrova né una cosa né l’altra, ma solo vacue promesse, progetti vaghi, idee, propositi e intenti non meglio precisate, finanziamenti da trovare, nessun vincolo contrattuale da porre a priori alle aziende aggiudicatarie della gara regionale Cup per la salvaguardia della continuità lavorativa e dei diritti contrattuali e salariali acquisiti dal personale attualmente in servizio.
Così in un comunicato il Comitato Lavoratori Cup Lazio. Tutto questo partendo dall’ammissione che la Regione non ha ancora eseguito, come promesso e come presupposto di qualsiasi accordo, nessuna ricognizione sul numero degli operatori Cup in servizio e sulle attività ad essi affidate nell’ambito delle diverse situazioni che ogni azienda Asl e/o AO si porta dietro. L’unica cosa che si capisce da quest’accordo è che la gara deve andare avanti così com’è, senza garanzie per i lavoratori, senza condizioni di leale concorrenza tra le imprese, con il rischio di aggiudicare solo in base al prezzo più basso, con offerte economiche senza vincoli e salvaguardie sul costo del lavoro e garanzie per la continuità lavorativa e di trattamento dei lavoratori attualmente impegnati nei servizi. I Sindacati prima di accettare un simile accordo avrebbero dovuto consultare i lavoratori visto che questo accordo consente di riavviare la procedura di assegnazione di una gara Cup sbagliata, nata sulle ceneri di mafia-capitale, senza clausole sociali e senza, di fatto, divieto di massimo ribasso, che decide della la vita o la morte di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie. Ci sembra che anche la democrazia, a questo punto, sia per molti un’operazione di facciata da usare solo quando conviene! Per favore risparmiateci le prese in giro quando, già oggi, sappiamo bene che le Aziende Sanitarie stanno già imponendo tagli agli organici attuali in linea con spending review e che il Governo per l’anno che verrà ha già in serbo altri tagli. Inutile, quindi, favoleggiare di mirabolanti riassorbimenti in fantasmagorici servizi innovativi se, di fatto, quando verranno attuati (e se mai lo saranno), già molte delle persone attualmente in servizio avranno perso il lavoro. Vogliamo fatti, non parole, conclude il Comitato Lavoratori Cup Lazio.